Cantarella: “Denunciata illegalità” |Ma c’è chi chiede le dimissioni

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17 Luglio 2018, 17:47

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CATANIA – Dimissioni. Sono quelle che chiede Manuela Mammana, neo consigliera della terza municipalità al sindaco Pogliese. Il riferimento non è al primo cittadino ma al suo delegato Fabio Cantarella, denunciato dall’associazione Rita Atria, insieme al commissario della Lega in Sicilia, Stefano Candiani e ai tanti che hanno commentato in modo razzista il video che i due esponenti del Carroccio hanno girato per  le vie di San Berillo, denunciando le illegalità diffuse.

“Da qualche tempo si assiste ad un’ondata di istigazione all’odio razziale e al razzismo che promana da soggetti che ricoprono cariche istituzionali”, esordisce così la denuncia dell’associazione antimafia Rita Atria nei confronti dell’assessore Cantarella e del sottosegretario Candiani. L’esposto depositato alla Procura della Repubblica in particolare denuncia quanto è accaduto durante la diretta Facebook realizzata dall’avvocato Fabio Cantarella del “6 luglio 2018 alle ore 01.51 durante una passeggiata notturna in una zona centrale di Catania precisamente nel quartiere San Berillo”. Il direttivo dell’associazione denuncia non solo i politici ma anche i vari utenti fb che hanno commentato il video. Per l’avvocato Goffredo D’Antona che firma la denuncia si profila la violazione della legge 205/93, più nota come “Legge Mancino”, contro la discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Uno dei commenti incriminati

Nel corso della diretta – si legge nella denuncia – i due politici “presentavano San Berillo come un “quartiere ormai in mano agli immigrati clandestini” e indicavano San Berillo come “una zona patria dell’illegalità”. La diretta video del senatore e del Cantarella contestualmente – scrivono ancora i denuncianti – veniva commentata da altri utenti fb i quali esprimevano commenti sugli immigrati quali “Feccia”, “Schifosi delinquenti”, “Metterli nei forni compresi i ds”, “ E’ bello l’odore del NAPALM la mattina”, “ Forza con la ruspa”, “ Alle docce (visto il contesto non trattasi delle normali docce ma di quelle tristemente note di Auschwitz Birkenau), “ buttateli”, “ Bruciate tutto”,“ Portateci la Boldrini e tutti i radical chic”, “Maledetti clandestini”,” Buttateli a mare da dove sono venuti” “ Lancia Fiamme” etc. Commenti, gravissimi, che sono stati condivisi da Cantarella e Candiani nelle loro pagine, non rilevando – evidenzia l’avvocato D’Antona – gli stessi la gravità e pericolosità delle affermazioni in essi contenuti. Sono gravi queste affermazioni pronunciate da rappresentanti istituzionali a cui si sono aggiunti i cittadini. Si istiga all’odio. Vi è un limite alla propaganda politica. Questa non può mai e poi mai creare odio. Men che mai deve essere finalizzata a quello scopo. E non è un limite solo etico – si legge nella denuncia dell’associazione Rita Atria – è un limite stabilito nella nostra Costituzione e sanzionato dalla legge”.

Da qui la richiesta al sindaco di “allontanare” l’assessore Cantarella. “E’ contro ogni buon senso – denuncia la consigliera Mammana – che un esponente della pubblica amministrazione possa incitare la violenza tramite un post su Facebook ed è ancora più grave che il Sindaco non suggerisca di scusarsi congedandolo da Assessore. Quando si è istituzione di una cominità – prosegue – si deve assumere un codice comportamentale, anche se non scritto”.

Accuse respinte dal diretto interessato, Fabio Cantarella, che si dice stupito per il tipo di reazione suscitato da un video che, a suo dire, altro non faceva che denunciare forme di illegalità diffuse nel rione storico di Catania. “Siamo stupiti – afferma l’assessore – perché quando si denuncia l’illegalità ci si aspetterebbe solidarietà e non accuse infondate. Abbiamo segnalato lo spaccio e il malaffare che avvengono in questo quartiere – continua – e abbiamo ottenuto una critica strumentale. I commenti, da cui prendo le distanze che non sono nella mia bacheca e da cui mi dissocio da quei pochi commenti razzisti – continua – che mi auguro siano puniti e non a chi denuncia l’illegalità”. “Noi abbiamo denunciato una situazione di illegalità oggettiva – aggiunge Candiani. Forse a qualcuno sta scomodo essere richiamato alla realtà dei fatti. Perché è molto più comodo far finta che San Berillo non esiste piuttosto che raccontarlo per quello che è.

Posizione, questa, condivisa da Palazzo degli elefanti, per cui la questione non sarebbe altro che una “pura strumentalizzazione politica. Oltre la polemica, va invece padre Valerio di Trapani, ex direttore della Caritas diocesana etnea e che bene conosce Catania e le sue difficoltà a livello sociale. “Sembra che non si conosca la storia del quartiere di San Berillo – scrive. È sempre stato il quartiere a luci rosse di Catania, discarica dei vizi e contenitore di emarginazione sociale. Una lettura nordista della storia di Catania, anche la meno gloriosa, non favorisce certamente una seria soluzione dei problemi dei quartieri catanesi, ma – conclude – soltanto propaganda a basso costo.

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17 Luglio 2018, 17:47

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