06 Agosto 2017, 15:48
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CATANIA – Le operazioni di scavo per la costruzione di un condominio erano state interrotte circa dieci anni fa in seguito al provvedimento di sequestro dei terreni disposto dalla magistratura. Da allora il cantiere che si trova in via Luciano Scarabelli a Catania è rimasto praticamente abbandonato a se stesso. Oggi quell’area, oltre ad essersi trasformata in una discarica, rappresenta un serio pericolo per i residenti proprio a causa di quelle cavità rimaste lì e profonde circa 20 metri. Un’enorme “voragine” posizionata nel cuore della città.
Al momento, l’accesso al sito è aperto con tutti i rischi che ne
conseguono. Le barriere di recinzione che limitavano, seppur non del tutto, l’ingresso sono state spostate e non più rimesse a posto circa due mesi fa, quando degli operai assieme ai proprietari dei terreni vi si sono introdotti per rimuovere l’escavatore rimasto all’interno. Non solo. L’accesso si affaccia e confina con la carreggiata che anche quella è rimasta parzialmente priva del marciapiede. A destare preoccupazione sarebbero anche le fondamenta dei palazzi adiacenti rimaste parzialmente scoperte nel corso dei lavori di sterramento.
Una situazione divenuta intollerabile che segnala il consigliere della terza municipalità Dario Grasso, di Alternativa popolare. “E’ urgente – afferma a LiveSicilia – intervenire per la messa in sicurezza dell’area. Prima c’erano quanto meno delle inferriate che ne impedivano l’accesso, ora sono state rimosse ed è stato lasciato tutto in questo stato”.
Nel dettaglio lo stop ai lavori era stato ordinato perché le operazioni di scavamento non avrebbero rispettato i limiti previsti dal progetto originario. In altre parole, gli scavi erano troppo profondi. “Nella parte che è ben visibile – prosegue Grasso – anche da via Caronda, facilmente raggiungibile da chiunque a piedi, è uno strapiombo di parecchi metri. Ho fatto in questi anni varie segnalazioni al Comune senza avere però alcun riscontro”. L’area, finita sotto sequestro, non è però di proprietà del Comune, ma di privati.
Già all’epoca dei lavori a lanciare le istanze di denuncia erano stati proprio i residenti dei due palazzi adiacenti via Scarabelli e via Fusco. “Abbiamo ancora oggi – spiega un residente – delle piccole crepe all’interno palazzo causate proprio dalle vibrazioni degli scavi che evidentemente non andavano fatti fino a quella profondità. Tremava tutto all’epoca”. Il palazzo ancora oggi presenta soprattutto all’esterno degli evidenti danni, “provocati da quei lavori” , come continuano a raccontare i residenti LiveSicilia.
“Da questo buco inoltre escono topi enormi”, ci racconta un altro allarmato, “per non parlare della puzza”. E sono tanti i residenti che si lamentano per la situazione. “I proprietari – spiegano altri condomini – dovrebbero rimettere le transenne e rendere il cantiere più decente perché non vorremmo dover nuovamente sporgere denuncia alle autorità. Spesso la notte numerosi ragazzi bivaccano nell’area e non è piacevole”.
La portineria del palazzo di via Scarabelli adiacente il cantiere sarebbe ancora oggi inagibile proprio a causa dei danni arrecati dagli scavi dieci anni fa. “Ci auguriamo davvero che il Comune raccolga l’allarme lanciato da questi residenti e possa fare qualcosa per mettere quanto prima in sicurezza l’area”, conclude Grasso.
La controversia giudiziaria che riguarda il cantiere sarebbe in via di risoluzione e i terreni sarebbero stati di recente già dissequestrati. Due mesi fa l’area era inoltre stata ripulita e i titolari “ci hanno detto – spiega un altro residente di via Scarabelli – che a ottobre dovrebbero riprendere i lavori. Noi ce lo auguriamo perché vivere così è inaccettabile”.
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06 Agosto 2017, 15:48