29 Ottobre 2014, 12:00
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CATANIA – I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Catania nell’ambito di servizi finalizzati a prevenire gli infortuni sul lavoro, le “morti bianche” nonché a reprimere le violazioni in materia di sicurezza sul lavoro e contrastare il fenomeno del lavoro nero, d’intesa con il dirigente della Direzione Territoriale del Lavoro di Catania, Dott. Fausto Piazza, hanno sottoposto a controllo: 4 cantieri edili, 3 esercizi commerciali e 1 studio medico, rilevando complessivamente la presenza di 6 lavoratori “in nero” ovvero totalmente privi di alcuna tutela assicurativa e previdenziale.
Per una ditta è stata disposta la sospensione dell’attività imprenditoriale, avendo riscontrato una percentuale di lavoratori in nero pari o superiore al 20% della forza lavoro presente. Tuttavia, i Carabinieri hanno già emesso il provvedimento di revoca in quanto il datore di lavoro ha immediatamente regolarizzato i lavoratori.
L’Arma, nel porre i cantieri sotto la lente di ingrandimento, ha scoperto come alcuni committenti affidino i lavori edili a ditte virtuali, sommerse, o addirittura, di iniziativa reclutino direttamente personale per eseguire le opere private, sfruttando l’essere umano che oggi, spinto dalla necessità di trovare comunque un’ occupazione, si sottopone a qualsiasi rischio senza alcuna copertura assistenziale.
Le 3 denunce per committenti e datori di lavoro, delle presunte ditte trovate nei cantieri, sono scaturite dalle seguenti violazioni: la mancata verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese; l’aver allestito ponteggi non a norma; l’aver omesso la redazione del piano operativo di sicurezza; la mancata formazione e sorveglianza sanitaria dei dipendenti; la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale.
Lavoro regolare, formazione, addestramento, corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e sorveglianza sanitaria sono elementi fondamentali su cui non si può transigere. Principi che dovrebbero essere già divulgati nelle scuole primarie per inculcare tra gli studenti la cultura del rispetto per l’essere umano-lavoratore.
L’attività operativa non si è fermata solo sulla sicurezza sul lavoro ed è proseguita sulle tutele legislative in materia di lavoro. Ne è scaturito che 3 datori di lavoro sono stati denunciati per aver utilizzato impianti di videosorveglianza in assenza di accordo con le rappresentanze sindacali, ovvero, senza l’ autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro.
A conclusione delle attività sono state: contestate sanzioni amministrative e ammende per complessivi 66.000 euro; recuperate contributi agli Enti previdenziali ed assistenziali per 5.700 euro.
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29 Ottobre 2014, 12:00