20 Luglio 2023, 06:00
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I numeri. Le voci. La rabbia. I conflitti. E le dimissioni ventilate (ma forse in procinto di rientrare). Il caos voli in Sicilia, divampato dalla scintilla di Catania, è un macigno per la serenità di tanti. Che si proietta, come un’ombra minacciosa, sul prossimo weekend.
La riapertura del Terminal A dell’aeroporto di Catania, reso indisponibile da un incendio, il 16 luglio scorso, è slittata di altri cinque giorni. Un rinvio annunciato da Enac e Sac, la società che gestisce lo scalo.
“Sono dispiaciuto per questi disagi – dice a LiveSicilia l’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi -. Ho sentito molta solidarietà da parte di tutti, è il momento di fare quadrato. Comiso, Palermo e Trapani stanno dando un grande aiuto e abbiamo avvertito la vicinanza del presidente della Regione, Renato Schifani, come del sindaco di Catania, Enrico Trantino. Chiaramente gli scali sono congestionati. Non ci sono, in apparenza, danni infrastrutturali nell’area interessata. Ce la stiamo mettendo tutta”. I numeri di ieri tracciano il diagramma di una giornata complicata. Ci sono stati ottantasette voli in arrivo dirottati e ventitré cancellazioni, ventisei voli dirottati in partenza, con otto cancellazioni. Intanto, la Procura fa sapere che “il sequestro non impedisce la riapertura”.
Vito Riggio, amministratore delegato di Gesap, la società che cura l’aeroporto di Palermo, avrebbe presentato le sue dimissioni. Questa la notizia rimbalzata, sempre ieri, dopo un giorno di polemiche roventi quasi quanto l’ondata di calore. Anche se gli spifferi più recenti indicano un possibile ripensamento, grazie a una serie di mediatori che si sono attivati. Nel pomeriggio, Gesap aveva diffuso una nota per annunciare l’accettazione di “venti voli ex Catania per domani (oggi, ndr), giovedì 20 luglio, e nessuno da venerdì a domenica”. Una presa di posizione che non è stata gradita dal presidente Schifani.
Secca la replica del governatore: “Non posso che stigmatizzare l’atteggiamento della direzione generale dell’aeroporto di Palermo che, senza un doveroso confronto con gli organi di controllo, ha dichiarato di non accettare più voli destinati originariamente allo scalo di Catania, ingenerando così uno stato di allarmismo e tensione sociale”. Perfino l’Enac è sceso in campo, rivendicando il proprio ruolo.
Il Comune di Palermo, con il sindaco, Roberto Lagalla, e la vicesindaca, Carolina Varchi, ha focalizzato la situazione locale: “Esprimiamo apprezzamento per il grande sforzo che sta compiendo in questi giorni la Gesap per l’aiuto, che riteniamo doveroso in questo momento di emergenza, all’aeroporto Fontanarossa di Catania, come già stanno facendo anche altri scali come quello di Trapani e Comiso”.
“Tuttavia – si legge nella nota – il previsto traffico aereo di 250 voli giornalieri su Catania pone in oggettiva difficoltà l’aeroporto Falcone e Borsellino, creando una situazione di sovraccarico delle infrastrutture e del personale, specialmente in un periodo di sensibili afflussi come quello estivo“.
A prescindere dalle schermaglie più o meno politiche, il tema cruciale resta quello dei problemi concreti e dei passeggeri, sottoposti a gravissimi disagi, in vista di un weekend che si preannuncia di fuoco. Per quanto ha potuto verificare LiveSicilia, sia Palermo che Trapani, con i voli dirottati da Catania, hanno dovuto accogliere, a testa, circa seimila-settemila viaggiatori in più. Cosa accadrà con i volumi di traffico del fine settimana? “L’aeroporto è sottoposto a un volume di movimenti al di sopra delle nostre possibilità – dice Salvatore Burrafato, presidente della Gesap -. Stiamo assicurando il possibile, ma siamo davanti a un weekend che andrà attentamente monitorato”.
“La situazione di Trapani che ancora regge – dice Salvatore Ombra, presidente di Airgest – è quella di una una struttura fortemente sotto stress. Abbiamo un problema di forze e di condizione di lavoro, perché non è semplice per nessuno stare in pista con 42 gradi. Ringrazio il presidente Schifani e l’assessore Aricò per la vicinanza. Come ringrazio tutti quelli che si stanno impegnando al massimo in queste ore”. Ma, oltre le dichiarazioni e la migliore buona volontà, c’è la scomodissima posizione di chi aspetta. di chi subisce una cancellazione o un ritardo del volo, di chi lavora e di chi vive la situazione degli aeroporti come un dramma. (rp)
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20 Luglio 2023, 06:00