15 Novembre 2013, 18:06
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ROMA – Uno schiaffo in piena regola, la fine di un sogno che era diventato il fiore all’occhiello della giunta Orlando: la candidatura di Palermo a capitale europea della cultura per il 2019 sfuma sotto la mannaia della giuria che, a Roma, ha deciso di ammettere alla seconda selezione solo sei città sulle 21 iniziali. Ad essere promosse sono state infatti Cagliari, Lecce, Matera, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena, città che (ad eccezione del capoluogo sardo) sono di certo centri minori, sebbene culturalmente e artisticamente rilevanti, il che conferisce alla bocciatura di Palermo un retrogusto ancor più amaro.
E dire che Orlando su questa candidatura aveva puntato molto, moltissimo: un comitato promotore di tutto rispetto, testimonial d’eccezione, il coinvolgimento di enti e istituzioni, loghi e campagne d’informazione martellanti per convincere l’intera città che questa poteva essere l’opportunità giusta per far arrivare a Palermo soldi e turisti e tentare di riscattare un’immagine di certo non eccezionale per via dei suoi ben noti problemi. Lo spettro della bocciatura però si è materializzato, mandando all’aria un progetto che prometteva di rivoltare come un calzino il capoluogo siciliano con grandi opere e illustri iniziative.
“Così come avevamo annunciato, il nostro impegno per realizzare il progetto e i progetti legati a Palermo 2019 resta invariato anche dopo l’esclusione dalla lista delle città che proseguono il cammino per essere nominate Capitale Europea della Cultura 2019 – si è affrettato a precisare il sindaco – questo percorso cominciato tanto tempo fa ha visto la partecipazione attiva di centinaia di cittadini, comitati, associazioni che insieme hanno elaborato un progetto per lo sviluppo di Palermo. Quel percorso continuerà con quei cittadini e con tutti coloro che immaginano e vogliono realizzare una Palermo diversa, migliore e più vivibile”. “Vogliamo ringraziare tutti coloro che con straordinario entusiasmo hanno vissuto la candidatura e adesso vivranno la realizzazione di quello che per noi resta il Piano strategico per lo sviluppo della città – ha aggiunto poi il sindaco insieme all’assessore Francesco Giambrone – siamo certi che continuerà la partecipazione e l’impegno a superare criticità e promuovere crescita culturale ed economica della città”.
Palermo, comunque, è in buona compagnia. Ad essere state bocciate sono anche Aosta, Bergamo, Caserta, Vallo di Diano e Cilento, Erice, Grosseto e la Maremma, L’Aquila, Mantova, Pisa, Reggio Calabria, Siracusa e il Sud-Est, Taranto, Urbino e Venezia con il Nord-Est.
LE REAZIONI
“Sicuramente questa notizia provoca una certa delusione – dice Francesco Bertolino del Mov139 – sarà importante, sin da domani, valorizzare e rendere produttivo l’egregio lavoro sin qui svolto a sostegno della candidatura. Sarà nostro impegno individuare nuovi obiettivi per puntare in alto, così come si voleva fare in questa occasione”.
“Non mi sono mai piaciute le scorciatoie degli eventi straordinari per mascherare le difficoltà di occuparsi della ordinaria manutenzione di una città – dice Rosario Filoramo del Pd – una sconfitta va accolta con fair play, ma deve anche farci riflettere: forse quindici anni fa Palermo avrebbe vinto perché rappresentava il vento della primavera, oggi viene esclusa al primo turno. Ci siamo inventati una duplice candidatura, per la cultura, premio serio, e per lo sport, che reputo doppiamente imbarazzante per il livello dell’offerta sportiva cittadina e per l’inconsistenza del titolo stesso, anzi sarebbe cosa utile ritirarne la candidatura. E’ un azzardo definire Palermo capitale, oggi è una città in crisi con un’organizzazione in crisi. Abbiamo bisogno di fare tesoro di questa bocciatura e metterci tutti a lavorare per fare di Palermo una città, normale, magari noiosamente normale”.
“Candidare Palermo a capitale europea della Cultura per il 2019 è stata un’ottima intuizione. C’erano tutti i presupposti. Bene ha fatto il sindaco Leoluca Orlando a coinvolgere nel progetto diverse istituzioni, comitati e associazioni. Adesso, nonostante Palermo non sia stata ammessa alla seconda fase, è fin troppo facile accusare e criticare. Sono convinto, invece, che non bisogna disperdere ciò che di buono è stato fatto e continuare, quindi, quel percorso avviato. Pertanto, confermo al sindaco Orlando la mia completa disponibilità a proseguire nella collaborazione intrapresa affinché Palermo possa diventare, nei fatti, una capitale europea della cultura”. Lo dichiara il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone.
“Siamo dispiaciuti per la bocciatura di Palermo a capitale della cultura – dicono Giulio Tantillo e Giuseppe Milazzo di Forza Italia – perché è chiaro che è un colpo che la città subisce, un amaro boccone da dover digerire. Ma dobbiamo anche noi fare un mea culpa: Palermo si è presentata piena di spazzatura, in subbuglio per i problemi della Gesip, che ha problemi per le manutenzioni ed è in ginocchio. Questo avrà contribuito alle decisioni della giuria. Ci auguriamo che, per il futuro, Palermo possa meritare questo titolo”.
“Sono veramente dispiaciuto per l’esclusione di Palermo come Capitale europea della cultura” commenta il consigliere comunale Andrea Mineo. “Non si tratta della sconfitta di una sola parte politica, bensì di tutta la città. Pur essendo un consigliere giovane, in passato ho avuto modo di constatare come molte città abbiano subìto effetti positivi dopo assegnazioni di questo tipo. Prima tra tutte mi viene in mente Saragoza, in Spagna, letteralmente trasformata dopo l’Expo 2008. Mi auguro che l’Amministrazione comunale porti ugualmente avanti i progetti legati a Palermo 2019. E’ il momento – conclude Mineo – di rimboccarsi le maniche e lavorare sempre meglio per risolvere, una volta per tutte, i gravi problemi strutturali che interessano la nostra città”.
“La notizia dell’esclusione di Palermo a città candidata a Capitale Europea della cultura 2019 è la dimostrazione che in questi 18 mesi la città di Palermo sotto la guida di Leoluca Orlando non è riuscita a manifestare un deciso segno di discontinuità con le inerzie del passato – dice Paolo Caracausi di Idv – Palermo non ha credibilità’ a livello nazionale e da ieri e’ certificato che non ne ha neanche a livello internazionale. Si tratta sicuramente di un’amara delusione per i cittadini palermitani che avrebbero desiderato essere protagonisti di un’occasione per ridisegnare un’immagine della città impegnata a riscattarsi culturalmente e socialmente e che avrebbe certamente portato grandi benefici non solo in termini di risorse, ma anche di integrazione. Un progetto forse debole, non innovativo al punto da meritarsi un riconoscimento. Un’altra occasione tramontata, un altro fallimento si è registrato, insomma. Serve un cambio di passo nei contenuti e nei metodi. Chiediamo un consiglio comunale aperto per affrontare i tanti problemi che affliggono la nostra città e ci aspettiamo dal nostro sindaco azioni concrete e il rilancio dell’azione politico/amministrativa”.
“Voglio esprimere tutta la mia solidarietà al Sindaco Orlando e all’Assessore Giambrone, che malgrado si siano spesi con fatica e passione perchè Palermo avesse il riconoscimento di capitale della cultura europea nel 2019, oggi hanno dovuto bere l’amaro calice di una clamorosa bocciatura. Come esponente della maggioranza che sostiene questa amministrazione, voglio affermare che il nostro programma per condurre Palermo verso traguardi ancora più importanti in Europa non si ferma, ma procede con maggiore impegno. Avremo sicuramente altre occasioni per dimostrare che la nostra città è un gioiello prezioso di questa Europa e merita molto di più. Crocevia di civiltà diverse nel corso dei secoli, Palermo è un simbolo per tutta la cultura fiorita intorno al Mediterraneo. Da qui sono passati fenici, arabi, normanni, francesi, spagnoli. Ognuno di questi popoli, benchè invasore, ha lasciato tracce indelebili nell’architettura della città. Qui, alla corte di Federico II, è nato il vulgare italiano a dispetto di quanto affermato da illustri letterati e linguisti che riconoscono al solo Dante la primogenitura della nostra lingua madre. All’inizio del ‘900 Palermo era la seconda città d’Europa per un raffinatissimo stile liberty che ha segnato un’epoca. Certo, resta l’amaro in bocca, per aver perso l’occasione di dare a Palermo il risalto internazionale che si merita, in special modo dopo essere stata vilipesa per dieci anni da un’amministrazione che ha lasciato dietro di sé solo macerie.” Lo afferma la consigliera comunale Rita Vinci (Mov 139) a Palazzo delle Aquile.
“Io lo avevo detto “Dio ci punirà” – afferma Angelo Figuccia, capogruppo del Partito dei Siciliani-MPA al Consiglio Comunale, che prosegue – Devo constatare con grande amarezza che le mie parole stanno purtroppo trovando riscontro nella realtà. Infatti, mentre ancora il sindaco Orlando si compiace di avere ospitato il “Gay pride” e altre iniziative di carattere pseudo-culturale e si ostina a proporre Palermo come candidata a capitale europea per la cultura, la nostra città, proprio come la squadra di calcio, è retrocessa in serie B. Come interpretare, infatti, il completo allagamento che ha fatto definire “Palermo città dei diritti annegati” o i frequenti incidenti mortali che coinvolgono sempre più giovani nelle nostre strade urbane, prive di qualunque manutenzione e ancora le proteste dei padri di famiglia esasperati per la crisi occupazionale? Personalmente non sono rimasto affatto sorpreso nell’apprendere dell’esclusione di Palermo già nella prima fase delle selezioni per diventare capitale della cultura nel 2019. Altro che capitale della cultura, quella a cui stiamo assistendo è una vera e propria punizione divina”.
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