Soragna promuove l’Upea: |”Salvezza in tasca, io continuerò”

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18 Aprile 2015, 20:00

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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Biglietto staccato anche per l’anno prossimo. Una Serie A fortemente voluta nella passata stagione e riconquistata con quattro turni di anticipo nell’anno del ritorno al piano più alto. L’Orlandina ha compiuto a pieni voti la propria missione, guidata sì dallo strapotere fisico degli americani, ma soprattutto dalla capacità di far gruppo dello zoccolo duro, quello che guidato da Pozzecco ha centrato il ritorno tra i grandi. Un gruppo che con Griccioli alla guida ha dimostrato di essere più solido che mai, a dispetto dell’età. Emblema di questa Upea giovane dentro è senza dubbio Matteo Soragna, il capitano dei paladini, che intervistato da LiveSicilia Sport dà un giudizio positivo alla stagione di Capo d’Orlando: “L’obiettivo realistico era questo, siamo contenti di averlo fatto con qualche giornata di anticipo”, ha ammesso l’ala mantovana, che però non nega di avere qualche piccolo rammarico: “Se avessimo avuto sin dall’inizio questo setup di squadra magari staremmo parlando di lotta per i playoff. Però per essere il primo anno di ritorno in massima serie credo che il pubblico si sia divertito. Va bene così”.

Che possa andar bene così lo dicono i numeri. Un mese di campionato ancora da disputare e una salvezza messa in tasca. Risultato che poteva arrivare addirittura prima, se nella sfida casalinga contro Pesaro non si fosse concretizzata una beffa ancora viva nei ricordi dei tifosi orlandini. Aver ottenuto il pass per la prossima stagione in Serie A con un tale anticipo è sicuramente motivo di orgoglio per Soragna, che però non vuole correre il rischio di ingigantire quanto fatto quest’anno: “Un’impresa non lo è stata, anche perché siamo sempre rimasti nelle zone basse della classifica. C’è chi da neopromossa ha fatto davvero i numeri. Trento sta facendo molto bene. Ora noi pensiamo solo a goderci il campionato senza pressioni”. Il calendario, quando ormai la classifica non ha più nulla da dire per l’Orlandina, ha pensato bene di consegnare agli uomini di Griccioli una sfida di assoluto prestigio contro l’Olimpia Milano: “Non dobbiamo essere troppo sereni – dichiara Soragna – altrimenti rischiamo di arrivare morbidi. Deve essere una giornata di festa per il paese, noi dobbiamo essere molto intensi e avere il gusto di giocare contro i più forti. Servono le motivazioni per fare una bella partita, l’importante è vedere la voglia di fare una bella partita”.

D’altronde, in questa stagione, di belle partite al PalaFantozzi se ne sono viste tante. È proprio davanti ai propri tifosi che l’Orlandina, secondo Soragna, ha dato il meglio di sé. Soprattutto nel finale del girone d’andata: “Abbiamo fatto quel filotto contro Sassari, Cantù e Venezia in casa, tre partite che hanno dato al pubblico la consapevolezza di essersi divertito e di aver assistito ad uno spettacolo di Serie A”. La partita più importante per tutto il gruppo, però, è arrivata lontano da casa: “Credo inoltre che la partita di Avellino abbia sancito nella nostra testa il raggiungimento della salvezza – prosegue l’argento olimpico di Atene – venivamo da una situazione difficile e ce la siamo cavata egregiamente”.

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Non usa praticamente mai il plurale, Soragna. Da bravo capitano sa che il merito dei successi è tutto del gruppo, che mai come quest’anno si è dimostrato solido. Conoscenza ed esperienza hanno influito parecchio nel rendere stabile tutta la rosa a disposizione di Griccioli, con una lode in più per quelli che Soragna stesso definisce i “vecchietti” dell’Orlandina: “Se devo essere sincero, il gruppo degli italiani è stato molto unito. Quando le cose non andavano bene abbiamo avuto lucidità e ci siamo fatti trovare pronti. Mi piace guardarla dal nostro punto di vista, ma gli americani hanno fatto prestazioni stupende che ci hanno permesso di vincere le partite di quel trittico casalingo”. Anche chi, tra i giocatori di maggiore esperienza, si è trovato per la prima volta a lottare per la salvezza, ha dato un contributo fondamentale: “Chi è abituato da tanti anni a vedere certe situazioni sa come affrontarle – precisa Soragna -. Basile era alla prima lotta per la salvezza, per la prima volta ha visto un campionato diverso, ma è un ragazzo di un’umiltà tale e ne ha viste talmente tante che si è fatto trovare pronto. Un po’ più di solidità è arrivata da noi vecchietti”.

E il “vecchietto” Soragna che intenzioni ha per la prossima stagione? La carta d’identità dice 39, ovvero gli anni compiuti a dicembre, ma il campo quest’anno ha dato ben altro verdetto: “Quest’anno avevo voglia di mettermi in competizione per una questione di orgoglio. Credo di poterci stare ancora, quest’anno mi sono divertito. Se il mio fisico me lo permette e se proprietà e allenatori lo vogliono, a me non dispiacerebbe continuare”. Un futuro che si avvicina, ma per il quale è inutile fare ragionamenti allo stato attuale delle cose: “Ora come ora è presto per parlarne. Deve passare l’estate, poi farò le mie valutazioni a bocce ferme”. E allora spazio al presente, e ad un’Orlandina che ritrova il proprio palazzetto dopo due turni di esilio in quel di Trapani: “Anche per i nostri tifosi sarà il modo per darci il bentornato. A Trapani però ci hanno seguito in tantissimi, hanno fatto degli sforzi e va dato loro atto di ciò. Però sappiamo che troveremo un Palafantozzi pieno di gente che canta e urla per farci sentire il proprio calore”. Una passione, quella dei tifosi orlandini, destinata a trascinare ancora Soragna e compagnia in Serie A.

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18 Aprile 2015, 20:00

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