Cara Michela, scusaci

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30 Ottobre 2013, 15:58

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Cara Michela Stancheris, scusaci. Ci rivolgiamo a te col pronome della confidenza, perché certe lettere hanno proprio bisogno di certi pronomi. Può capitare che un buon giornalismo preveda effetti collaterali sgradevoli. Tu chiedi silenzio sulla tua vita privata, specialmente dopo che il presidente Crocetta ha motivato un ormai celebre viaggio in America con una ‘grave malattia’.

Noi avevamo pubblicato la foto spiritosa che ti ritraeva col pigiama da Superman. Noi avevamo raccontato della tua visita negli Usa. Hai risposto con spirito e con garbo, consapevole del ruolo di un personaggio pubblico che, suo malgrado, finisce sempre sotto i riflettori. Questione sistemata, grazie alla tua capacità di metterle un freno, con ironia e allegria.

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Poi è capitato ciò che non abbiamo potuto fare a meno di notare. Nel corso di una seduta in Aula – non una qualunque, si discuteva la sfiducia alla giunta – il presidente Crocetta ha spiegato la trasferta americana, motivandola con una malattia che necessiterebbe di cure e attenzione. Di più non vogliamo sapere, né cercheremo di andare oltre. In una zona così intima nessuno deve entrare, nemmeno il dogma della stampa libera che rendiconta ogni aspetto di una personalità istituzionale, perché i lettori hanno il diritto di conoscerla e decidere se fidarsi o non.

La chiudiamo qui, augurandoti affettuosamente tutto il bene possibile. Con una postilla: il riferimento del governatore era teso a una sincera e generosa difesa, ne siamo convinti. Purtroppo, ha provocato uno spiacevole corollario: l’attenzione ancora morbosa su un fatto che va, con rispetto, consegnato al silenzio.

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30 Ottobre 2013, 15:58

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