14 Gennaio 2011, 15:59
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Vittorio Feltri è attuale direttore editoriale del quotidiano Libero, avendo da poco lasciato la direzione del Il Giornale al collega-direttore Alessandro Sallusti. Feltri è memeticamente “antipatico”; nella sua corposa carriera giornalistica grazie al suo dire sempre acceso, diretto e senza mezze misure, ha collezionato una serie indefinita di antipatie personali.
Direttore, la Sicilia vista da fuori che terra è?
“Da un punto di vista ambientale è una terra bellissima, non in grado di sfruttare appieno le proprie risorse naturali paesaggistiche. Il turismo siciliano non è adeguatamente promosso, altrove. Non credo che tale mancanza sia da addebitare unicamente ad una classe politica poco responsabile, ma anche ad una classe imprenditoriale che non sa farsi strada. Pensiamo al Veneto di 30-40 anni fa, era una zona depressa, ma è riuscito grazie all’imprenditoria locale ad emergere. Certo, in Sicilia, la classe politica fa molto poco. Le infrastrutture appartengono alla preistoria però si pensa al Ponte sullo Stretto. Inconcepibile”.
Nei giorni scorsi il suo giornale, Libero, ha messo in mostra i conti della Regione, perché?
“E’ scellerato il modo di gestire i conti della Regione Siciliana, sia in termini di risorse umane sia economiche. La Sicilia messa a confronto con altre Regioni, come la Lombardia, è veramente fuori misura. Non può essere l’autonomia dello Statuto la ragione di tanta schizofrenia gestionale”.
La classe politica siciliana che immagine offre di se stessa?
“Indubbiamente, a Roma si fa sentire poco. Il Federalismo fiscale così per come è stato concepito è una vera schifezza, non favorisce in alcun modo il meridione di Italia; se dovesse passare, sarà ancora una volta la dimostrazione della non grande capacità dei politici siciliani”.
Sono tutti da buttare i politici a marchio Sicilia?
“Assolutamente no. Apprezzo e stimo molto l’attuale ministro della Giustizia Angelino Alfano. Plaudo anche altri. Altri ancora… meglio lasciare perdere…”.
Da un po’ di tempo il Tg1 di Minzolini manda in onda servizi “poco amichevoli” sulla gestione del presidente Lombardo, cosa ne pensa?
“Sappiamo bene che ciò che funziona non fa notizia…”
Strizzando l’occhio alla realtà nazionale, quali scenari politici futuri prevede?
“Difficile da dirsi, molte le variabili in campo. Anche la stupidità di qualcuno è una variabile. E’ finita l’educazione democratica. La destra guarda troppo a Berlusconi, anche quella fascista; la sinistra guarda. Punto. La classe politica siamo noi cittadini riflessi, siamo noi che li eleggiamo. Come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina”.
Direttore, perché è così antipatico?
“Sono antipaticcismo perché guardo la realtà in faccia, solo così potrai avere la possibilità di modificarla. E di questi tempi, il tessuto sociale meriterebbe di essere stravolto. Lo dico ai giovani soprattutto ai giovani siciliani, di lottare per il cambiamento. Così non va. In giro per il mondo, per l’Italia, tanti siciliani fanno onore alla vostra terra. Ma per cambiarla, bisogna avere il coraggio di rimanerci”.
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14 Gennaio 2011, 15:59