05 Giugno 2020, 12:36
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CATANIA – Il Comando Provinciale, attivamente impegnato da ultimo anche nello svolgimento dei servizi tesi a contenimento della diffusione del fenomeno epidemico da COVID-19, ha il suo punto di forza nella diffusione capillare sul territorio (ove è presente con 9 Compagnie, 2 Tenenze, 62 Stazioni, assicurando nella città come nei centri minori, tutte le funzioni per garantire l’ordinata convivenza civile con l’essenziale contributo dei reparti speciali – R.O.S., Nucleo Antisofisticazione e Sanità, Nucleo Operativo Ecologico e Nucleo Ispettorato del Lavoro). Nell’ultimo anno sono state svolte oltre 50.000 pattuglie e perlustrazioni nel corso delle quali sono state identificate 158.259 persone.
Significative sono state le circa 55.000 risposte alle chiamate pervenute alle Centrali Operative del Comando Provinciale e delle Compagnie tramite il 112 Numero Unico di Emergenza, cui sono seguiti circa 18 mila interventi per soccorso, per reati e per privati dissidi. Tra i numerosi episodi attestanti la vicinanza dell’Arma alla popolazione si segnala quello verificatosi il 18 febbraio 2020, allorquando l’operatore di turno alla Centrale Operativa del Comando Provinciale ha intrattenuto con sensibilità ed efficienza al telefono un anziano solo e al freddo, riuscendo a farlo desistere dal porre in essere un proposito suicidiario mediante l’utilizzo di una bombola del gas.
Con riferimento allo stesso periodo, apprezzabile è risultato l’impegno profuso nel contrasto delle manifestazioni criminali, inerenti anche allo spaccio di sostanze stupefacenti, ove particolarmente incisiva è stata l’azione condotta nell’intera provincia nel versante della lotta al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti con ben 532 arresti eseguiti ed il sequestro di ingenti quantitativi di droga. L’incessante attività di contrasto alla criminalità organizzata ha permesso inoltre di sottrarre ai “clan” catanesi un numero consistente di armi pari a 297 tra pistole, fucili ed armi bianche.
In particolare, si evidenzia l’impegno dell’Arma etnea nel contrastare il fenomeno delle estorsioni che ha consentito, anche grazie ad una rinnovata fiducia nelle Istituzioni da parte delle vittime, l’arresto di oltre 116 persone. Nell’anno trascorso, le Stazioni e tutte le componenti investigative e radiomobili del Comando Provinciale di Catania hanno denunciato in stato di libertà 5.697 persone e ne hanno tratte in arresto 2.516, ma soprattutto hanno perseguito 28.977 reati, che corrispondono all’78% delle denunce complessivamente presentate.
Significativo, altresì, l’impegno dell’Arma etnea nel contrastare il triste fenomeno della violenza di genere, in special modo quella sulle donne, che ha fatto registrare nell’ultimo anno una rinnovata fiducia delle vittime a rivolgersi alle Istituzioni. A livello provinciale i risultati ottenuti dai Carabinieri nello specifico settore hanno portato a oltre 89 arresti in flagranza e circa 188 misure cautelari eseguite su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Particolare rilievo, oltre alle Stazioni Carabinieri dislocate in ogni piccola comunità della provincia, ha assunto la stanza dedicata alle vittime della violenza di genere, inaugurata il 25 novembre 2016, con la collaborazione dell’Associazione Soroptimist International – Club di Catania – ubicata all’interno del Comando Stazione Carabinieri di Piazza Giovanni Verga, luogo in cui numerose donne hanno trovato il coraggio di dire basta alla violenza.
Di seguito si riportano le operazioni di servizio maggiormente significative condotte nell’ultimo anno:
Il provvedimento trae origine da un’indagine, denominata “Ghibli”, condotta nei mesi di maggio-luglio 2018, che ha consentito di accertare la responsabilità degli indagati in relazione alla commissione di 6 rapine, di cui 1 tentata, effettuate ai danni di uffici postali, farmacie, distributori di benzina e supermercati ubicati nei Comuni di Acireale, Aci Catena, Viagrande e San Giovanni La Punta;
L’indagine, denominata “Black Lotus”, ha riguardato personaggi affiliati al gruppo di “San Pietro Clarenza e Barriera” ed al gruppo di “Lineri” della famiglia mafiosa “Santapaola-Ercolano”;
L’indagine, denominata “Morgantina” ha consentito di sgominare una vera e propria banda bene organizzata, di consolidata esperienza criminale ed elevata pericolosità sociale, dedita a furti e rapine nelle provincie di Catania, Enna e Siracusa;
Con lo stesso provvedimento, inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo di società e beni mobili per un valore complessivo calcolato in € 12.660.000;
L’indagine, denominata “Overtrade”, veniva avviata allo scopo di monitorare le attività del gruppo di Mascalucia e dei suoi associati all’indomani della scarcerazione di MAZZAGLIA Salvatore e del genero CASESA Mirko, entrambi personaggi di vertice nella famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola – Ercolano.
Nel corso dell’indagine denominata “Fake Crash”, è emerso che i soggetti destinatari della misura cautelare hanno costituito una associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti tra i quali il fraudolento danneggiamento dei beni assicurati, mutilazione fraudolenta della propria persona e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità;
L’indagine, denominata “Cursor”, ha consentito di accertare la responsabilità degli indagati in merito ad una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti avvenuta nei comuni di Catania, Ramacca e Caltagirone;
Il provvedimento è scaturito da articolata attività d’indagine, denominata “Thor”, avente ad oggetto 23 omicidi (tra cui un triplice omicidio, due duplici omicidi e complessivi 3 casi di c.d. lupara bianca), commessi dalla fine degli anni ’80 al 2007.
Tra gli episodi in ordine ai quali si è proceduto, vi è il duplice omicidio di SANTAPAOLA Angelo e di SEDICI Nicola, commesso il 26 settembre 2007 e per il quale ad oggi vi è sentenza definitiva solo nei confronti di AIELLO Vincenzo Maria, già rappresentante provinciale della famiglia;
L’indagine, convenzionalmente denominata “Notti Bianche”, ha consentito d’individuare l’esistenza di un sodalizio criminoso promosso e diretto da appartenenti alla associazione di tipo mafioso denominata “Cappello- Bonaccorsi” dedito alla commissione di reati contro il patrimonio con la tecnica della cosiddetta “spaccata/esplosione” dei bancomat/postamat, nel territorio di Catania, Siracusa ed Enna;
L’indagine, denominata “Esculapio”, ha consentito d’acquisire elementi di responsabilità da parte degli indagati in ordine ai reati di truffa, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsa perizia e frode processuale;
L’indagine denominata “Jungo” ha disarticolato il clan “Brunetto”, egemone in gran parte dell’area jonica della provincia etnea e legato a cosa nostra catanese, rappresentata dalla famiglia “Santapaola-Ercolano”;
L’indagine, denominata “Malupassu”, ha riguardato esponenti apicali ed affiliati alla famiglia di cosa nostra denominata “Santapaola- Ercolano” attiva nel capoluogo e in tutta la provincia etnea, responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed altri reati.
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05 Giugno 2020, 12:36