Cardiochirugia pediatrica | C'è la proroga per il “Bambin Gesù” - Live Sicilia

Cardiochirugia pediatrica | C’è la proroga per il “Bambin Gesù”

In attesa che sia pronto il nuovo polo all'Ospedale dei bambini, ecco il rinnovo temporaneo all'Istituto. Ma non mancano dubbi e polemiche

PALERMO – La cardiochirurgia pediatrica? Tornerà a Palermo. Ma intanto, resta a Taormina. Per il momento, infatti, la Regione ha deciso di non decidere. E con una lettera firmata ieri dal presidente della Regione Rosario Crocetta, l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi e il dirigente generale Gaetano Chiaro, ha autorizzato l’Asp di Messina a prorogare “per una durata non superiore a un anno”, la proroga della convenzione col “Bambin Gesù”.

La proroga

Una proroga che era nell’aria, ma che per il momento lascia tutto com’è. Se si esclude – pare – un sostanzioso taglio al budget destinato all’Istituto. Che intanto però resta dov’è. Nonostante i dubbi su quella convenzione sollevati già dal primo giorno del suo insediamento proprio dall’assessore Gucciardi. Dubbi che ovviamente non riguardavano tanto la qualità dell’istituto romano, quanto la convenienza economica di quel protocollo, voluto dall’allora assessore Massimo Russo. Ma non solo. Le ombre si sono allungate anche sulle opere compiute dall’istituto all’ospedale di Taormina, investimenti milionari che secondo il Bambin Gesù dovrebbero essere “coperti” dalla Regione. Una lettura diversa, quella dell’assessorato alla Salute, che ha invece nominato una commissione interna all’Asp di Messina per verificare la congruità di quelle spese e l’effettiva utilità.

Gucciardi: “Il polo tornerà a Palermo”

Ma intanto, si va avanti così. Di fatto neutralizzando, almeno per qualche mese, quella che era diventata una guerra dal sapore politico. La convenzione col Bambin Gesù sarebbe infatti scaduta proprio oggi. Ed ecco arrivare la lettera del governo, che prolunga il rapporto con la Regione, “nelle more” che si attrezzi l’Ospedale Di Cristina di Palermo (che fa capo all’Arnas Civico) dove dovrà sorgere il polo pediatrico. “E sarà così – conferma Gucciardi – ma servirà un po’ di tempo. Quello necessario per una start-up, per la formazione degli infermieri e per la messa a regime del nuovo centro. Nel frattempo, il Bambin Gesù assicurerà la continuità del servizio”. A che prezzo? I dettagli economici della proroga non sono ancora noti. Ma dall’assessorato assicurano che verranno garantite solo le somme relative alle prestazioni. “Rimane in sospeso – spiega Gucciardi – la questione relativa alla opere e agli investimenti. C’è una commissione che sta verifcando le modalità delle gare e degli affidamenti. Vedremo”.

Gli investimenti del “Bambin Gesù

Si tratta, per intenderci, di interventi dell’Istituto per circa 11 milioni di euro. Ma che la Regione non è così certa di dover riconoscere al Bambin Gesù. E i dubbi emersero già in occasione di una riunione della commissione Salute all’Ars di tre anni fa: “Il Bambin Gesù ha presentato – si legge nel verbale depositato all’Ars – una richiesta di refusione per circa 10 milioni per acquisti realizzati senza autorizzazione poiché la Città del Vaticano, dove ha sede giuridica l’ospedale, non soggiace alle gare ad evidenza pubblica”. Insomma, l’Istituto non era obbligato a rispettare quelle regole alla base dei trasferimenti e degli appalti nella pubblica amministrazione siciliana. Una procedura legittima. Ma che ha allungato nuove ombre su quelle spese.

La guerra politica

Ma in tanti si sono schierati in questi giorni a difesa dell’istituto di Taormina. Tra questi, anche il commissario in Sicilia di Forza Italia: “Nessuno tocchi il Bambin Gesù”. Una posizione che si scontra con i tanti, sempre nel mondo della politica, che spingono per il ritorno a Palermo della cardiochirurgia pediatrica, nel nuovo centro Ismep. Tra loro, anche il presidente della Regione Crocetta, il presidente della commissione salute all’Ars Digiacomo e anche diversi esponenti dell’opposizione (come il capogruppo del Cantiere popolare Toto Cordaro). Ma al di là della politica, sono tanti i movimenti, spesso composti dai genitori dei piccoli malati di cuore, che da tempo chiedono il ritorno della cardiochirurgia pediatrica a Palermo. È il caso ad esempio dell’associazione “Movimento per la Salute dei Giovani” guidata da Fabrizio Artale, che ha deciso, come ultima manifestazione di protesta, di scrivere una lettera aperta al premier Matteo Renzi: “Ci siamo fidati di voi – scrive l’associazione – affinché si potesse riattivare un efficiente Centro di Eccellenza a Palermo dopo 6 lunghi anni di forzato esilio nell’inadeguato Ospedale provinciale di Taormina. Purtroppo, la comprovata professionalità dei bravi medici dell’ospedale capitolino “Bambino Gesù” è stata relegata in un nosocomio inadatto per la grave ed innegabile inesistenza di tutti i reparti pediatrici inscindibili e necessari per una complessa assistenza sanitaria di terzo livello. Con oscuri meccanismi, nel 2010, – prosegue – si è proceduto ad uno spostamento illogico ed insensato dell’esistente ed operativo reparto da Palermo a Taormina, con elevatissimi costi e con la bugiarda promessa che tutto ciò era un “trasferimento temporaneo”. Malgrado le vane e deludenti dichiarazioni del Presidente Crocetta, dell’Assessore Gucciardi e di tanti altri amministratori, la problematica rimarrà vergognosamente irrisolta”. Ma per l’assessore le cose stanno diversamente: “La cardiochirurgia pediatrica tornerà a Palermo. Spero già entro la fine del 2016”. Il tempo necessario per mettere in funzione il nuovo polo palermitano.

Nel “mirino” anche il Rizzoli

Così, quindi, sembra destinata a chiudersi l’esperienza della convenzione voluta ormai sei anni fa da Massimo Russo. Ma su un altro di questi accordi, presto potrebbero accendersi i riflettori e scatenarsi nuove polemiche. Si tratta della vicenda del centro ortopedico d’eccellenza Rizzoli, di Bagheria. “Ventidue milioni – l’attacco del deputato del Partito dei siciliani Dino Fiorenza – sono regalati ogni anno da più di quattro anni ad una struttura ospedaliera del nord per svolgere attività di routine in Sicilia, quando invece con somme molto inferiori si potrebbe finalmente attuare il piano che voleva a Catania la realizzazione di un polo di eccellenza ortopedica presso l’ospedale San Marco di Librino. E’ ora – aggiunge – che si accertino i reali benefici, ammesso che ve ne siano, della convenzione stipulata dal Santa Venera con il Rizzoli di Bologna per le attività ortopediche, a fronte di un costo che definire pazzesco è poco. In questi anni dalla Sicilia – prosegue Fiorenza che di mestiere fa proprio l’ortopedico – sono partiti verso Bologna quasi 90 milioni di euro senza che si arrestasse minimamente la triste prassi dei viaggi della speranza, perché l’assurdità è che la convenzione esclude proprio le casistiche (l’oncologia ortopedica e l’ortopedia pediatrica) per le quali si registrano la maggioranza dei viaggi fuori Sicilia. La Regione – prosegue Fiorenza – ha il dovere di intervenire perché si arresti questo inutile flusso di denaro, destinando parte delle risorse così ricavate a portare a termine il piano di realizzazione del polo di eccellenza al San Marco, con una struttura che potrà dare risposte non solo ai Siciliani ma anche a tutto il Meridione”. Dopo il Bambin Gesù sarà il turno del Rizzoli?


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