21 Maggio 2016, 18:15
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PALERMO – È partita la “controffensiva”. Quando anche il presidente della Regione Crocetta si era convinto a riportare la cardiochirurgia pediatrica a Palermo, ecco la levata di scudi del centrodestra. Con in testa il commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Micciché: “Nessuno tocchi il Bambin Gesù”.
Nuovo braccio di ferro tutto politico, quindi. Che si arricchisce anche nel contributo di esponenti del Nuovo centrodestra di Alfano, il partito del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Insomma, adesso in tanti sembrano voler lasciare nelle mani dell’Istituto romano il centro della Sicilia orientale. Ma su questa convenzione i dubbi non mancano, e da tempo. Espressi apertamente anche dall’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi, che fin dal suo insediamento aveva annunciato la verifica della convenienza economica di queste strutture. Le ombre, in particolare, ricadono su affidamenti per oltre dieci milioni di euro per i quali l’Istituto richiede alla Regione il “rimborso”. Rimborso non dovuto, o almeno non totalmente, secondo il governo regionale. Non a caso è stata costituita una commissione, voluta dall’Asp di Messina, per verificare congruenza dei costi e necessità degli investimenti. Una querelle piovuta anche in commissione Salute all’Ars, dove è giunta una bozza di rinnovo, a prezzi assai più “accessibili” per la Sicilia.
Insomma, quando tutti sembravano concordi nel trasferimento dell’Unità di cardiochirurgia a Palermo, e in particolare al Civico, ecco la protesta di pezzi della politica. Uniti, per una volta, Forza Italia e Ncd. “Togliere a Taormina la cardiochirurgia pediatrica è un errore madornale e Forza Italia vi si opporrà con tutte le forze. I numeri e i dati di cui sono in possesso mi dicono che siamo di fronte a un’eccellenza e le eccellenze vanno tutelate, non spostate”, l’affondo di Micciché. E i dati in possesso al commissario di Forza Italia, probabilmente “dichiarati” dagli stessi amministratori del Bambin Gesù, parlano di tremila ricoveri, 60 pazienti operati in Neonatologie esterne nel territorio di Sicilia e Calabria. Altri elementi considerati d’eccellenza alcune strutture come un laboratorio di Emodinamica per procedure ibride ed attrezzature costate tra i 2 e 4 milioni di euro.
Elementi sufficienti per il mantenimento a Taormina, anche secondo il deputato di Ncd e presidente della Commissione bilancio all’Ars Vincenzo Vinciullo: “L’ipotesi di privare la Sicilia orientale e la Calabria della cardiochirurgia pediatrica del Bambin Gesù -ha detto – è assurda. Si tratta di una ipotesi sostenuta in maniera campanilistica e priva di alcun valore scientifico. Una ipotesi che non può essere presa in considerazione”. Ma sul centro gestito dal Bambin Gesù non mancano i dubbi, come detto. Come quelli espressi da un altro esponente di spicco di Forza Italia, cioè l’ex coordinatore Vincenzo Gibiino: “Con due diverse interrogazioni, rivolte al ministero della Salute e alla Giunta regionale siciliana, insieme al deputato azzurro all’Ars, Vincenzo Figuccia, – ha detto – ho chiesto alle Istituzioni di fare chiarezza sulle liste d’attesa che riguardano il reparto di cardiochirurgia pediatrica di Taormina, dove circa 250 bambini attendono di essere sottoposti a risonanza magnetica per il mancato funzionamento del macchinario. Assordante silenzio dalla Lorenzin e da Crocetta nelle aule parlamentari, superficiali dichiarazioni a mezzo stampa invece rilasciate su altri settori. Proseguono intanto gli inaccettabili viaggi della speranza verso l’ospedale Bambin Gesù di Roma”.
Insomma, mentre il commissario Micciché parla di centro d’eccellenza, l’ex coordinatore azzurro punta il dito contro le inefficienze del centro. Ma per Gibiino, il problema del mantenimento del centro a Taormina è solo un falso problema: “Assistiamo a sterili dichiarazioni di spostamento del centro cardiologico pediatrico da Taormina a Palermo – prosegue infatti Gibiino –, ma nessuno va al ‘cuore’ del problema. I reparti funzionano? Le operazioni chirurgiche sui cuoricini rispettano gli standard di buona riuscita oppure no? Le strutture rispondono ai fabbisogni standard del territorio ed ai livelli essenziali delle prestazioni? Oppure siamo cosi a sud che nessuno monitora spese, tasse e resa della prestazione sanitaria? Aspettiamo risposte. Se non giungeranno sarà necessario avviare i dovuti approfondimenti sino a chiedere con forza un’inchiesta che riporti sul caso verità e trasparenza”.
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21 Maggio 2016, 18:15