25 Febbraio 2022, 16:24
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PALERMO – Gli uomini neri si aggiravano sui tetti. Nero era il colore degli abiti, dei passamontagna e dei guanti che indossavano nel giorno di dicembre 2020, quando si calarono dal terrazzo fin dentro la casa di Carini dove viveva una coppia di facoltosi anziani.
La ripulirono. In cassaforte trovarono 100 mila euro in contanti, gioielli e orologi d’oro che ne valevano altri 60 mila. Si tratta di uno dei colpi ricostruiti dalla Procura di Palermo e dai carabinieri che hanno arrestato quattro persone.
Andarono a colpo sicuro. Un nipote delle vittime si era lasciato scappare con il figlio di Marco Damiata, uno degli arrestati, che c’era una fortuna nella cassaforte dietro il quadro. Una notizia troppo ghiotta per non sfruttarla.
Il nipote raccontò ai carabinieri di avere visto, il giorno della rapina, Massimiliano Razzanelli (altro arrestato) mentre spazzava in un garage davanti alla casa dei nonni. Per costringerlo al silenzio il nipote sarebbe stato intimidito.
Così Salvatore Abbate, anche lui in carcere, raccontava alla moglie di Damiata: lo avevano costretto a salire in macchina con la forza, condotto al cimitero e intimidito al tal punto da “averlo fatto cagare addosso, tremava tutto”.
In un successivo colpo del maggio 2021 i ladri erano ormai monitorati. I carabinieri hanno ascoltato il furto in diretta. Ecco cosa diceva Abbate: “… pure l’armadio ho spostato, i comodini ho levato, le bombole le ho alzate, il bagno, dentro il water… ho rischiato perché? Per 300 euro e mille dollari che ho dato a mia madre”.
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25 Febbraio 2022, 16:24