Caro Matteo, di’ qualcosa | sull’omicidio stradale

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15 Settembre 2014, 07:49

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Caro Matteo, ancora una volta eccomi a scriverti, con tutto il rispetto che si deve al capo del Governo, ma anche, con tanta ferma volontà e con la dignità di donna, di moglie colpita al cuore, di onesta cittadina italiana. Come ho detto e scritto più volte, io non mollo, e aspetto che Tu mi dia ascolto, e aspetto, con pazienza, di avere l’occasione di incontrarti, citando il mitico Catarella in Montalbano “di persona, personalmente”. Per parlarti del reato di omicidio stradale, guardandoti negli occhi, e per “suggellare” il tuo impegno a fare in fretta, e a metterci la faccia come capo del Governo, con una stretta di mano, che tra persone “serie” vale molto di più di un sigillo per chiudere il patto.

Oggi sei qui a Palermo a parlare ai ragazzi in occasione dell’anniversario della morte del Beato Padre Puglisi che in Sicilia coincide con l’inizio dell’anno scolastico. Sicuramente parlerai di legalità, di futuro, di responsabilità, di rispetto per le istituzioni e per la giustizia. Non posso perdere questa occasione, ecco perché sono ancora una volta qui a scriverti e a chiederti di ascoltarmi. Sono sempre io Marina Fontana, la donna che lo scorso anno, la notte tra il 26 e 27 luglio 2013, con mio marito, Roberto Cona, è stata vittima di un gravissimo incidente automobilistico, causato da un TIR che ci ha travolto mentre eravamo fermi, in coda, per un restringimento di carreggiata. Mio marito è morto, ucciso da un autista distratto, che non ha letto le segnalazioni di coda, visibili già due chilometri prima. A me è rimasto l’immenso dolore per la perdita di Roberto (avevamo solo 1 anno e 3 mesi di matrimonio), attenuato solo dal sapere che i suoi organi hanno ridato vita e speranza a sei persone, e gli esiti delle molteplici fratture vertebrali e costali che mi impediranno per sempre di avere una vita “normale”.

Da quel momento faccio a botte ogni giorno con il dolore, ma non ho mai smesso di lottare affinché sia legge il reato di omicidio stradale con l’intento di mantenere fede all’impegno assunto con il mio Roberto: “esserci l’uno per l’altro, e far prevalere, sempre, il dono dell’amore”, e con la speranza di non vanificare la sua morte contribuendo alla istituzione del reato di omicidio stradale, consapevole che tutto quello che sto cercando di fare non avrà effetti su di me, il penale non è mai retroattivo, ma su altre famiglie che potranno sentirsi tutelate da una Giustizia che oggi non esiste per noi. Non dobbiamo smettere di “ PRETENDERE uno Stato che dia certezze, e che dia tutela, e non dobbiamo mai smettere di “esigere” una politica che sappia “fare” SEMPRE “la cosa giusta”. Ognuno di noi deve metterci la faccia ed avere il coraggio.

E considerando il successo della campagna #IceBucketChallenge, che ha consentito di mettere in evidenza la drammatica realtà dei malati di SLA, ho pensato a noi familiari delle vittime della strada e ho deciso di provare a chiedere la stessa attenzione, per approvare l’omicidio stradale registrando un video appello a lei presidente Renzi e a tutto il suo Governo. Basta promesse fatte e non mantenute, vogliamo giustizia, pene certe e non vendetta, per tutte le vittime innocenti che perdono la vita a causa di autisti che decidono di non rispettare le regole. E penso che loro sentano il nostro amore… che continua e da lassù stanno dando una mano a questa campagna. I video si stanno moltiplicando, parenti di vittime della strada, persone della politica, come Barbara La Rosa, che ci sta aiutando a diffonderli chiedendo alla politica, senza distinzione di partito ed ideologia di #mettercilafaccia. E in questi giorni sono stati registrati tanti video, persone comuni, bambini, persone dello spettacolo, parenti di vittime della strada, e tanti politici…

Finalmente una politica unita, almeno nell’intento, sull’omicidio stradale. E adesso caro Matteo, spero sia una vera svolta, spero sia adesso, spero sia subito. Sono fiduciosa che, nonostante i tentennamenti e i ritardi, l’impegno assunto da te Presidente Renzi nel discorso di insediamento del governo, sull’istituzione del reato di omicidio stradale sarà mantenuto, ma basta attese non c’è più tempo da perdere. Bisogna fare in fretta. A tale proposito mi preme evidenziarti una questione che, al momento, non sembra essere presa in considerazione dalle proposte in discussione. Secondo alcune proposte di legge, il reato di omicidio stradale verrebbe imputato a “Chiunque ponendosi consapevolmente alla guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o psicotrope ai sensi, rispettivamente, degli articoli 186, comma 2, lettera b) e c) e 187 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, cagiona la morte di un uomo ….”. Questa impostazione esclude ed “assolve” tutti coloro che causano la morte di persone guidando in modo consapevolmente distratto.

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I dati e le analisi ufficiali dimostrano che il 51 % degli incidenti stradali è provocato dalla guida distratta. Basta pensare a coloro che guidano parlando al cellulare o leggendo o spedendo messaggi o ancora chi segue un film sul proprio tablet o chi, pur essendo stanco, continua a guidare fino ad essere sopraffatto dal sonno. Ritengo che chiunque, durante la guida, pone in atto comportamenti tali da ridurre l’attenzione e la capacità di reagire tempestivamente alle variazione delle condizioni di viabilità ed ai pericoli che da ciò derivano, debba essere ritenuto consapevolmente distratto e perciò stesso responsabile almeno quanto colui che si pone consapevolmente alla guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o psicotrope.

Non ci sono scuse e giustificazioni, per chi gioca con il telefonino mentre guida, per chi si distrae, per chi non rispetta i limiti di velocità e corre all’impazzata, come per chi si mette al volante ubriaco o drogato, non ci sono attenuanti, quando sei al volante devi stare concentrato sulla strada e su quello che succede, queste persone sanno benissimo le conseguenze che possono provocare e quindi accettano consapevolmente il rischio di uccidere. Servono pene esemplari che siano un vero deterrente, pene certe e processo immediato, e in alcuni casi anche l’ergastolo della patente. Dobbiamo smetterla di trovare sempre alibi, dobbiamo smetterla di non affrontare il problema e accusare di voglia di vendetta ed emotività chi parla con sobria lucidità, nonostante un grande dolore.

Il mio appello a te, caro Matteo, e a tutto il tuo Governo è dunque di inserire un emendamento – che io chiamo amorevolmente e con dolore l’emendamento “ Roberto Cona” – per riconoscere la morte di persone “uccise” a causa di una guida consapevolmente distratta come “omicidio stradale”. Grazie per l’attenzione a nome mio, di mio marito Roberto, e di tantissimi altri nomi… una interminabile lista di innocenti. Spero di avere l’occasione di incontrarti “caro Matteo” qui a Palermo, o ovunque tu decida, per concludere il nostro “patto” con una semplice stretta di mano. Con rispetto.

Marina Fontana Cona

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15 Settembre 2014, 07:49

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