“Caro Matteo,| Noi ci siamo. E tu?” - Live Sicilia

“Caro Matteo,| Noi ci siamo. E tu?”

I giovani amministratori catanesi scrivono al premier. Le speranze e le attese in una lettera firmata dal più giovane consigliere comunale della Città, Agatino Lanzafame (28 anni, avvocato) e dal più giovane consigliere di municipalità, Antonio Fusco (21 anni, studente).

giovani amministratori
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“Caro Matteo,

ci perdonerai se scegliamo di darti del tu in queste poche righe che ti indirizziamo ma siamo certi che apprezzerai le nostre parole dirette e sincere molto più di tanti discorsi eleganti e formali che quotidianamente ti sono rivolti. Ti scriviamo per condividere con te i sogni, la rabbia e le aspettative di una generazione, la nostra, che non si è ancora stancata di credere e di lottare per un futuro migliore.

Ti scriviamo come figli di una terra dove, spesso, i sacrifici e gli investimenti (di tempo e risorse) fatti da noi giovani per la formazione personale si schiantano contro il muro della mancanza di opportunità che ha costretto, e costringe tutt’ora, molti dei nostri amici a lasciare la nostra città per realizzare i propri sogni.

Ti scriviamo come rappresentanti di una generazione che non si è rassegnata all’amara constatazione che“non c’è nessun treno che passa di qua” e che vuole continuare a scommettere sulla rinascita di una città, e di una terra, che non vuole lasciare.

Ti scriviamo per dare voce a tutti coloro che ogni giorno decidono di rimanere a Catania per coraggio e non per paura, perché credono nel suo riscatto e nella possibilità di costruire le loro famiglie ed il nostro futuro qui.

Ti scriviamo come giovani impegnati in politica, e per questo a volte guardati con diffidenza dai nostri amici e coetanei, perché riteniamo di avere il dovere di “metterci la faccia” e di impegnarci in prima persona per migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini.

Siamo certi che in tanti, singoli cittadini, partiti, sindacati, ti scrivono e ti scriveranno per chiedere qualcosa, a te personalmente o al governo, noi invece, abbiamo scelto di scriverti questa lettera per manifestare la disponibilità di una intera generazione a DARE qualcosa al Paese.

I giovani catanesi hanno talento, creatività, passione ed entusiasmo da mettere al servizio del paese e chiedono soltanto di non essere ostacolati nella realizzazione dei propri sogni. Siamo una generazione generosa, capace di dare tantissimo, di impegnarsi nel volontariato, nell’associazionismo, nello studio e nel lavoro. Una generazione che sa dare, e proprio per questo pretende quei diritti e quelle opportunità che le vengono negate.

Una generazione che vuole fare impresa ma rimane avvinghiata nei cavilli della burocrazia, nel cappio della criminalità organizzata, nella morsa delle banche che non concedono credito e delle pubbliche amministrazioni che non pagano. Una generazione che vuole lavorare, ma che piange il fatto che le grandi aziende non investono nella nostra terra per gli stessi odiosi motivi che ci impediscono di fare impresa in prima persona. Una generazione che vuole spendersi per la ricerca, ma deve prendere atto che 20 anni di politiche scellerate dei governi a Roma hanno tagliato le risorse disponibili. Una generazione che vuole intraprendere una professione ma viene scoraggiata dai costi proibitivi dell’avviamento, dalle mancate liberalizzazioni e dalla contrazione del mercato causata dalla crisi.

Una generazione che ha grandi idee e grandi ambizioni e che ti chiede solo una cosa: non lasciarci soli. Non lasciare sola una città, che stretta attorno al suo Sindaco, sta cercando di rialzare la testa e di ripartire dopo anni difficili in cui l’economia cittadina è stata stretta dalla morsa dei debiti e del malaffare.

Ti chiediamo di “cambiare verso”, veramente, e cioè di aiutarci a sconfiggere tutti quei “ma” che ci separano dalla realizzazione dei nostri sogni: ti chiediamo di favorire gli investimenti e di sbloccare i cantieri nella nostra città, di investire nel welfare e nelle politiche sociali non lasciando soli i Comuni, di investire nelle scuole e nelle università, specialmente nel sud Italia, di non retrocedere di un passo nella lotta alla criminalità e alla corruzione.

C’è una generazione pronta a fare la propria parte, a rimboccarsi le maniche, ma è necessario che la Politica, specialmente quella nazionale faccia la propria impegnandosi per ridare “ragioni di vita e di speranza” ai tanti giovani che sono ad un passo dal “non crederci più” (e l’astensionismo alle ultime elezioni dimostra che sono davvero tanti).

Ti scriviamo anche per dirti che siamo davvero stanchi di vedere attorno a te una politica che litiga alimentando le divisioni nel paese: il nord contro il sud, i giovani contro gli anziani, i lavoratori contro gli imprenditori. Siamo convinti che c’è un solo modo per “salvare” questo nostro paese ed è farlo tutti insieme. Per questo motivo ti chiediamo un impegno forte per ritessere i legami di solidarietà che tengono unito questo paese e che giorno dopo giorno sembrano sfaldarsi a causa dei colpi laceranti della crisi economica. E nel farlo, caro Matteo, ti chiediamo di partire dalle periferie, quelle geografiche così come quelle esistenziali.

Catania è una città meravigliosa, Matteo. E’ insieme centro e periferia. E’ cuore pulsante dell’economia siciliana e culla di uomini e donne di Cultura. Ma è anche una città fragile che si misura con tante povertà economiche e sociali, una città che con coraggio e spirito di solidarietà si trova in prima linea nell’accoglienza di tantissimi migranti che sbarcano nella nostra terra scappando dalla disperazione.Una città che sta rinascendo e che proprio per questo non può essere lasciata sola ed ha bisogno dell’impegno di tutti noi.

Con questa consapevolezza ti salutiamo, consegnandoti una frase di Don Pino Puglisi che ci è rimasta impressa e che tutti i giorni ispira il nostro impegno: “Se ognuno fa qualcosa… insieme si può fare molto”. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, e tu?

 

 


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