28 Agosto 2020, 19:31
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Caro Presidente Musumeci, essendo un uomo di spirito, colto, conoscitore del teatro e del cinema di qualità, ricorderà senz’altro quel capolavoro della filmografia italiana dal titolo ‘Non ci resta che piangere’. Ricorderà il talento di Roberto Benigni e Massimo Troisi. Ricorderà, capolavoro nel capolavoro, la lettera immaginaria a Savonarola.
E quel sublime. ” Savonarola, e che è….’. Un passaggio che ci è venuto in mente – con un sorriso di gratitudine rivolto ai due grandissimi e alla loro immensità universale – chissà perché, nel leggere le sue ultime dichiarazioni sul Tar che ha sospeso la sua ordinanza, per come sono state riportate. Eccole: “I fatti sono noti. Il governo ha impugnato la nostra ordinanza, lo ha fatto al Tar con un magistrato” che “qualcuno dice, ma è una ‘malalingua’, è stato consulente del presidente Zingaretti che è il capo del partito più importante al Governo (…).Finalmente abbiamo denunciato un’amara realtà è di fronte a questa denuncia il Governo nazionale fa finta di non capire e utilizza i magistrati”. La reazione non si è fatta attendere.
La questione dei migranti, specialmente nei giorni del Covid, è una cosa troppo seria e va affrontata celermente in un clima di cooperazione, senza dimenticare le gravi responsabilità del governo nazionale. A chi giova il muro contro muro? A che serve sollevare polemiche che portano altre polemiche? Si vuole alleviare la situazione? Lo scontro non è verosimilmente la strada giusta.
Ecco, forse, perché si è riproposto alla memoria quel passo della famosa lettera, fuori dal suo contesto originario. “Diamoci una calmata, come dire: tutti insieme”. Sì, tutti insieme, presidente, nella necessaria sintesi che il suo ruolo e la sua esperienza consigliano, come la consigliano l’esperienza e il ruolo degli interlocutori.
Diamoci una calmata, tutti insieme, per piacere. E scusi le (eventuali) volgarità.
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28 Agosto 2020, 19:31