Caro Salvini, diciamolo: la Sicilia non conta

Caro Salvini, diciamolo: la Sicilia non conta

Siamo gli ultimi in ogni ragionamento politico. E un po' ce lo meritiamo.
DIARIO ELETTORALE
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Caro Matteo Salvini, diciamolo chiaramente e diciamolo una volta per tutte: la Sicilia non conta niente. Prima vengono, in ordine sparso e modificabile: le Politiche, la Lombardia, il Lazio, il primato nel centrodestra, il derby Fontana-Moratti, etc etc…

Sa cosa ci ha rappresentato un siciliano, politico di lungo corso, trasecolato e indignato, parlando degli innumerevoli vertici del centrodestra: ‘Ma se lo ricordano che, quaggiù, si vota a settembre anche per la Regione, che si devono presentare, subito, le liste? Quando lo faccio presente, gli altri mi guardano allallati’.

‘Allallati’, caro Salvini, è una espressione indigena per offrire sommario resoconto dello stupore più stupito che esista, con uno sconfinamento nel surreale. Ti stai lavando i denti in bagno e vieni sfiorato da un treno. Uno resterebbe, appunto, allallato. Che diavolo ci fa un treno in bagno?

E lo sappiamo benissimo, che si ammetta o non, che la Sicilia conta zero. Che lei ha la testa alla vicenda lombarda e complessiva, mentre Giorgia Meloni pensa alla questione romana, con vista su Palazzo Chigi.

Ma, almeno, fino a questo momento, Fratelli d’Italia, a Palermo e dintorni, sta conducendo una battaglia coerente, spendendosi con forza per la riconferma di Nello Musumeci. Sarà giusto, sarà sbagliato… Le ipotesi, a riguardo, sono differenti, come è noto. Però, i meloniani stanno mostrando che la partita siciliana gli sta a cuore, nel quadro, ovviamente, di un complicato intarsio nazionale, e che sono pronti a vendere cara la pelle.

Lei invece, Salvini, sembra navigare sempre intorno alla stessa geografia politica. Rileggiamo le sue ultime dichiarazioni: “Il centrodestra unito è un valore aggiunto a livello nazionale, in Sicilia e in Lombardia. In Sicilia decidono i siciliani, come ho sempre detto. Non i milanesi o i romani”. Siamo a un livello emotivamente basico. Molto distante dalla furia con cui Gianfranco Miccichè va all’assalto di Musumeci e dallo schiumare di Ignazio La Russa, quando gli toccano Nello. Siamo, cioè, al compitino.

Caro Matteo Salvini, lo dica chiaramente che la sua testa e il suo cuore sono alloggiati altrove e che la Sicilia viene dopo, perché nulla conta sui tavoli nazionali della legittima discussione circa la spartizione politica. Non ci sarebbe nessuno scandalo a fotografare la situazione così com’è. In fondo, se restiamo perennemente marginali, è anche colpa nostra. (Roberto Puglisi)


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