02 Febbraio 2024, 18:01
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PALERMO – “La nostra città ha il diritto e il dovere di tornare a quella normalità dimenticata e che vogliamo restituire ai palermitani, perché non debbano più sorprendersi se la spazzatura viene ritirata e un autobus arriva puntuale”. Dopo un anno e mezzo e vari annunci, Carolina Varchi esce di scena: il vicesindaco del capoluogo siciliano in conferenza stampa traccia un bilancio dei 18 mesi passati come “numero due” di Roberto Lagalla, al suo fianco in un’affollata sala adiacente al Teatro Massimo.
“In questi 18 mesi ho firmato dieci documenti finanziari – ha detto Varchi che adesso si dedicherà a tempo pieno all’impegno di segretario alla Camera dei deputati -. Quando ci siamo insediati abbiamo trovato una città con un significativo ritardo sui bilanci, con una situazione finanziaria precaria, un piano di riequilibrio da rinegoziare e con il parere negativo della dirigenza. Grazie agli uffici e a un lavoro di squadra, abbiamo riportato normalità anche in questo settore e il fatto che il previsionale 2024 possa essere approvato nei termini di legge rappresenta una svolta”.
Parole al miele che “cancellano” i dissapori fra alleati vissuti in questi mesi e in effetti quasi tutti i partiti della coalizione sono presenti in platea, oltre ovviamente a presidenti di aziende, di circoscrizione e a meloniani di primo piano come Giuseppe Milazzo, Raoul Russo e Giampiero Cannella. Negando qualsiasi crisi alla Regione (“Nessun problema”, conferma il coordinatore Cannella), Varchi passa in rassegna i risultati ottenuti sui conti, sui cimiteri (“grazie al ministro Nello Musumeci per aver prorogato il commissariamento”), sui beni confiscati, elogiando i rapporti col governo nazionale di cui continuerà a occuparsi come consulente di Lagalla.
Il tema più delicato resta però quello delle partecipate, su cui la Varchi è entrata in rotta di collisione con gli alleati: suoi gli uffici che hanno fatto le pulci ai conti delle società provocando mal di pancia e malumori. “La mia formazione mi impedisce di considerare i privati una blasfemia – spiega il vicesindaco – ma nessuno dei presidenti o dei componenti dei cda vorrebbe far fallire le aziende o il Comune. Abbiamo lavorato per stringere le maglie ed eliminare gli sprechi in favore dell’efficienza, non si può ragionare di aumenti di tariffe senza modelli industriali all’altezza della quinta città d’Italia”. Parole a cui si accompagna l’assicurazione che entro il 2024 tutti i piani industriali delle aziende vedranno la luce, ovviamente in accodo col piano di riequilibrio che prevede tagli.
Adesso il tema sarà la successione. “Ho chiesto a Carolina Varchi di completare le poche cose ancora in sospeso – ha aggiunto il sindaco Lagalla – e lunedì provvederò alla nuova nomina. Non so chi indicherà Fratelli d’Italia, ma le deleghe rimarranno quelle”. Il nome ormai sembra scontato, ossia Brigida Alaimo, mentre la carica di vicesindaco (così come confermato dall’ex rettore) toccherà a Giampiero Cannella che manterrà la Cultura e la regia del 400esimo Festino.
Lagalla glissa invece sui malumori della nuova Dc e chiude la porta in faccia a un rimpasto delle deleghe, compresa quella del Patrimonio che i cuffariani reclamano: “La nuova Dc è assente? Saranno impegnati – dice con un sorriso il sindaco -. Sarà cura del presidente del consiglio Giulio Tantillo (seduto in prima fila, ndr) capire le motivazioni. L’accordo con i partiti prevede che si faccia un tagliando alla giunta a metà mandato, se poi un partito vuole semplicemente sostituire un suo assessore è un altro discorso”. E il pensiero è andato proprio all’altro cambio di cui si parla, ossia Fabrizio Ferrandelli al posto di Antonella Tirrito che fanno entrambi parte del gruppo Lavoriamo per Palermo. Ma Lagalla chiude le porte ad Azione: “Non c’è nessun raccordo con quel partito. Ferrandelli ha aderito al progetto di centrodestra e al programma del sindaco, cosa ancor più significativa perché anche lui era candidato, e nel mio gruppo esistono altre realtà che fanno capo a partiti nazionali che non sono al governo del Paese. Eppur rimangono fedeli e coerenti al nostro progetto”.
La replica di Domenico Bonanno, capogruppo della Dc a Sala delle lapidi. “La conferenza stampa del vice sindaco, tenutasi fra l’altro fuori dai luoghi istituzionali, non ha visto la nostra partecipazione perché nessuno ha ritenuto di invitarci. Per buona educazione non siamo abituati a presentarci senza invito. Abbiamo appreso soltanto dai giornali che questo pomeriggio si sarebbe svolta questa conferenza stampa e, pertanto, solo qualche ora fa, abbiamo appreso delle modifiche alla compagine di governo e delle imminenti dimissioni dell’Onorevole Varchi, che ringraziamo del lavoro svolto e alla quale auguriamo grandi successi politici”.
E aggiunge: “Ci dispiace apprendere dai comunicati stampa notizie sulle quali, per opportunità politica e garbo istituzionale, dovremmo essere informati in ben altro modo e con tempi diversi. Da giorni chiedo al sindaco un incontro proprio per capire cosa stia succedendo ma non c’è stata possibilità di incontrarlo. Ci auguriamo di poterlo incontrare nei prossimi giorni e sapere da lui, e non dalla stampa, come stia procedendo, siamo certi nell’interesse della città”.
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02 Febbraio 2024, 18:01