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Cartelle esattoriali, nuove regole: come non perdere tutto PDF

Rateizzazioni, rottamazione, rate non pagate: così si evita il pignoramento
FISCO E CRISI
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ROMA – Cartelle esattoriali, ecco le nuove regole riepilogate dal sottosegretario all’Economia Maria Cecilia Guerra in risposta a una interrogazione parlamentare.

“L’ordinario numero di 5 rate – ha detto la Guerra – che, se non pagate, determinano il venir meno della possibilità di proseguire il piano di pagamento rateale, è stato invece ampliato a 10, con riferimento ai provvedimenti di rateizzazione concessi dopo 1’8 marzo 2020 a fronte di richieste presentate dai contribuenti fino al 31 dicembre 2021 (articolo 13-decies del decreto-legge n. 137 del 2020).

Inoltre, le cennate misure a carattere straordinario, con specifico riferimento alle richieste di dilazione presentate entro il 31 dicembre 2021, hanno elevato, da 60.000 euro a 100.000 euro, l’importo del debito iscritto a ruolo al di sotto del quale la rateizzazione può essere concessa a semplice richiesta, senza quindi necessità per il contribuente di documentare la temporanea difficoltà economica che impedisce il pagamento in unica soluzione (articolo 13-decies del decreto-legge n. 137 del 2020).

Tali misure agevolative hanno interessato circa 1,76 milioni di rateizzazioni.

Più in dettaglio circa 1,32 milioni di rateizzazioni risultavano già in essere all’inizio della sospensione delle attività di riscossione (8 marzo 2020) in conseguenza dell’emergenza epidemiologica, e per queste la decadenza è stata ampliata a n. 18 rate non pagate.

Ulteriori 440 mila rateizzazioni sonno state concesse dopo 1’8 marzo 2020. Con riferimento a queste ultime, per le quali la richiesta poteva essere presentata entro il 31 dicembre 2021, la decadenza è prevista a n. 10 rate non pagate.

Per quanto concerne la richiesta concernente la stima (o quantomeno la percentuale) dei contribuenti che al 1° gennaio 2022 non hanno pagato le rate della “rottamazione ter” scadute a dicembre scorso, con conseguente perdita sia del beneficio della rottamazione che della rateazione, la rappresentante del Governo evidenzia che, al 31 dicembre 2021 è decaduto per mancato pagamento circa il 20 per cento di coloro che hanno beneficiato dell’ampliamento del numero di rate non pagate che determina la decadenza dal beneficio del pagamento rateale.

Considerando che le percentuali di abbandono dei piani di pagamento rateali concessi dall’agente della riscossione, registrate nei periodi antecedenti l’anno 2020 — e quindi antecedenti l’emergenza epidemiologia — si attestavano a circa il 50 per cento, si può concludere che – grazie ai provvedimenti straordinari in precedenza citati – il numero dei contribuenti che hanno perso la possibilità di proseguire il pagamento rateale è largamente inferiore a quello ordinariamente registrato e, conseguentemente, non si stimano effetti finanziari negativi in termini di mancato incasso per l’erario.

Con riguardo invece alle misure di definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione (cosiddetta “Rottamazione-ter” e/o cosiddetto “Saldo e Stralcio”), il numero dei contribuenti che, avendo pagato regolarmente le prime rate in scadenza nell’anno 2019 del loro piano di pagamento e che avevano in corso al 1° gennaio 2020 le definizioni agevolate è di un milione e duecentocinquantamila.

Alla data del 1° gennaio 2022 — e quindi dopo il termine di pagamento di dicembre 2021 di tutte le rate originariamente in scadenza durante gli anni 2020 e 2021 — i contribuenti con un piano di versamento ancora in essere (con rate da pagare negli anni 2022 e nel 2023) o che hanno già concluso entro i termini i versamenti delle somme dovute sono circa 718 mila (il 57 per cento del totale), mentre circa 532 mila (il 43 per cento del totale), non avendo corrisposto entro il maggior termine del 9 dicembre 2021 le rate originariamente in scadenza negli anni 2020 e 2021, hanno perso i benefici della definizione agevolata.

Rispetto alle previsioni aggiornate dopo la consuntivazione delle prime scadenze di pagamento previste nel 2019 (antecedenti la sospensione conseguente all’emergenza epidemiologica), si stima che, per gli anni 2022 e 2023, circa 2,45 miliardi di euro complessivi non saranno suscettibili di essere riscossi attraverso gli istituti in argomento (cosiddetta “Rottamazione-ter” e/o cosiddetto “Saldo e Stralcio”), fermo restando il riavvio delle attività dell’agente della riscossione per il recupero dei debiti non definiti in misura agevolata.

Detto importo corrisponde a circa il 20 per cento in meno rispetto alle previsioni aggiornate dopo le prime scadenze e tale dato consolida una tendenza al mancato adempimento ai pagamenti rateali delle somme dovute per la definizione agevolata che, fin dalle prime scadenze previste nell’anno 2019, era comunque superiore alla prima edizione della rottamazione.

Conclusivamente afferma che in relazione alla richiesta volta a rendere strutturali i menzionati interventi in materia di rateazioni, deve evidenziarsi che la previsione a regime di un maggior numero di rate non pagate ai fini della decadenza dalla rateazione non può che comportare il protrarsi dei tempi di riscossione.

Tale iniziativa è pertanto suscettibile di generare, negli esercizi interessati, effetti finanziari di minor gettito per i quali è necessario individuare idonei mezzi di copertura finanziaria”.


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