09 Luglio 2016, 18:38
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(di Giovanni Franco-ANSA) – PALERMO – Cumuli di rifiuti abbandonati sulle strade, che marciscono sotto il sole. Incendi di spazzatura appiccati da cittadini esasperati. Alte colonne di fumo nero. Fetore insopportabile. Cartoline dalla Sicilia di un’emergenza che cresce di giorno in giorno e trasforma alcune zone in gironi danteschi. I sindaci, impegnati quotidianamente a tentare di risolvere la situazione, sono infuriati. “Chiediamo che venga istituito con urgenza un tavolo di coordinamento che coinvolga i governi nazionale e regionale, le prefetture e gli enti locali, per affrontare in maniera concreta l’ennesima crisi che, come al solito, sta esplodendo in maniera particolarmente virulenta nel periodo estivo, proprio quando la nostra Isola dovrebbe presentare un’immagine impeccabile ai tanti turisti che affollano spiagge e siti monumentali e archeologici”, affermano Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’AnciSicilia.
Gli amministratori combattono una lotta impari. Elaborano strategie e protestano. E c’è chi come il primo cittadino di Carini, Giovì Monteleone, dove solo per fare un esempio, circa 400 tonnellate di rifiuti giacciono sui marciapiedi, chiede l’intervento dell’esercito. “La situazione appare assolutamente sfuggita di mano e non arriva nessuna indicazione dal Dipartimento interessato sulle azioni da mettere in atto, mentre in molti comuni gli auto compattatori partono e ritornano pieni. – lamenta l’Anci Sicilia – C’è una totale mancanza di coordinamento che sta generando anarchia. Non siamo più nelle condizioni di temporeggiare e di giocare sulla pelle dei siciliani”. E da una parte all’altra dell’Isola la situazione non cambia.
Un vero bollettino di guerra. “Anche la Sicilia orientale sta collassando – osserva Paolo Amenta, vice presidente AnciSicilia – e questo, ovviamente è dovuto al fatto che la parte occidentale per la quasi totalità viene a scaricare a Lentini (Sr). Le altre disponibili al momento sono solo due: Bellolampo a Palermo e Trapani. Per un territorio vasto come quello della Sicilia sono praticamente inesistenti”. “Nel mio comune come in altri comuni della provincia di Siracusa-aggiunge Luca Cannata, vice presidente vicario dell’Anci e sindaco di Avola- abbiamo decine di auto compattatori in coda. Le difficoltà per il conferimento in discarica e per la raccolta sono enormi. Insieme con il prefetto di Siracusa stiamo cercando di capire come muoverci in queste ore per scongiurare anche un’emergenza sanitaria”. Il sindaco di Mazara del Vallo (Tp), Nicola Cristaldi lancia una proposta: “Va completamente archiviata la logica delle discariche. – dice – Bisogna cominciare ad utilizzare i rifiuti come materia prima per la produzione di energia: in special modo l’attenzione va rivolta a quegli impianti sicuramente non inquinanti capaci di trasformare la spazzatura in metano”. Situazione esplosiva a Bagheria, dove il primo cittadino Patrizio Cinque, ha firmato un’ordinanza che istituisce il divieto assoluto di gettare sacchetti di rifiuti nei cassonetti o posizionarli nelle zone per la raccolta differenziata.
“E’ emergenza ambientale oramai – sottolinea – intendiamo andare con gli autocompattatori davanti a palazzo D’Orleans, sede della presidenza della Regione”. E c’è anche chi chiede aiuto al capo dello Stato. “Presidente Mattarella faccia qualcosa. Io sono palermitano vivo a Udine e ho portato qui i miei figli. Guardi cosa c’è qui”, dice Riccardo Alessi, pilota Alitalia, venuto in Sicilia per le vacanze. Ha realizzato un video sui cumuli di spazzatura che sui social network ha avuto già tantissime condivisioni. “Presidente guardi che vergogna, questo è un cordone di immondizia che si trova sull’autostrada Palermo- Mazara del Vallo che lei percorre quando torna da Roma. Ed è imbarazzante, faccia qualcosa”.
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09 Luglio 2016, 18:38