19 Luglio 2011, 17:31
2 min di lettura
“Sono passati diciannove lunghi anni da quando nella calura di un pomeriggio dell’estate palermitana la tracotanza della viltà mafiosa replica lo scenario di Capaci trasformando via D’Amelio nella Beirut palermitana”. Così il presidente dell’Ars Francesco Cascio ha aperto il discorso di commemorazione della strage di via D’Amelio. Un discorso intenso, col quale Cascio ha voluto condividere “lo sgomento, la sensazione di vuoto” provati il 19 luglio del 1992.
“Allo sconforto – ha detto Cascio – ha fatto immediatamente posto la voglia di dire ‘no’”. Poi, un riferimento alla politica: “Il condizionamento della vita politica è quello che più offende la memoria questi eroi. È necessario restare vigili per evitare che contaminazioni mafiose possano vanificare gli sforzi di molti a vantaggio di pochi malavitosi. La politica – ha aggiunto Cascio – deve vigilare con ogni mezzo affinché le linee di sviluppo e di risanamento non siano in alcun modo percorribili dai professionisti del malaffare. Deve adottare provvedimenti che rendano la pubblica amministrazione impermeabile all’illecito senza penalizzare l’impresa”.
“L’Assemblea regionale – ha sottolineato Cascio – ha manifestato il suo impegno prima con i provvedimenti volti a tutelare le vittime delle estorsioni e dell’usura (Legge 15/2008) e, recentemente, con la legge sugli appalti che argina le infiltrazioni della criminalità perché rende l’offerta libera”.
“Paolo Borsellino e Giovanni Falcone hanno avuto il merito di portare la lotta alla criminalità mafiosa fuori dalle mura dei tribunali. Sono riusciti a comunicare soprattutto con i giovani, ad inculcare loro la voglia di riscatto e di legalità”. Quindi Cascio ha rivolto un plauso all’associazione “Addiopizzo”, ha ricordato altre vittime della mafia come Scaglione, Chinnici, Costa, Terranova e Livatino. “E’ nostro dovere – ha proseguito Cascio – continuare a mantenere alta la guardia fornendo il sostegno politico a quanti sono quotidianamente impegnati ad assicurare il progresso di questa terra attraverso il rispetto della legalità per non vanificare il sacrificio di Paolo Borsellino. Grazie alle sue idee – ha ricordato – si è aperto un varco nella cultura dell’Isola che è cresciuto e ha portato ai successi registrati in questi anni”. Quindi il presidente dell’Ars ha concluso: “Paolo, Giovanni vivono ancora”. L’Ars ha poi rispettato un minuto di silenzio per ricordare le vittime di Via D’Amelio.
Pubblicato il
19 Luglio 2011, 17:31