20 Settembre 2012, 21:47
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PALERMO– “Quando ad agosto ho sentito che sarebbe stato Micciché il candidato del centrodestra sono entrato in depressione, mi sono tremate le ginocchia”. Inizia con toni sostenuti la campagna elettorale del presidente uscente dell’Ars Francesco Cascio, che non ha risparmiato critiche al leader di Grande Sud, reo, a suo dire, di aver tradito offrendo il fianco a Lombardo e spaccando la coalizione di centrodestra. “Ho detto a Berlusconi – dice Cascio – che se il candidato presidente sarebbe stato Micciché io mi sarei candidato contro di lui oppure avrei lasciato la politica per tornare a fare il medico in quanto mi sarei vergognato di chiedere voti ai miei amici”.
Cascio non ha neanche nascosto di aver nutrito la speranza di poter essere lui stesso il candidato del centrodestra per la presidenza alla Regione. “Mi sentivo idoneo – continua il capolista del Pdl – per una candidatura, alla luce dell’esperienza che ho maturato in questi anni, mi sarei potuto tirare indietro solo nel caso si fosse proposto qualcuno meglio di me. Quando Berlusconi mi ha fatto il nome di Musumeci ho tirato un sospiro di sollievo, lui è meglio di me ed è la scelta migliore. Micciché lo conosciamo tutti, di Crocetta non conosciamo da chi è manovrato, mentre Fava è il volto della sofferenza. Il fatto che il 29 di ottobre saremo vincitori è fuori discussione”.
A dar manforte alla campagna elettorale di Cascio è accorso anche il candidato presidente del centrodestra Nello Musumeci, che si è definito in debito con il proprio capolista e con i suoi elettori. “Siamo riusciti – dice Musumeci – a ridare a migliaia di siciliani il piacere della campagna elettorale. Il centrodestra deve uscire dalla sindrome del panico e tornare a governare con diritto questa terra. Soltanto noi possiamo perdere, anche se, a volte siamo capaci di farci male da soli. Noi vinciamo perché non siamo ricattabili. Hanno passato ai raggi X il mio passato, ho anche gestito miliardi di lire, senza mai far lavorare le procure della repubblica. Sono un candidato inattaccabile e la nostra non sarà la ‘rivoluzione cominciata’, ma la rivoluzione della normalità, perché in Sicilia anche la normalità ci è stata scippata”. “Ho paura di chi l’antimafia la predica – ha concluso Musumeci – l’antimafia va praticata. Anche io ho vissuto sotto scorta, ma di certo non ne faccio proclami. Non promettiamo niente a chi vorrà votarci, possiamo solo garantire che faremo il possibile”.
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20 Settembre 2012, 21:47