Case vendesi... ma con la truffa|Giudici e carabinieri tra le vittime - Live Sicilia

Case vendesi… ma con la truffa|Giudici e carabinieri tra le vittime

Il racconto di una storia che ha dell'incredibile.

PALERMO – L’affare più grosso che ha proposto è stata la vendita di 16 appartamenti fra Roma e Milano un tempo di proprietà di un barone.
Giorgio Girgenti è stato arrestato stamani assieme alla compagna Rosalia Governale (sono entrambi ai domiciliari). Il provvedimento è del gip del tribunale di Palermo Rosario Di Gioa su richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Claudia Bevilaqua. Le indagini sono della sezione di polizia giudiziaria della Procura

Girgenti raccontava di essere il procuratore generale del nobiluomo. E per accreditarsi come immobiliarista serio ed affidabile diceva di essere amico di magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine. Alla fine l’acquirente si fidò e gli consegnò 534.000. Il giorno fissato per la stipula del contratto di compravendita in uno studio notarile ad Agrigento sì presentò soltanto l’acquirente. Fu allora che capì di essere stato gabbato e decise di presentare una denuncia.
Nella rete di Girgenti sarebbero finiti anche un magistrato e un ufficiale dei carabinieri. “Non ve dubbio che Girgenti con le proprie abilità linguistiche e con sofisticate tecniche di convincimento – scrive il giudice – sia riuscito ad obnubilare la mente di una serie di persone”.

Non è la prima volte che si parla di Girgenti. Addirittura nel 2017 da principe delle truffe divenne dichiarante. Raccontò una storia giudiziaria fatta di scatole cinesi, che iniziava dalle vendite fantasma di immobili e finiva addirittura tra i mafiosi del mandamento palermitano di Santa Maria di Gesù.

Le dichiarazioni di Girgenti si incrociarono con quelle di Alfredo Giordano, ex direttore di sala del Teatro Massimo di Palermo, arrestato per mafia. “Mi pento di quello che ho fatto”, aveva detto Giordano. Tra i fatti raccontati ai pm c’era la vicenda dei mafiosi che cercavano in tutti i modi di rimettere le mani sui alcuni gestiti dal Tribunale. Per “un anno” intero Girgenti, avrebbe dato appuntamento a Santi Pullarà e Gaetano Di Marco, arrestati nello stesso blitz con Giordano e poi condannati, nei corridoi del Palazzo di giustizia di Palermo. “Girgenti… non lo se se millantava o diceva sul serio”, ma sosteneva di avere amicizie importanti in Tribunale.

Le dichiarazioni di Giordano erano successive di alcuni mesi rispetto a quelle di Girgenti che accusava l’ex direttore del Teatro Massimo di avergli prestato dei soldi a tassi usurari. Ed è per questo che sarebbe poi finito nei guai economici. Guai che erano già diventati giudiziari per una precedente inchiesta e che ora lo hanno è portato agli arresti domiciliari.


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