Caserta: “L’Etna Valley?| Indietro di 20 anni”

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27 Luglio 2013, 14:15

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CATANIA. E’ uno che mantiene le promesse, il professore Maurizio Caserta. “Non finisce qui” aveva detto, infatti, all’indomani dell’elezione di Enzo Bianco: ed eccolo oggi presentare la sua associazione “Per Catania”. “La nostra associazione è uno strumento – spiega il professore a LiveSiciliaCatania – per cercare di esser presenti comunque al dibattito politico della Città e per iniziare ad agire. Non siamo al Consiglio Comunale, dunque, avremo bisogno di organizzarci, ma gli strumenti della democrazia sono tanti, e ci faremo sentire. La forza degli uomini e le donne non sarà solo quella di elaborare e criticare – prosegue – ma anche di fornire servizi e aiuto. Seppur nel nostro piccolo cercheremo di dare il massimo. Dopo avere partecipato ad una competizione elettorale (nella quale abbiamo ottenuto un consenso piccolo, ma comunque, non insignificante) credo che sia nostro obbligo tornare ad esserci. Raccoglieremo tutte voci che al momento a Catania non hanno rappresentanza alcuna. Non basta – precisa – un Consiglio Comunale per rappresentare la pluralità d’istanze di voci presenti in città. Lo Statuto della nostra amministrazione – continua – prevede forme di partecipazione al dibattito politico, dunque ci attrezzeremo per utilizzare al meglio tali strumenti”.

Un occhio vigile, dunque, sull’operato di Enzo Bianco e del suo Consiglio. E sin da subito Caserta li invita ad una rigorosa assunzione di responsabilità rispetto alle tante criticità presenti nel territorio. Ma insiste, soprattutto, sui temi di economia e finanza, incitando le parti a lavorare al più presto a un concreto piano politico per il rilancio del mondo del lavoro. “Saremo molto rigorosi in questo – promette Caserta – e dall’altra parte, ci aspettiamo altrettanto rigore. Invitiamo, pertanto, l’amministrazione a dismettere il linguaggio degli slogan, optando, invece, per il linguaggio della verità, che attrae sempre più merito. La produzione – ha evidenziato – nel 2012 ha toccato quota 2,7%, ma nel 2013 i dati sono destinati a peggiorare ulteriormente. Il rischio è di perdere altro capitale, sia economico che umano. Essendo un docente universitario, il mio è un osservatorio importante e ritengo sia triste vedere sempre più giovani partire all’estero”.

Caserta, inoltre, non si esime dall’esprimere qualche perplessità in merito al recentissimo progetto di Bianco dell’Etna Valley, quest’ultimo connesso all’appoggio degli investimenti da parte di STM: “ Ieri – sottolinea – non appena abbiamo letto l’annuncio dell’idea di rilanciare l’economia a Catania attraverso l’Etna Valley, ci siamo immediatamente chiesti se per caso eravamo tornati indietro di 20 anni. Sarebbe bello ritrovarci nell’anno ‘92-’93 e parlare per la prima volta del ruolo cruciale che l’industria microelettronica possa svolgere. Ma nel frattempo – dice – sono passati circa venti anni e sono successe un po’ di cose, per esempio: la più grande crisi economica degli ultimi decenni e un diverso modo di agire da parte delle multinazionali. Ai tempi era possibile, infatti, che un sindaco o un ministro potesse avviare connessioni efficaci con grandi capitali, ma oggi,  non è più possibile. Molti cambiamenti, infatti, hanno indotto le multinazionali a seguire regole un po’ diverse, e spesso si trovano a dover tirare il freno. Dunque, l’idea che l’industria microelettronica – conclude – possa contribuire al rilancio della città sembra sovvertire pagine e pagine scritte, in questi ultimi anni, sul tema dell’insuccesso del fenomeno Etna Valley”.

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Presidente dell’associazione è Loredana Mazza, avvocato ed ex  candidata alla lista civica “Per Caserta”. “Quest’associazione – spiega a LiveSiciliaCatania– nasce con l’obiettivo di dare visibilità al nostro elettorato, con il quale abbiamo instaurato un rapporto diretto, e non filtrato tipico dei partiti. Tutti quelli, infatti, che hanno creduto nel professore Caserta vogliono continuare a lavorare per il prossimo quinquennio. L’attività d’interlocuzione con il consiglio comunale sarà possibile grazie allo stesso regolamento dello Statuto catanese. L’articolo 40, infatti, prevede forme partecipative democratiche dei singoli e delle associazioni, tra cui il diritto di udienza. Gli amministratori – conclude – saranno, dunque, tenuti ad ascoltare e a raccogliere tutte le petizioni”.

 

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27 Luglio 2013, 14:15

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