01 Giugno 2017, 14:09
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PALERMO – La sentenza è prevista a giorni. Ed è molto attesa. L’ha richiamata, non a caso, anche il presidente Rosario Crocetta, spiegando a Livesicilia i motivi della mancata costituzione di parte civile della Regione al processo per peculato nei confronti del Segretario generale e fedelissima del governatore, Patrizia Monterosso. A “decidere” su quel ricorso al Cga sarà anche un membro laico del tribunale amministrativo, nominato proprio dal governatore e in passato scelto dallo stesso Crocetta come collaboratore esterno alla pubblica amministrazione.
Il ricorso in questione, nonostante sia stato avanzato di fronte ai tribunali amministrativi potrebbe avere una “refluenza” sul processo penale che ha coinvolto le due dirigenti Patrizia Monterosso e Anna Rosa Corsello. La questione riguarda la decisione, attuata dal dipartimento della Formazione e Istruzione, di recuperare dagli enti, attraverso lo strumento della “compensazione”, le somme che erano state erogate in maniera illegittima sotto forma di “extrabudget”. Ossia le cosiddette “integrazioni” che hanno portato alla condanna contabile della stessa Monterosso, oltre che di ex assessori e dirigenti regionali. Il segretario generale della Regione, secondo la Procura che ha chiesto una condanna a quattro anni, sarebbe il concorrente morale del peculato milionario commesso materialmente da Anna Rosa Corsello, ex dirigente del dipartimento della Formazione. Secondo l’accusa, l’obiettivo del loro “disegno criminoso” era quello di “sottrarre il segretario generale al giudizio di condanna nel procedimento promosso dalla Corte dei conti”.
Il Tar, al quale si è rivolto la associazione “Nuovo cammino”, ha dato ragione alla pubblica amministrazione: la compensazione è strumento a disposizione della Regione per recuperare somme erogate illegittimamente. In particolare, all’ente l’assessorato ha tolto le somme erogate in occasione del Piano regionale dell’offerta formativa del 2009.
La questione, come detto, è ovviamente finita al Consiglio di giustizia amministrativa. E lo scorso dieci maggio il caso è andato in decisione. Si attende la sentenza nei prossimi giorni o nelle prossime ore. Il relatore della causa ha un nome assai noto. Si tratta di Giuseppe Verde, ex preside della Facoltà di Giurisprudenza e costituzionalista apprezzato e dal curriculum indiscutibile.
Verde, però, che contattato da Livesicilia ha preferito non rilasciare dichiarazioni, proprio in questi anni ha avuto uno stretto rapporto proprio con la Regione. E non solo perché, come previsto dalle norme che affondano nell’Autonomia siciliana, è stato scelto proprio da Crocetta per far parte – come laico – del Cga, ma anche perché proprio nei mesi in cui la causa “viaggiava” dal Tar al secondo grado di giudizio, Verde era un collaboratore esterno del governatore, con un incarico da 44 mila euro lordi. Scelto direttamente dal presidente della Regione per guidare il Sepicos, un organismo che aveva il compito di verificare le performance della dirigenza regionale, in attesa della nomina del cosiddetto “Oiv”, Organismo indipendente di valutazione che per anni, invece, è rimasto in soffitta. Dimessosi dal Sepicos, Verde come detto è stato indicato da Crocetta come componente del Cga, tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017.
Ma il rapporto istituzionale tra lo studioso e Crocetta non si esaurisce qui. Lo stesso governatore ha infatti confermato il costituzionalista in seno alla Commissione paritetica per i rapporti tra lo Stato e la Regione. Proprio in quella veste, un anno fa il professore fu investito da altre polemiche: “Verde va rimosso dalla carica di componente della Commissione paritetica” attaccò il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone. Il motivo? Verde, spiegava il deputato azzurro nel luglio scorso, ha “preso parte all’audizione in commissione Bilancio alla Camera per sostenere le ragioni di una parte politica”.
È stato proprio Verde che evidentemente non ha ravvisato nell’incarico alcun motivo di incompatibilità od opportunità, venti giorni fa, nel collegio presieduto da Claudio Zucchelli, il relatore della causa tra la Regione e l’ente di formazione sulla vicenda della compensazione e degli extrabudget. Una delle questioni ancora “sospese” che hanno convinto il governatore a non far costituire parte civile la Regione nel processo per peculato contro il Segretario generale. “Attendiamo la sentenza del Cga”.
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01 Giugno 2017, 14:09