19 Ottobre 2016, 19:56
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SIRACUSA – Ascoltato per un’ora e mezza il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo; presto davanti alla commissione nazionale Antimafia anche la consigliera comunale Simona Princiotta. L’ufficio di presidenza a secondo piano di Palazzo San Macuto, a Roma, è riunito in questo momento: dopo le 21 deciderà come proseguire questa indagine. Sta ricalcando più o meno il percorso già intrapreso in Antimafia regionale, il cosiddetto Caso Siracusa. Solo che questa volta l’organo parlamentare ha poteri di polizia giudiziaria. L’audizione di Garozzo è stata secretata. La prima volta di un sindaco siracusano a San Macuto è cominciata alle 15,38 di oggi. Garozzo si è presentato davanti alla Commissione presieduta da Rosy Bindi insieme con l’avvocato e assessore al Personale Pietro Coppa. Come già accaduto a Palermo davanti alla commissione presieduta da Nello Musumeci, ha fatto dichiarazioni accompagnate da carte, documenti, esposti e denunce. Tutto finalizzato a descrivere un “complotto” contro di lui, che gli fece dire durante una direzione provinciale del suo partito (il Pd, che lo sfiduciava come amministratore): “Qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di aver portato all’interno del Pd soggetti che hanno rapporti con la criminalità organizzata”. Il riferimento era alla sua grande accusatrice (in consiglio comunale e in Procura), Simona Princiotta, che si è già abbondantemente difesa a Palermo ribaltando tutte le accuse. “Deciderà l’ufficio di presidenza ma credo ci siano gli elementi a sufficienza per sentire Simona Princiotta”, sono le poche parole di uno dei parlamentari membri della Commissione. Il sindaco è tornato a accostare Princiotta a un collaboratore di giustizia su rivelazioni di quest’ultimo risalenti al 2002, sulle quali due Procure si sono già espresse ritenendole “prive di riscontro”. Non è chiaro se il sindaco stavolta abbia fornito elementi nuovi, di sicuro è tornato a parlarne: “Ne abbiamo parlato ma è tutto secretato”, ha confermato il parlamentare. Garozzo al termine dell’audizione si è mostrato sereno: “Oggi ho messo un altro importante tassello per ripristinare la verità nella città di Siracusa. Sono soddisfatto”. Sulle accuse ribaltate da Princiotta, che lo vorrebbero “puparo” del collaboratore di giustizia ha aggiunto: “Non posso entrare nel merito. Ho già smentito qualsiasi rapporto con questa persona. Ho pure depositato querela”. Anche Palermo continua a occuparsi del caso di Siracusa: dopo sindaco e Princiotta verranno ascoltati il presidente del consiglio comunale Santino Armaro e un consigliere comunale, Alberto Palestro. “Siamo in stretto contatto con l’onorevole Bindi su questa vicenda – ha detto il presidente dell’Antimafia regionale Nello Musumeci -. Abbiamo trasmesso a Roma gli atti acquisiti finora. Dalle dichiarazioni e dai documenti prodotti emerge un contesto politico-amministrativo a Siracusa poco rassicurante”.
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19 Ottobre 2016, 19:56