26 Settembre 2014, 17:59
3 min di lettura
PALERMO – Il 5 ottobre si voterà a Rosolini e Pachino per la ripetizione delle ultime elezioni regionali siciliane. Lo ha deciso il Cga, dichiarando inammissibili i ricorsi avanzati dai deputati regionali Bruno Marziano, Vincenzo Vinciullo e Giambattista Coltraro. La vicenda, come è noto, è quella riguardante il voto delle ultime regionali in alcune sezioni del Siracusano. Sezioni dalle quali sarebebro scomparse alcune schede elettorali non consentendo, così, la verifica dei voti presentata da uno dei candidati dell’Mpa in quella tornata: Salvatore Midolo. Un ricorso, in realtà, portato avanti soprattutto nell’interesse di Giuseppe Gennuso, altro candidato autonomista rimasto fuori da Sala d’Ercole per una manciata di voti.
Da quel momento, le elezioni nel Siracusano si sono trasformate in un film pieno di colpi di scena, accuse reciproche, esposti in Procura. Fino al coinvolgimento, nel “caso siracusano” della nomina del nuovo assessore al Territorio, Piergiorgio Gerratana. Il deputato Pd Marziano ha annunciato, in quel caso, una denuncia per “voto di scambio”. Quella nomina in giunta, infatti, secondo il presidente della commissione Attività produttive all’Ars, sarebbe il frutto di una “strategia” studiata a tavolino per influenzare la ripetizione di quelle elezioni e favorire altri candidati.
Ma al di là delle polemiche, una cosa è certa: le elezioni si faranno. Anche se Midolo e Gennuso hanno dovuto ricorrere persino alla “minaccia” di far commissariare la Regione che indugiava a indire il ritorno alle urne in quelle sezioni. Alla fine, il governo ha fissato la data: 5 ottobre. L’ultimo ostacolo è caduto oggi. Le elezioni si faranno.
“Come è noto – commenta Gigi Rubino, legale di Midolo – il Cga aveva annulato le elezioni regionali nel collegio di Siracusa limitatamente alle sezione di Rosolino e Pachino, ma i deputati uscenti Vinciullo, Marziano, Coltraro avevano proposto dei ricorsi per revocazione assumendo che era stato ritrovato del materiale elettorale in precedenza non rinvenuto e quindi che serebbe stato possibile compiere la validazione delle schede”. Ma l’avvocato Rubino, ha eccepito “l’inamissibilità dei ricorsi per revocazione giacché i documenti ritrovati – spiega l’avvocato – non avevano i caratteri della decisività e pertanto la verificazione a suo tempo disposta dal Cga non avrebbe potuto comunque essere eseguita. Il Cga ha riunito i ricorsi per revocazione e li ha dichiarati inamissibili”.
Così, se il legale di Midolo e Gennuso può “brindare”, amaro è il commento di uno dei deputati “costretti” a tornare in campagna elettorale e a rimettere in discussione il proprio seggio a Sala d’Ercole: “Prendo atto con grande amarezza – ha detto il parlamentare di Ncd Vincenzo Vinciullo – che non si è voluta accertare la verità e colpire coloro i quali avevano effettivamente fatto ricorso all’uso fraudolento della scheda ballerina, preferendo, invece, sparare sul mucchio, mandando tutti alle urne. Non conosco ne’ mi interessa, a questo punto, conoscere le motivazioni adottate dal Cga, non comprendo, però, il motivo per il quale è stato scomodato il Signor Prefetto di Siracusa, chiedendogli un autorevole parere dall’esito chiaro e certo. So solo che questa decisione cancella sessant’anni di Autonomismo Parlamentare e questa era l’unica motivazione per la quale avevo intrapreso questa battaglia: la difesa della legislazione parlamentare siciliana. Da oggi, il Parlamento Siciliano non ha più motivo di esistere, i suoi poteri sono stati espropriati definitivamente; lo si sciolga, pertanto, dal momento che non siamo stati in grado di difenderlo in maniera nobile ed alta, cosa che, invece, avevano fatto i nostri Padri che avevano garantito – conclude Vinciullo – rango Costituzionale allo Statuto della Regione Siciliana”.
«Una sentenza incredibile – ha dichiarato il deputato regionale Bruno Marziano, in riferimento alle decisioni del Cga per la mini tornata delle elezioni regionali che si svolgeranno il 5 ottobre in 6 sezioni di Pachino e 3 di Rosolini -, che non tiene conto della dichiarazione del prefetto e che pervicacemente ribadisce il ritorno alle urne. Paradossalmente, la sentenza del 3 settembre scorso, che aveva determinato una aspettativa di revocazione, ha fatto solo perdere 20 giorni di campagna elettorale a quanti di noi sono impegnati nella mini tornata. Essendo stato uno dei deputati più presenti nel territorio, e avendo in questi anni lavorato per risolvere i problemi dell’agricoltura delle due comunità e dell’intera zona sud, affronto le elezioni con grande serenità sicuro del sostegno che mi daranno gli elettori».
Pubblicato il
26 Settembre 2014, 17:59