02 Giugno 2023, 05:32
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TRAPANI – Fabio Bongiovanni, ex assessore del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, dice la sua sul caso che rischia di costare a Mimmo Turano la poltrona di assessore regionale. Una vicenda che va letta infocando le lenti delle dinamiche locali.
“Io personalmente sono un amico dell’onorevole Turano e l’ho sempre sostenuto ma a queste elezioni le nostre strade si sono separate perché lui ha provato a convincere me, e tutto il gruppo di amici che ha su Trapani, a votare Miceli ma non c’è riuscito perché questa è una candidatura autoimposta e non concordata”, dice Bongiovanni a Live Sicilia.
E fa un excursus della storia della compagine politica finita al centro della bufera politica regionale. “La lista Trapani tua non nasce oggi, si presenta per la terza volta. La prima volta si presenta nel 2017 quando si candidò Fazio che volle delle liste civiche, io ero nell’Udc con Turano e presentammo la lista: poi Fazio fu arrestato e D’Alì inquisito e il consiglio non si insediò perché fu nominato il commissario e durò un anno. Alla fine di quell’anno, nel 2018, si candidò Tranchida. Anche in quella occasione si presentò chiedendo il sostegno a liste civiche locali senza partiti”, continua.
“Con la distruzione del centrodestra legato alle vicende che le dicevo, larga parte degli esponenti del centrodestra trapanese presentarono delle liste civiche e si presentarono con Tranchida. In questi cinque anni abbiamo governato con Tranchida”. Una scelta naturale, secondo l’ottica delle dinamiche locali, quella di correre con il sindaco uscente.
“Ci siamo naturalmente ricandidati, l’unico ad andare via è stato Guaiana ma il blocco di cinque anni prima si è ricandidato con Tranchida, nel frattempo nasce la candidatura di Miceli su Trapani, sulla base di una autoproposta, che ha preteso che sul suo nome convergesse tutta la coalizione di centrodestra che governa alla Regione senza interloquire con me, con la struttura direttiva della lista, con i candidati e i consiglieri uscenti: è questo il vulnus”, argomenta l’assessore. Che ci tiene a sottolineare di non avere in tasca la tessera della Lega.
“Turano ha tentato di convincerci, ma io che sono stato assessore al bilancio di Tranchida cosa avrei dovuto fare? Nessuno di noi è leghista, io sono amico di Turano, ero il commissario dell’Udc, secondo lei Turano può prendermi con forza e decidere con chi andare? Può farlo, secondo lei?”, si domanda retoricamente Bongiovanni che si sfoga e si lascia andare a una amara considerazione.
“Mi dispiace per Mimmo, non ci sentiamo da un mese, da quando abbiamo litigato su questa vicenda, ma né lui, né Miceli non possono pensare che siamo dei burattini. Non parlo solo di me ma di una struttura che ha un direttivo e dei consiglieri comunali uscenti”, aggiunge augurandosi “che qualcuno lo dirà a Palermo”. “Mi rifiuto di pesare che una vicenda locale possa portare qualcuno a tirare la giacchetta al presidente della Regione”, argomenta.
Poi un amaro amarcord. “Ho 52 anni, facevo politica con lui dal 1996, questa è la prima campagna elettorale che faccio senza di lui, Turano è stato messo in croce ma noi non siamo dei burattini”, dice. “I partiti non sono caserme e gli uomini non sono burattini”, sbotta. E ci tiene a sottolineare che il progetto civico messo in campo su Trapani da Tranchida ha dei punti in comune con altre esperienze proposte alla tornata delle amministrative in altre grandi città come Ragusa e Siracusa. “Il nostro progetto civico è simile a quello che ha fatto Francesco Italia a Siracusa, che ha messo dentro l’ex onorevole Fabio Granata che viene da An, e a quello che ha creato a Ragusa Peppe Cassì che ha lasciato Fdi e i partiti e messo in campo una coalizione civica”, insiste Bongiovanni.
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02 Giugno 2023, 05:32