09 Novembre 2018, 06:05
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PALERMO – Dai soldi a Rosario Crocetta al Rolex per Simona Vicari. C’è tutto questo nel caso Ustica Lines. In quattordici, compresa la società di navigazione nel frattempo divenuta Liberty Lines, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Francesco Gualtieri.
Ecco l’elenco completo: Ettore e Vittorio Morace, Mimmo Fazio, Giuseppe Montalto, Marianna Caronia, Salvatrice Severino, Simona Vicari, Rosario Crocetta, Massimo Finocchiaro, Sergio Bagarella, Lucio Cipolla, Elisabetta Miceli, Giacomo Monteleone e la Liberty Lines.
Secondo l’accusa, gli armatori Morace avevano stretto un patto corruttivo con Severino, dirigente dell’Assessorato ai Trasporti della Regione siciliana. Sarebbe stata lei a predisporre i bandi per i collegamenti con le isole minori, favorendo gli interessi della compagnia di navigazione.
I carabinieri dei Nucleo investigativi di Palermo e Trapani perquisirono la casa della dirigente e misero le mani su diciotto diari, scritti tra il 2000 e il 2017, in cui Giuseppe Naccari, marito di Severino, appuntava ogni iniziativa familiare dando la possibilità agli investigatori “di ricostruire i rapporti illeciti portati avanti dalla dirigente regionale con Vittorio Morace”.
Il bando avrebbe consentito ai Morace, il padre Vittorio e il figlio Ettore, di guadagnare oltre dieci milioni in più di quanto gliene spettassero. In cambio la dirigente avrebbe ricevuto in regalo gioielli in oro e brillanti, borse Chanel, viaggi e l’assunzione della figlia alla Ustica Lines.
A Severino era subentrata Dorotea Piazza che assieme al collega Fulvio Bellomo bloccarono tutto e consegnarono ai pm degli atti decisivi per le indagini. Dal 2008 al 2014 Ustica Lines avrebbe ottenuto 10 milioni di euro a titolo di compensazioni finanziarie per prestazioni di trasporto marittimo mai rese dalla società. A cercare di stoppare Piazza, secondo l’accusa con le minacce, sarebbe stato Fazio, ex deputato regionale ed ex sindaco di Trapani. “La pagherete cara, è questione di tempo ma la pagherete cara”, avrebbe detto alla donna.
Bagarella, Cipolla e Miceli erano i funzionari regionali che predisposero i bandi e a tutti e tre viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti, ma anche corruzione. Il prezzo dei loro favori sarebbero stati passaggi gratis sulle nave della Liberty Lines (centinaia e centinaia di viaggi nell’arco degli anni per un valore complessivo di 18 mila euro circa) e per il solo Bagarella anche un televisore. Anche Monteleone, dirigente dell’assessorato avrebbe goduto di mille e 400 euro di biglietti gratis e in cambio non avrebbe avviato alcun controllo.
Un accordo corruttivo viene contestato anche a Giuseppe Montalto, segretario dell’allora assessore regionale Giovanni Pistorio, che si sarebbe attivato per favorire l’ex deputato regionale Marianna Caronia, oggi al consiglio comunale di Palermo, e farle riconoscere da Morace una liquidazione superiore a quelle che le spettava dopo la fine del rapporto con “Siremar spa”, società marittima acquistata dall’armatore. Una parte del Tfr, poi, le sarebbe stato dato grazie alla fattura di una prestazione da lei mai assicurata. Sempre secondo l’accusa, il potere di Morace era tale da riuscire a bloccare la nomina all’Ars di un consulente a lui sgradito, grazie alle pressioni di Fazio e Montalto che, in cambio, avrebbe piazzato amici come il giornalista Piero Messina all’ufficio stampa della compagnia.
Di corruzione risponde anche l’ex sottosegretario al Ministero dei Trasporti, Simona Vicari, dimissionaria dopo avere saputo di essere indagata. Secondo i pm, Vicari avrebbe spinto affinché venisse approvato un emendamento in Parlamento favorevole alla compagnia di navigazione che prevedeva l’abbattimento dell’Iva sui biglietti dei collegamenti per le isole minori. In cambio avrebbe ricevuto in regalo a Natale da Morace un Rolex del valore di cinque mila e 800 euro (restituito ai pm quando Vicari svolse l’interrogatorio) e, sottolineano i pm, dopo che le era già stato regalato un orologio Bulgari, modello serpente, da 7.800 euro (e questa è un a novità investigativa) in occasione del varo di una nave. Per i pm era quella la prebenda per ricompensare Vicari anche per un altro favore: lo stop alla nomina di un consulente sgradito ai Morace all’Ars.
Infine c’è la corruzione contestata a Rosario Crocetta e al suo uomo di fiducia Massimo Finocchiaro. L’ex governatore avrebbe ottenuto due bonifici da 5 mila euro ciascuno (finora si conosceva la storia di un solo bonifico) con cui Morace finanziò il progetto politico “Riparte Sicilia”. In cambio Crocetta avrebbe esercitato pressioni su Piazza e Bellomo per implementare i servizi di trasporto e favorire Ustica Lines.
Crocetta, così come tutti gli altri indagati, ha respinto con forza le accuse nel corso degli interrogatori. Ora avranno il tempo per presentare memorie difensive e chiedere un nuovo interrogatorio. L’avviso di conclusione delle indagini è il primo passo verso la richiesta di rinvio a giudizio.
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09 Novembre 2018, 06:05