Cassa integrazione, concorsi, Ipab | “Ecco la mozione contro Scavone”

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26 Maggio 2020, 06:00

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Le scuse non sono bastate. E così, il “caso Cig” si è trasformato in una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore alla Famiglia e al Lavoro, Antonio Scavone. Tecnicamente, si deve parlare di mozione di “censura”: ma il senso è più o meno lo stesso. I Cinquestelle che l’hanno presentata insieme a Claudio Fava, infatti, chiedono la rimozione dell’assessore dal suo ruolo. La richiesta è rivolta al presidente della Regione Nello Musumeci. Nei confronti del quale, però, nei prossimi giorni potrebbe essere presentata un’altra mozione. Di sfiducia, in questo caso, in tutti i sensi. E stavolta con tutte le opposizioni schierate: dai grillini al Pd a Fava.

Intanto, nel pomeriggio, ripiomba il caso delle Casse integrazioni in deroga erogate a singhiozzo, tra ritardi e problemi tecnologici e anche tra le polemiche riguardanti i dipendenti regionali. Ma a essere impietosi sono i numeri. La Sicilia non è ancora riuscita a erogare la Cig nemmeno a metà degli aventi dirittto. L’ultima rilevazione dell’Inps, aggiornata a sabato 23 maggio, infatti, parla di 27.154 pratiche autorizzate sulle oltre 41 mila richieste. Pratiche che riguardano 60.452 lavoratori, a fronte di una richiesta riguardante oltre 136 mila persone.

E probabilmente anche questi numeri finiranno nel dibattito d’Aula di oggi nel corso del quale l’opposizione chiederà a Musumeci di sostituire Scavone che avrebbe avuto la “colpa”, secondo i Cinquestelle, di non aver gestito nel migliore dei modi la fase dell’emergenza: “Le giustificazioni addotte e le informazioni fornite dall’Assessore Antonio Scavone – si legge nella mozione di censura – sono apparse insufficienti e contraddittorie, al punto da minare la necessaria convinzione che egli sia esente da responsabilità e in grado di recuperare il tempo perduto”. Secondo i promotori della mozione, l’assessore avrebbe “mal espletato le funzioni connesse al suo ruolo di indirizzo e coordinamento degli uffici e dei dipartimenti regionali preposti alla lavorazione e trasmissione delle pratiche di autorizzazione della cassa integrazione in deroga, gettando nella disperazione oltre centomila famiglie siciliane le cui aspettative sono state ampiamente tradite”.

Le assunzioni

E nella mozione si fa riferimento anche a un altro aspetto, strettamente legato ai ritardi e alle difficoltà incontrate sul cammino della Cig in deroga. Si tratta delle assunzioni che avrebbero dovuto portare centinaia di siciliani nei Centri per l’impiego: Scavone, scrivono i grillini, non ha “avviato le procedure concorsuali necessarie al reclutamento di personale presso i CPI, ovvero, assunzioni che ad oggi sarebbero state determinanti per la celere evasione delle pratiche per la CIGD”. E nella mozione si fa riferimento anche ai soldi stanziati per queste immissioni di nuovo personale: “La Regione siciliana – si legge – ha avuto assegnate risorse pari ad euro 32.351.341,24 per l’anno 2019, ad curo 27.912.726,14 per l’anno 2020 e ad curo 38.982.026,15 per l’anno 2021, al fine di procedere alle assunzioni necessarie ovvero all’indizione di 3 concorsi che, secondo quanto stimato, avrebbero dovuto portare al reclutamento di 1.135 istruttori e funzionari entro il 2021; altre Regioni italiane, a differenza della Sicilia, – prosegue la mozione – hanno già espletato le procedure concorsuali necessarie al potenziamento dei centri per l’impiego, laddove l’Amministrazione regionale, inspiegabilmente, tarda a mettere in atto le procedure indispensabili a garantire un contratto a tempo indeterminato a ben 1.135 cittadini, tra i quali, certamente, vi saranno molti giovani laureati siciliani e che oggi sarebbero stati cruciali nell’evasione delle pratiche”.

Le Ipab

E non solo Cig. L’assessore Scavone è accusato dai detrattori anche di non aver portato a termine la riforma delle Ipab siciliane “lasciando i relativi dipendenti in insostenibili condizioni economiche, ovvero senza percepire i legittimi stipendi, esclusi, per di più, da ogni forma di ammortizzatore sociale, nonché per non aver utilizzato il capitale umano e le strutture esistenti in soccorso al Servizio sanitario regionale nel contesto dell’emergenza sanitaria in atto”.

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I numeri

La mozione di censura ha una valenza politica. E non obbliga il presidente della Regione a sostituire l’assessore anche in caso di approvazione. Sarebbe comunque un segnale molto forte, difficile da gestire. Ma l’assessore rischia davvero di essere “censurato” dall’Ars? Qui il discorso è più complicato ed entrano in gioco molti fattori. Intanto, il numero su cui si calcolerà il “quorum” sarà quello dei presenti in Aula. Molto dipenderà, quindi, dalla maggioranza. A favore della mozione certamente, se presenti, dovrebbero schierarsi quindici Cinquestelle su venti, e Claudio Fava. Resta da capire cosa faranno i cinque “dissidenti”: Tancredi (che ha già lasciato il gruppo), Mangiacavallo, Palmeri, Foti e Pagana. In realtà, la loro firma appare tra quelle in calce alla mozione. Difficile pensare che possano votare contro se stessi, nonostante le frizioni col gruppo. Più verosimile una astensione o una assenza dall’Aula.

Come si comporterà il resto dell’opposizione? Sembrano tiepidi Pd e Italia Viva. “Ascolteremo cosa ci dirà e valuteremo il merito delle parole dell’assessore. Poi ci comporteremo di conseguenza” annuncia il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo. Anche il capogruppo dei renziani all’Ars, Nicola D’Agostino afferma di voler attendere il dibattito, anche se, ricorda, “l’assessore e il presidente della Regione si sono assunti la responsabilità politiche di quanto è accaduto e hanno anche sollevato dall’incarico il direttore generale. Staremo comunque a sentire”.

“Sfiducia al governatore”

Si apre comunque la stagione delle “mozioni di sfiducia” (o di censura), che tornano puntuali ad ogni legislatura. Diverse furono quelle presentate nell’era Crocetta. E mai nessuna aveva centrato l’obiettivo. Nei prossimi giorni potrebbe toccare anche a Musumeci. Lo hanno annunciato tutte le forze di opposizione già nella scorsa seduta. “Abbiamo formalizzato in conferenza di capigruppo – ha detto a LiveSicilia il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo – la richiesta che il presidente della Regione venga in aula per riferire dell’attuazione del programma di governo. Se non lo farà, presenteremo la sfiducia”. Lo ribadisce oggi il capogruppo dei Cinquestelle Giorgio Pasqua: “Valutiamo la mozione di sfiducia nei confronti del presidente per motivi politici: questo governo non ha fatto nulla finora, è assente e fermo”. D’accordo Claudio Fava che punta il dito contro le assenze del governatore dal dibattito d’Aula, sia nel corso della Finanziaria, sia in seguite alle polemiche sorte per l’attribuzione di un assessorato alla Lega: “Ha trasformato l’Assemblea – dice Fava – nel liceo Mario Cutelli di Catania, viene a fare la ramanzina del preside ai giovani Balilla. ‘Bambini, in piedi che entra il direttore’, e lui è contento. La sfiducia ha a che fare ancor prima che col contenuto col rispetto delle forme e delle regole, cose che si sono un po’ smarrite”.

Nel frattempo, potrebbe essere già giunto in Aula un disegno di legge un po’ diverso dagli altri. Non si tratta di una mozione di sfiducia, ma punta comunque a “depotenziare” un assessore appena nominato. Si tratta del ddl che prevede di destinare la delega dell’identità siciliana al governatore, togliendola dalle mani di Alberto Samonà, da pochi giorni titolare dei Beni culturali in Sicilia, in quota Lega. E in questo caso, anche pezzi di maggioranza sono pronti a sferrare l’attacco.

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26 Maggio 2020, 06:00

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