06 Maggio 2020, 10:29
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PALERMO – Il caso dei bonus richiesti dai sindacati per aumentare la produttività dei regionali che devono smaltire la mole di decreti per la cassa integrazione in deroga è diventato politico. Hanno protestato le opposizioni, con Movimento 5 Stelle e Pd, ma anche da esponenti di centrodestra sono arrivate parole durissime. E il ministro ha annunciato l’avvio degli ispettori. Il tutto riguarda i ritardi nell’erogazione della cassa integrazione in deroga. Le domande interessano più di 140mila lavoratori, per cui la Regione deve emanare i decreti e girarli all’Inps. Si sta cercando di accelerare, visto che si parla degli assegni del mese di marzo. La pratica è stata gestita dall’assessorato al Lavoro, dal dirigente. L’assessore regionale Antonio Scavone non ha commentato la vicenda. L’assessore alla Funzione pubblica Bernadette Grasso (l’assessorato vigila sull’applicazione del contratto di lavoro) si è limitata a dare disposizione di trasmettere l’accordo all’Aran.
L’intesa
L’accordo, a quanto si è appreso, assegnerebbe risorse di salario accessorio a 140 dipendenti dell’assessorato Lavoro per incentivarli a evadere più pratiche possibili con lo scopo di velocizzare la trasmissione all’Inps dei decreti per la cassa integrazione in deroga attesa da 37mila aziende per 130 mila lavoratori in Sicilia. Con lo scopo di coinvolgerne altri 100, per ora in smart working. Si tratta di una bozza di intesa che però deve essere ancora formalizzata. Un accordo che però è stato al centro di un pasticcio comunicativo, che ha sollevato moltissime polemiche.
La versione dei sindacati
I sindacati non ci stanno, attaccano la Regione che sarebbe responsabile del grande ritardo per via dell’inadeguatezza del sistema informatico e l’accusano di voler scaricare sui lavoratori la responsabilità. “Si è sostenuta la necessità di una task force che lavorasse di sabato e domenica su progetti specifici come previsto dal contratto, con degli incentivi che premiano il lavoro in più e incrementano la produttività – spiega Paolo Montera, segretario Fp Cisl -. Così invece si è presentato un processo virtuoso come vizioso: c’è l’impegno dei lavoratori per risolvere tutto al più presto. Sono risorse previste dal contratto, sono quelle lì, diamo di più a chi lavora di più”. Parla anche la Cgil: “E’ paradossale oltre che scorretto e diffamatorio il tentativo di mettere in cattiva luce i sindacati e i dipendenti del dipartimento Lavoro addebitando loro richieste economiche in cambio delle pratiche di cassa integrazione. La Cgil non ha partecipato ad alcun mercimonio. Così come gli altri sindacati confederali, in tutti i tavoli chiede solo il rispetto delle previsioni contrattuali”. Così il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. Per Luca Crimi della Uil Fpl “è intollerabile scaricare” sui dipendenti regionali i ritardi determinati dai problemi informatici.
Il mistero dei dieci euro
I sindacati protestano ma senza mai entrare nello specifico. Quali sono i bonus richiesti, a quanto ammontano? E’ ‘mistero’ sull’accordo tra Regione e alcuni sindacati dei regionali. Al momento esiste un “pizzino” sottoscritto ieri nel corso di una riunione al Dipartimento Lavoro, che l’Ansa ha recuperato. Nel foglietto c’è scritto a penna che si tratta di una ipotesi di accordo. In calce ci sono le firme dei segretari dei sindacati Siad, Cisl-Fp, Sadirs, Fp-Cgil e Uil-Fpl: non ci sono quelle di Ugl e Cobas/Codir che non hanno partecipato all’incontro perché avevano chiesto un rinvio per approfondire il tema, ma soprattutto contestavano la decisione del dirigente di fare la riunione in sede e non in video-conferenza per l’emergenza Covid-19. Sul ‘foglietto c’è anche la firma di Giovanni Vindigni, direttore generale del Dipartimento lavoro. Si legge: ‘progetto eliminazione arretrato pratiche Cigd”. E a seguire: pratiche n. 30.000, costo a pratica a prescindere dalla categoria 300.000, 00″. La bozza prevede 10 euro per ogni pratica in più evasa dal dipendente regionale rispetto al budget di istanze assegnate per il periodo 4-10 maggio; 9 euro dall’1 al 15 giugno e 8 euro dal 16 al 30 giugno. Ma Cobas/Codir e Ugl mettono in dubbio l’intesa. Anzi. “Abbiamo appreso informalmente dalla direzione Lavoro che non si è sottoscritto alcun accordo”, sostengono. E fanno sapere di attendere “il verbale relativo alla riunione”. La bozza riguarderebbe dunque una platea molto ristretta dei 12 mila regionali. Inoltre, i 300 mila euro sono rappresentano un “bonus: la somma infatti verrebbe recuperata dal fondo per il salario accessorio dei regionali, che ammonta a circa 30 milioni di euro. Soldi che già spettano ai regionali.
Il ministro manda gli ispettori
“Siamo in un momento delicatissimo per tutto il Paese e mi lascia attonita apprendere della richiesta di ulteriori bonus retributivi da parte dei sindacati dei dipendenti della Regione siciliana per lo sblocco delle pratiche sulla cassa integrazione in deroga”. Così su Fb, il ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone. “Soltanto nell’isola circa 130mila persone attendono l’erogazione di una così importante misura messa in campo dal governo. La pubblica amministrazione in queste settimane, come ho più volte detto, deve essere motore della ripartenza del Paese. E non può permettersi di avanzare col “freno a mano tirato’- avverte il ministro – Ho attivato quindi l’Ispettorato del Dipartimento Funzione Pubblica per avere chiarimenti in merito alla vicenda.
Le accuse politiche al governo
Il parlamentare regionale di Italia Viva e presidente della Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’Ars, Luca Sammartino attacca:“La mancata assegnazione della Cassa Integrazione in deroga in Sicilia dimostra ancora una volta tutto il fallimento del Governo Musumeci. Il Presidente non ha saputo programmare per tempo e adesso scarica sui dipendenti regionali le sue responsabilità. Non è stato capace di trovare le soluzioni con le parti sociali e come sempre rincorre i problemi senza riuscire mai ad affrontarli”. Dal Pd, Michele Catanzaro parla di “gestione scandalosa”. I primi a farsi sentire sono stati i girllini: “Chiedere un bonus aggiuntivo di 10 euro per ogni pratica di cassa integrazione analizzata è vergognoso, sembra quasi una speculazione”, dicono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle. E Cateno De Luca, sindaco di Messina, parla di “porcheria legalizzata”. Ma anche gli alleati strigliano la Regione: “C’è un limite alla decenza e alla vergogna e la richiesta di 10 euro di ‘premio’ per ogni pratica che serve ad attivare la Cassa integrazione, fatta dalle rappresentanze sindacali dei dipendenti della Regione, questo limite lo ha superato”. Così in una nota il parlamentare nazionale della Lega, Nino Minardo, e il segretario del Carroccio in Sicilia Stefano Candiani. “Siamo in una terra, la Sicilia, che non deve e non può morire per mano del potere della burocrazia e per i capricci di chi cerca altri soldi per fare il proprio dovere, lautamente pagato”, dicono Minardo e Candiani che chiedono al governatore Nello Musumeci “uno scatto d’orgoglio”.
Il sistema informatico
Intanto, ieri l’unica buona notizia della giornata ha riguardato il sistema informatico. Si è testata una modifica che permetterebbe di inserire non un decreto alla volta ma blocchi da cinquecento decreti: questo accelererebbe sensibilmente le procedure. Sullo sfondo della vicenda restano gli atavici problemi di un apparato burocratico regionale sempre più anziano, da cui dovranno passare ora le misure varate sulla carta in finanziaria per aiutare la ripresa economica della Sicilia in ginocchio per l’emergenza Coronavirus.
(Sa. T.)
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06 Maggio 2020, 10:29