21 Aprile 2020, 10:08
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Dall’inizio del lockdown è passato un mese e mezzo, più di un mese dal decreto Cura Italia, ma in Sicilia a oggi gli assegni di cassa integrazione in deroga pagati ammontano a zero. I quasi 140mila lavoratori interessati aspettano ancora. E aspetta anche l’Inps, che deve ricevere i dati dalla Regione (che riceve le domande attraverso i centri per l’impiego). Ma di decreti di concessione l’Inps non ne ha ricevuto a oggi nemmeno uno dagli uffici regionali sulla propria banca dati. Le prime istanze istruite con gli elenchi per ditta dovrebbero arrivare dalla Regione all’Inps oggi, secondo quanto riportano oggi due quotidiani. Questo permetterà all’Istituto di previdenza di prendere contatto con le aziende. Ma a quel punto ci vorranno altri giorni e si arriverà verosimilmente a maggio. Le famiglie a reddito zero intanto attendono. In Sicilia più che altrove. Già nei giorni scorsi il ritardo della Regione era stato stigmatizzato dal Movimento 5 Stelle con un’interrogazione all’Ars del deputato Antonio De Luca. “I ritmi attuali di espletamento della valanga di domande finora prodotte, che interessano oltre 35 mila aziende e oltre centomila lavoratori – affermava De Luca il 17 aprile – sono del tutto incompatibili con le pressanti esigenze di chi si è trovato di punto in bianco senza reddito. Soltanto ieri gli operatori dei centri per l’impiego hanno potuto avere accesso alla piattaforma dedicata per l’istruttoria delle pratiche sul sistema regionale SILAV. Ciò non lascia presagire nulla di buono sul completamento dell’istruttoria”.
“Rischiamo di passare dall’emergenza economica a quella sociale”, commenta Giovanni Greco, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro di Catania, che spiega, a proposito dei tempi troppo lunghi della cassa integrazione in deroga in Sicilia: “Abbiamo stimato che saranno presentate 42.000 domande per 150.000 lavoratori coinvolti, oltre il 20% di questi solo a Catania”. “La fase istruttoria delle istanze è iniziata ieri pomeriggio a ben tredici giorni di distanza dall’invio delle richieste,” denuncia. Una mole di lavoro enorme da espletare attraverso una procedura molto complessa.
A chiedere conto agli uffici regionali sullo stato dell’arte della cassa integrazione in deroga era stato nei giorni scorsi il deputato regionale Luca Sammartino, presidente della V commissione dell’Ars, che ieri ha ricevuto risposta dal Dipartimento regionale del Lavoro. La nota illustrava che per far fronte alle istanze ricevute, che interessano 136.700 lavoratori sono stati individuati 142 dipendenti regionali. Solo ieri si è cominciato a procedere al controllo delle domande, le prime 1.400, distribuite alla fine della scorsa settimana per essere istruite. Sammartino parla di “ritardo inaccettabile”. Il gruppo del Pd oggi ha presentato un’interrogazione all’Ars chiedendo al governo come intende superare i ritardi della Regione: “Servono misure urgenti per snellire le procedure e garantire al più presto la cassa integrazione in deroga: c’è chi ormai non percepisce liquidità da settimane e non sa più come andare avanti”, dice il capogruppo Giuseppe Lupo.
La Uil siciliana ieri ha chiesto al governo regionale di implementare la misura: “La cassa integrazione in deroga in Sicilia ha interessato più di 120 mila lavoratori, il doppio rispetto alla Lombardia. Le nostre famiglie sono monoreddito, per questo chiediamo che la Regione integri il provvedimento portando la Cigs dall’80 al 100 per cento”, ha detto il segretario Claudio Barone. Intanto, sarebbe già qualcosa permettere ai lavoratori rimasti a casa di incassare quell’80 per cento.
Nel pomeriggio interviene l’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone: “Da domani i primi decreti saranno trasferiti all’Inps”. (Leggi qui).
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21 Aprile 2020, 10:08