Cassa integrazione in deroga| Polemiche sui soldi ai regionali

di

05 Maggio 2020, 15:26

3 min di lettura

PALERMO – Ci sono 140mila siciliani rimasti a secco per il lockdown che aspettano la cassa integrazione in deroga di marzo. La Sicilia, com’è noto, è fra le Regioni che ha accusato i ritardi più pesanti e a oggi meno del dieci per cento dei lavoratori ha avuto sbloccate le somme dall’Inps. Tutto si è inceppato in Regione, dove si è partiti in ritardo e a rilento anche per una serie di problemi informatici. La buona notizia è che stamattina è andato bene il test su una modifica al sistema che dovrebbe permettere di inserire non un decreto alla volta come ha funzionato fin qui (e in totale i decreti dovrebbero essere tra 30 e 40mila, uno per ogni azienda), ma pacchetti di decreti, anche cinquecento per volta. Una novità che dovrebbe permettere di accelerare sensibilmente le procedure e ridurre le attese di chi è rimasto all’asciutto e aspetta questo denaro. In assessorato stamattina c’era un certo ottimismo. Ieri l’assessore Scavone ha detto a Livesicilia che si potrebbe venirne fuori per maggio.

Ieri si era trovato un accordo salutato con comunicati di giubilo dai sindacati stessi e dall’assessore alla funzione pubblica Bernadette Grasso. Un esempio di virtuosa collaborazione coi sindacati, ha detto l’assessore. Ma oggi, citato da Repubblica, il dirigente Govanni Vindigni racconta una storia meno entusiasmante: “I sindacati mi hanno chiesto di riconoscere ai dipendenti un bonus di 10 euro per ogni pratica analizzata”. Un quadretto da supergarantiti che intascano mentre i non garantiti aspettano, che ha fatto protestare il Movimento 5 Stelle. “Chiedere un bonus aggiuntivo di 10 euro per ogni pratica di cassa integrazione analizzata è vergognoso, sembra quasi una speculazione”, dicono i deputati regionali grillini. e Cateno De Luca, sindaco di Messina, parla di “porcheria legalizzata”. Critiche anche dalla Lega. I sindacati però intervengono per spiegare come stanno le cose: “Si è sostenuta la necessità di una task force che lavorasse di sabato e domenica su progetti specifici come previsto dal contratto, con degli incentivi che premiano il lavoro in più e incrementano la produttività – spiega Paolo Montera, segretario Fp Cisl -. Così invece si è presentato un processo virtuoso come vizioso: c’è l’impegno dei lavoratori per risolvere tutto al più presto. Sono risorse previste dal contratto, sono quelle lì, diamo di più a chi lavora di più”. Parla anche la Cgil: “E’ paradossale oltre che scorretto e diffamatorio il tentativo di mettere in cattiva luce i sindacati e i dipendenti del dipartimento Lavoro addebitando loro richieste economiche in cambio delle pratiche di cassa integrazione. La Cgil non ha partecipato ad alcun mercimonio. Così come gli altri sindacati confederali, in tutti i tavoli chiede solo il rispetto delle previsioni contrattuali”. Così il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino. Per Luca Crimi della Uil Fpl “è intollerabile scaricare ” sui dipendenti regionali i ritardi determinati dai problemi informatici. E nel frattempo arriva la parziale smentita di Vindigni: “Smentisco categoricamente di avere pronunciato la frase “certo è strano chiedere un bonus quando ci sono 130 mila lavoratori che attendono senza soldi””.

Articoli Correlati

L’ipotesi di accordo resta lì, da formalizzare, ma ora alla Regione si spera che mettendo il turbo alla piattaforma informatica si possa recuperare il tempo perduto. Sarà la volta buona? Visto il cammino tutt’altro che agevole che il dossier cassa integrazione in deroga ha avuto fin qui, la prudenza è d’obbligo.

Pubblicato il

05 Maggio 2020, 15:26

Condividi sui social