08 Novembre 2018, 16:10
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PALERMO – Lacrime e disperazione a casa dei proprietari della villetta della morte di Casteldaccia, dove hanno perso la vita nove persone per l’esondazione del fiume Milicia. Antonino Pace e Concetta Scurria hanno incontrato i giornalisti insieme al loro avvocato, Marco D’Alessandro. “Sono dispiaciuto e disperato – ha detto Pace – per quello che è successo a Giuseppe. Se avessi saputo una cosa del genere non avrei mai permesso a nessuno di vivere in quella casa. Ci viveva mio figlio. Sto male, sono troppo disperato”.
Pace, operatore socio sanitario al Policlinico di Palermo, ha poi proseguito: “Avevo permesso a Giuseppe di abitare in quella casa in segno di amicizia, perché aveva fatto dei lavori: aveva sistemato le zanzariere e insieme agli altri residenti della zona ha pagato per la pulizia del fiume. Non sono un mostro, voglio abbracciare Giuseppe”.
I coniugi abitano in un appartamento nei pressi della via Oreto, di proprietà della madre di Pace: “Abbiamo saputo quello che è successo l’indomani – dice la moglie -. Domenica mattina abbiamo acceso la tv e visto quelle immagini terribili. Noi abitiamo qui in città perché mio marito lavora qui, nessuno da Casteldaccia ci ha avvisato e mai avrei pensato che la famiglia Giordano era in pericolo, perché anche loro hanno la casa in città. Come mamma, come nonna – aggiunge Concetta Scurria – sono troppo disperata, siamo troppo colpiti al cuore. Vorrei morire io al posto loro”.
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08 Novembre 2018, 16:10