PALERMO – Francesco Guttadauro resta al 41 bis. La Cassazione ha respinto definitivamente bocciato il ricorso del nipote del cuore di Matteo Messina Denaro.
Guttadauro sosteneva che non fosse stata fatta una rigorosa ed effettiva verifica sulla sussistenza di collegamenti con la criminalità organizzata. Di avviso opposto la Procura di Palermo e la Direzione nazionale antimafia.
“Posizione e verticostica”
“La posizione verticistica rivestita dal ricorrente nell’associazione, tuttora attiva nel territorio, così come evidenziato anche facendo riferimento alla recente cattura di Matteo Messina Denaro – scrivono i supremi giudici – si basa su un compendio istruttorio tutt’altro che lacunoso e apparente quanto, piuttosto, risulta adeguata e coerente in merito alla sussistenza di collegamenti con l’associazione di appartenenza e alla sussistenza e attualità del pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Guttadauro e la zia Patrizia
Gli investigatori guardano con molta attenzione alla figura di Francesco Guttadauro e della zia Patrizia, una delle sorelle di Messina Denaro, per anticipare le mosse della mafia trapanese ormai priva di Messina Denaro.
La sorella del padrino sarà scarcerata a breve, il nipote dovrà attendere un po’ di più. “Matteo dice… “, il fratello ordinava e Patrizia eseguiva. Era una donna boss. Arrestata nel 2013, è stata condannata a 14 anni e mezzo. Ad ogni detenuto spettano tre mesi di liberazione anticipata per ogni anno di detenzione qualora mantengano una buona condotta in carcere.
Il nipote del cuore
Francesco Guttadauro, figlio di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro (la seconda delle quattro sorelle del boss morto), sta scontando 16 anni di carcere. Anche lui è stato arrestato nel 2013. Dalla sua ha il sangue che gli scorre nelle vene.
Non solo quello dei Messina Denaro, ma pure quello paterno. Il padre Filippo, internato all’ergastolo bianco, è fratello di Giuseppe, il dottore e boss del potente mandamento mafioso di Brancaccio. A Palermo, lo zio morto, ha trascorso una parte della latitanza. Non è casuale, ma frutto di una fitta rete di relazioni che resta solida anche dopo la morte del padrino.