31 Maggio 2014, 06:44
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CATANIA – Regista e scenografo tra i più poliedrici ed attivi della sua generazione, fondatore e direttore di prestigiosi festival, recentemente nominato direttore artistico del Teatro dell’Opera cinese di Hang Zhou, Enrico Castiglione porta in alto il nome della sua terra d’origine, la Sicilia e Catania, in tutto il Mondo. Con oltre duecento produzioni alle spalle si penserebbe che non volesse far altro che comporre opere tetarali e invece… “Invece da piccolo il mio sogno era quello di scrivere romanzi – confessa a LiveSicilia Catania – a sedici anni avevo scritto un paio di romanzi, ma poi la passione per la musica mi ha portato a cimentarmi nella critica musicale”. Un incontro quello con Indro Montanelli che lo portò a scoprire e vivere da vicino il teatro fino ad oltrepassare la barricata, spogliandosi dalle vesti di spettatore e vestendo quelli da protagonista con il grande debutto nel ruolo di regista all’età di 25 anni.
Nato a Roma da genitori siciliani. Quanto e in che modo ha inciso la sua sicilianità nel suo carattere e nella sua professione?
“Quando sono all’estero mi piace ricordare che sono nato sotto l’Etna, spesso scrivono di me che ho un temperamento ed una determinazione vulcanica”.
Meravigliosa, dionisiaca, contraddittoria. E’ così che Enrico Castiglione descrive la Sicilia. E Catania?
“Con Catania ho un splendido legame, qui ho rifondato nel 2009 il Festival Belliniano, con grande successo e soddisfazioni. La possibilità di rappresentare la Norma di Bellini nel 2009 in occasione dell’inaugurazione del restauro del Teatro Romano di Catania, sulle cui rovine si erge la casa natale di Vincenzo Bellini, è stato un grande onore, oltreché un successo memorabile per la Città“.
Ma non è tutto oro però quel che luccica. Quale, se lo riscontra, il problema secondo lei che affligge la cultura e l’arte a Catania?
“La gelosia, l’invidia, il non saper fare e quindi non voler far fare agli altri – prosegue Enrico Castiglione – Poi c’è l’incompetenza di chi spesso si trova a dover ricoprire cariche che dovrebbero essere affidate a professionisti di comprovata esperienza e non al primo venuto per motivi di bieca occupazione politica. I risultati poi si vedono, perché a lungo andare si va verso la paralisi e il fallimento. Catania è una città che ha grandissime risorse, ma purtroppo ha un alto tasso di litigiosità e di incapacità”.
Esiste una soluzione?
“Certo. Dalla mattina alla sera sentiamo dire che la Sicilia potrebbe vivere di turismo e cultura. Poi, però, nessuno riesce a programmare con due o tre anni di anticipo, che nel mondo dello spettacolo è conditio sine qua non. Programmare a lunga distanza come avviene all’Estero potrebbe essere quindi una enorme soluzione”.
Facciamo un salto di 10 anni. Quale situazione immagina nel nostro Paese nel 2024?
“Se si continua così con leggi sbagliate ed enti lirici che bruciano decine di milioni di euro e soprintendenti che fanno a gara a chi fa più debiti, la situazione sarà disastrosa. Spero che il Ministro Franceschini riorganizzi lo spettacolo dal vivo in Italia. La politica deve avere poi l’obbligo di scegliere in base a requisiti certi i propri candidati, altrimenti prima o poi finirà che un vero sovrintendente di teatro musicale finirà pure per dirigere il Cern a Ginevra”.
Ma torniamo al presente e alle sue Opere. Cosa si prova a rappresentare l’Italia in luoghi così lontani e diversi?
“Sono reduce dal successo della mia Carmen al Teatro Amazonas in Brasile e devo dire che dal Brasile alla Cina l’Italia riscuote grande ammirazione. Per me, ovviamente, è un grande onore essere il primo italiano direttore artistico di un grande teatro come il Hang Zhou e quest’estate porterò in Italia l’Orchestra Filarmonica di Hang Zhou, per un concerto a Roma l’8 Agosto, ma nel 2015 porterò la Sicilia in Cina e sarà un grande momento di sinergia internazionale”.
Cosa legge negli occhi dei suoi spettatori dell’altro capo del Mondo?
“Leggo un grande entusiasmo e una grande ammirazione per il talento italiano proprio nella musica e nell’opera.
A chi va il suo “Grazie”?
“Al pubblico, che mi segue in tutto il mondo e porta in esaurito i miei spettacoli. In Sicilia, come regista/scenografo, ho debuttato nel 2007, con la Medea di Cherubini al Teatro Antico di Taormina, da allora è stato un crescendo di successi incredibile. Un appuntamento che si è ripetuto ogni anno, nel 2012 con Norma, nel 2013 con uno straordinario Rigoletto e quest’anno con Cavalleria Rusticana e Pagliacci in scena a Taormina i prossimi 2 e 4 Agosto”.
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31 Maggio 2014, 06:44