Catania, abusi sessuali: condannato a 16 anni il “santone Capuana”

Catania, abusi sessuali: condannato a 16 anni il “santone Capuana”

La sentenza è stata emessa dal tribunale collegiale
IL VERDETTO
di
2 min di lettura

CATANIA. Il Tribunale di Catania ha condannato a 16 anni 2 mesi il “santone” Pietro Capuana. Avrebbe abusato sessualmente di alcune minorenni nella comunità della chiesa Lavina di Aci Bonaccorsi. La sentenza è stata emessa pochi minuti fa. Il collegio penale è presieduto da Santino Mirabella, giudici Cristina Scalia e Mariaconcetta Gennaro.

Assieme a Capuana sono state condannate anche le sue presunte fiancheggiatrici. Fabiola Raciti è stata condannata a 15 anni 2 mesi. 9 anni 4 mesi a Rosaria Giuffrida. Condannata a 7 anni Katia Concetta Scarpignato. La sentenza è uscita pochi minuti fa.

Le accuse per le co-imputate

Le tre donne, per l’accusa, avrebbero spinto le ragazze ad assecondare le richieste sessuali dell’anziano. Il promotore dell’orrore sarebbe stato Capuana, “fruitore delle prestazioni sessuali delle minori”. L’organizzatrice invece sarebbe la Giuffrida, “quale “addetta alla predisposizione dei turni settimanali delle minori”.

La Raciti e la Scarpignato, per l’accusa, avrebbero agito “quali incaricate allo svolgimento dell’opera di persuasione delle minori in ordine alla valenza spirituale dei predetti gesti”. Tutti e quattro gli imputati hanno ottenuto parziali assoluzioni, pur essendo ritenuti responsabili di quasi tutte le accuse.

I fatti dal 2008 al 2016

I reati sarebbero avvenuti a Motta Sant’Anatstasia, Aci Bonaccorsi, Bronte e Fondachello di Mascali dal 2008 sino all’agosto del 2016. Le parti civili sono assistite dagli avvocati Tommaso Tamburino, Sergio Ziccone, Salvo Pace, Tania Occhipinti e Francesco Laurino. Al giudizio si è costituita parte civile anche la Diocesi di Acireale, assistita dall’avvocato Giampiero Torrisi.

L’imputato è difeso dall’avvocato Mario Brancato. Il collegio dei difensori degli imputati, al giudizio immediato, è composto dagli avvocati Giada Taccia, Gianfranco D’Alessandro e Cesare Flavio Cicorella.

La trasmissione degli atti alla Procura

I giudici hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura per 10 testimoni, per eventuali reati che saranno ritenuti tali.  Le accuse per i quattro imputati erano associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti di violenza sessuale in danno di minori di 18 anni. Questo costringendo le ragazzine ad avere rapporti sessuali con Capuana.

Vi è poi l’ipotesi, a vario titolo, di concorso nelle violenze sessuali, che sarebbero state commesse da Capuana, per la presunta complicità delle tre imputate.

La parte civile: giustizia “implacabile”

L’avvocato Tommaso Tamburino, che assiste una parte civile, commenta così: “La giustizia è lenta ma implacabile. Dal 2017 combattiamo per avere giustizia e finalmente è arrivata la sentenza che ha determinato bene, molto bene”.

“Queste ragazze finalmente hanno trovato un tribunale che ha condiviso la gravità dei fatti. Davvero grave – conclude – è che in questi anni c’è chi ha ritenuto che l’imputato fosse vittima di un complotto ordito ai suoi danni da queste ragazze, che lo accusavano per motivi economici”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI