13 Marzo 2014, 22:02
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CATANIA – Una vittoria. Così il presidente di Arcigay, Alessandro Motta, ha commentato il voto favorevole del consiglio comunale all’istituzione del Registro delle Unioni Civili, che allinea Catania ai circa 200 comuni italiani che lo hanno già approvato. “È la Catania civile che vince” – ha aggiunto. E una vittoria lo è stata soprattutto per il sindaco Bianco, che su questa delibera si era scommesso personalmente e che rischiava, a pochi minuti dal voto, di vedere naufragare la proposta colpita da fuoco amico. Una vittoria lo è stata anche, in qualche modo, per il Partito democratico, che ha ritrovato compattezza proprio al rush finale, quando poco prima si era trovato a incassare l’astensione motivata di Lanfranco Zappalà che, a sorpresa e dopo qualche pressing da parte dei colleghi, ha cambiato idea e ha espresso sì, consentendo di fatto alla delibera di passare. L’applauso liberatorio di parte della sala – l’altra parte fischiava, mostrando una bandiera pro famiglia – in questo senso parlava da sé: la delibera è passata con i 23 voti che servivano perché passasse. Tra questi, anche quello di Tuccio Tringale, di Area centrodestra, altro applaudito della serata. Tutto più o meno come le previsioni, con l’astensione di alcuni rappresentanti della maggioranza, Sebastiano Arcidiacono e Agatino Lanzafame, entrambi per l’assenza della legislazione nazionale a supporto di un simile strumento, e quasi interamente dell’opposizione. Oltre Tringale, anche Pellegrino ha espresso parere, dando l’unico voto contrario. Il Megafono, il cui capogruppo Bottino era assente. ha votato favorevolmente.
La seduta è iniziata con la presentazione del vicesindaco, Marco Consoli, che ha ricostruito l’iter della proposta, sin dall’approvazione in Giunta, sottolineando come l’approccio dell’amministrazione nel predisporla sia stato “decisamente laico”.”C’è chi ha visto il Registro in contraddizione con il valore della famiglia – ha affermato.Io sono cattolico praticante, ma da amministratore ho il dovere di dare un approccio decisamente laico. Quando si amministra, si ha il dovere di ascoltare tutti e fare gli interessi di tutti. Nel rispetto della legge si può individuare la fascia di soggetti ai quali quel diritto va riconosciuto – ha aggiunto. Non possiamo sostituirci al legislatore, ma siamo liberi di regolare i servizi erogati – ha aggiunto. Consoli ha evidenziato la necessitàdi modificare i regolamenti non appena votato l’atto, prima di lasciare la parola al sindaco Bianco, nel frattempo intervenuto in Consiglio per perorare la causa, forse consapevole della tensione nella sua maggioranza. “Sostanzialmente si tratta di un principio di civiltà riconosciuto dal parlamento europeo” – ha sottolineato il primo cittadino, che si è augurato l’approvazione da parte di una maggioranza trasversale, come già avvenuto.
Scatenato il dibattito accesosi subito dopo. Il capogruppo di Articolo 4, Carmelo Nicotra, dopo aver sottolineato di non biasimare gli assenti, ha immediatamente dichiarato le proprie intenzioni. “Il nostro movimento ha deciso di non opporsi al fatto che il voto debba essere di coscienza e non di partito- ha detto. d è vero che non c’è una normativa a livello nazionale, ma ignorare l’argomento sarebbe come mettere la testa sotto la sabbia. Credo che debba essere garantita la parità di tutti i cittadini. Dichiarò per questo di essere favorevole alla delibera in oggetto”. “Credo che sia mancato in città un dibattito più acceso che potesse creare punti e spunti di riflessione” – ha sottolineato critica Erika Marco. Come critica è stata la consigliera Saverino. “Bisognava portare in aula anche i regolamenti perché così, la delibera è diventata una scatola vuota – ha detto – da riempire con i giusti contenuti e non con le intenzioni che ci sono adesso, che risultano poco chiare”. Il dibattito è proseguito con l’opposizione favorevole di base, con poche eccezioni, ma contraria al metodo utilizzato, come sottolineato dai rappresentanti di Grande Catania, che hanno parlato di errore di approccio da parte del sindaco bianco – “Se si riporta la delibera tra qualche giorno, dopo aver coinvolto le persone che compongono questo Consiglio – ha affermato Vincenzo Parisi – il sindaco potrebbe contare sui nostri sì” – e sono astenuti, o da Manlio Messina, capogruppo di area centrodestra che ha presentato un ordine del del giorno per distinguere tra coppie di fatto e famiglia.
Lanfranco Zappalà’ (Pd) che in un primo momento aveva annunciato la propria astensione, per via del vuoto normativo, ha dato parere favorevole dopo aver presentato due ordini del giorno fati propri dall’amministrazione. Alessandro Porto, capogruppo di “Con Bianco per Catania” ha sottolineato come l’approvazione delladelibera possa spingere a il governo a legiferare in questo senso.Soddisfazione tra chi ha spinto per l’adozione prima e per l’approvazione poi, del Registro. In particolare del neo segretario cittadino del Pd, Enzo Napoli, presente alla seduta. “Siamo molto soddisfatti- ha affermato a fine serata, La discussione e stata intensa ed è entrata nel merito, ma alla fine prevalso il senso di responsabilità come noi avevamo auspicato”. E sulle tensioni nella maggioranza: “Questo era un tema che va ben oltre le dinamiche politiche – ha aggiunto – e non penso la votazione possa essere ricondotta a logiche partitiche. Avevamo chiesto uno sforzo ed è stato fatto”. Ma soddisfatto più di tutti è sicuramente il sindaco Bianco che alla fine è riuscito a portare a casa un’importante vittoria che fa di Catania, almeno da questo punto di vista, una città europea. “Da oggi – ha commentato a caldo – la città è più civile, più tollerante, più aperta, più moderna”.
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13 Marzo 2014, 22:02