10 Ottobre 2022, 06:25
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CATANIA. È accusato di aver ucciso la figlia della sua compagna dell’epoca. La ventiduenne disabile di Acireale, Agata Scuto, sarebbe stata ammazzata affinché nessuno scoprisse che era rimasta incinta. I fatti risalgono a dieci anni fa ma a partire da domani, martedì, dinanzi ai giudici della Corte d’assise di Catania, si aprirà il processo a carico del sessantunenne catanese Rosario Palermo, difeso dall’avvocato Marco Tringali, che avrebbe avuto una relazione segreta con la ragazza.
Agata sparì nel nulla il 4 giugno 2012, ma il suo corpo non è mai stato rinvenuto. E va evidenziato che l’imputato, accusato pure di occultamento di cadavere, ha sempre respinto ogni accusa. Si è sempre professato innocente e fonti vicine alla sua difesa sottolineano il fatto che tutte le sue interazioni, a oggi, sarebbero condizionate dal fatto di sentirsi additato come colpevole dai media.
Il pm Antonino Fanara, che ha coordinato le indagini dei carabinieri della compagnia di Acireale e del reparto operativo del comando provinciale di Catania, ha contestato a Palermo le aggravanti di avere commesso il fatto ai danni di una persona portatrice di handicap e di aver agito per motivi abietti, costituiti dall’intento di nascondere la gravidanza di Agata Scuto e di continuare la relazione con la madre della ventiduenne.
Le indagini sulla sparizione di Agata Scuto, si ricorda, erano state riaperte dopo l’arrivo di una segnalazione alla trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto. Secondo gli investigatori, Palermo avrebbe cercato di crearsi un alibi per il giorno della scomparsa, ma questo non avrebbe fatto altro che acuire i loro sospetti. Ma sarà l’istruttoria dibattimentale, che si dovrebbe aprire domani dopo la costituzione delle parti e l’ammissione delle liste testi, a stabilire l’eventuale responsabilità dell’imputato.
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10 Ottobre 2022, 06:25