21 Settembre 2021, 18:29
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PALERMO – Uno scavo archeologico sotto Palazzo Ingrassia. Per vedere cosa nasconde ancora Catania che, nel Montevergine, ha uno dei più interessanti siti.
Sono state avviate a Catania le attività preliminari di pulizia straordinaria e di bonifica dell’area su cui, a partire dal prossimo mese di ottobre, prenderà avvio il “progetto Archeologico Montevergini” con indagini nell’area dei Giardini di Palazzo Ingrassia. La campagna di ricerca sarà realizzata nell’ambito della convenzione stipulata tra l’Università di Catania, la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Catania e il Parco archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, con il supporto del Comune di Catania che, con il sindaco Salvo Pogliese, ha reso disponibili per il progetto i terreni di proprietà comunale e del Comitato popolare Antico Corso.
“Si tratta di un progetto di archeologia partecipata che vede ancora una volta collaborare le istituzioni dei Beni culturali e dipartimenti dell’Università in un progetto – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – che va oltre l’attività di ricerca per diventare un momento di sensibilizzazione e di educazione all’archeologia e all’apprezzamento del nostro patrimonio storico. Le iniziative in corso a Catania mostrano vivacità e grande capacità di coinvolgimento dei giovani”.
“L’attività di scavo nel sito dei giardini di Palazzo Ingrassia, su terreno comunale, dimostra come l’archeologia sia materia viva e ci mostra, ancora una volta, come Catania sia un serbatoio inesauribile di bellezza e di ricchezza. L’area oggetto dell’intervento – evidenzia Barbara Mirabella, Assessore alle attività culturali del Comune di Catania- è già un immenso Museo: il Monastero dei Benedettini, la Chiesa di San Nicolò l’Arena, la Biblioteca Ursino-Recupero, sono gemme di inestimabile valore già patrimonio della Città. Immaginare di arricchirlo, grazie alla collaborazione fra Sovrintendenza, Parco Archeologico e Università degli Studi, insieme al Comune di Catania e ai volontari del Comitato Antico Corso, è un segnale di grande vitalità e tensione verso il futuro. Riscoprire “pezzi” di Città che ne rappresentano la storia e l’identità, per restituirli a cittadini e turisti che, quotidianamente, potranno scoprire una Catania rimasta per secoli sepolta”.
Il progetto ha come obiettivo quello di indagare una parte della collina di Montevergine non interessata dalle imponenti campagne di scavo che, dagli anni ’80 in poi, hanno restituito importantissimi dati sulle fasi più antiche della storia della città. L’ottocentesco Palazzo Ingrassia, così denominato perché intitolato al famoso medico siciliano Gian Filippo Ingrassia (1510-1580) e già sede dell’Ateneo Catanese, fu costruito sui resti di un Ninfeo Romano. L’imponente struttura, parte del Monastero dei Benedettini e oggi importante sede di riferimento del polo umanistico, è condivisa per una parte con il Dipartimento di Archeologia e con l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali (IBAM) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Le attività sono coordinate da Simona Todaro docente dell’Università di Catania, da Gioconda Lamagna, direttrice del Parco archeologico e da Michela Ursino per la Soprintendenza dei beni culturali diretta da Donatella Aprile, ed effettuate con la partecipazione degli studenti dei corsi di laurea in Beni culturali e Archeologia, prevedono anche momenti di divulgazione con specifiche azioni di archeologia partecipata rivolte agli abitanti del quartiere e a quanti interessati.
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21 Settembre 2021, 18:29