Catania

Ammazzato e seppellito: entra nel vivo il processo Timonieri

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13 Ottobre 2022, 06:35

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CATANIA. I principali accusatori sono gli assassini rei confessi, oggi collaboratori di giustizia, che hanno consentito agli investigatori di rinvenire il corpo della vittima, hanno puntato l’indice contro i presunti mandanti e rispondono anch’essi, ovviamente, del delitto in concorso. Entrerà nel vivo tra otto giorni esatti, giovedì 20 ottobre, il processo per l’omicidio di Vincenzo Timonieri, il ventiseienne di San Cristoforo ammazzato nel febbraio dell’anno scorso e il cui cadavere fu seppellito in una duna di Vaccarizzo. Un caso di lupara bianca venuto allo scoperto grazie alle dichiarazioni dei presunti killer. 

Gli imputati, i presunti mandanti, sono Natale Nizza, figlio di Giovanni detto ‘banana’, ritenuto uno dei capi di San Cristoforo, e Sam Privitera, che la famiglia Nizza avrebbe incaricato di gestire gli “affari” nel popoloso quartiere di Librino. I pentiti rei confessi sono Michael e Ninni Sanfilippo. Nizza è difeso dall’avvocato Marco Tringali. 

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La vittima, secondo i collaboratori di giustizia, sarebbe stata portata nel luogo del seppellimento con la scusa di prendere delle armi. Il movente, invece, sarebbe legato alle ambizioni di Timonieri, che avrebbe avuto l’intenzione di mettersi in proprio, di approfittare dei propri personalissimi fornitori di droga napoletani e spacciare senza rispondere più al clan Nizza. Un progetto che ovviamente non poteva andare giù ai responsabili della cosca, i quali per questo avrebbero deciso di ordinarne l’assassinio. 

Il processo si celebra dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Catania. Tra gli elementi dell’accusa, ad ogni modo, ci sarebbero anche le rivelazioni di un altro collaboratore di giustizia. L’accusa si basa sulle indagini coordinate dai pm Lina Trovato, Rocco Liguori e Alessandro Sorrentino.

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13 Ottobre 2022, 06:35

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