Cronaca

Arresti a Catania: i NOMI degli imprenditori e le società coinvolte

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27 Febbraio 2024, 07:39

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PALERMO – L’uomo chiave dell’inchiesta sulla mega evasione dell’Iva è Filippo Intelisano. Classe 1983, incensurato, è figlio del boss Giuseppe, detto “Pippo u Niuru”, ex reggente del clan Santapaola-Ercolano che sta scontando l’ergastolo.

Partendo dalla sua figura i finanzieri avrebbero ricostruito un reticolo di società. Alcune servivano solo per fatturare forniture inesistenti e abbattere i costi. Altre restavano attive giusto il tempo di partecipare alla presunta frode fiscale e poi venivano chiuse.

Ed è scattato il blitz denominato “Ultimo brindisi”: sei persone in carcere, quattro agli arresti domiciliari a cui i procuratori europei Calogero Ferrara ed Amelia Luise contestano le ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla evasione, alla frode fiscale e a condotte plurime di bancarotta. Per altri diciassette indagati il giudice per le indagini preliminari Marina Rizza ha deciso la misura interdittiva del divieto di esercitare impresa.

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Gli arrestati

In carcere finiscono i catanesi Filippo Intelisano, Milena Bulla, Fabio Spina, Vincenzo e Andrea Maria Carelli, il salernitano Concordio Malandrino. Arresti domiciliari per Virgilio Papotto (Catania), Christian Parisi (Catania), Gianluca Russo (Catania), Settimo Carlo Abate (Paternò).

Le misure interdittive

Misura interdittiva per Antonio Di Giorgio (Catania), Domenica D’Agata (Catania), Marzia Concetta Greco (Catania), Enrico Romeo Liotta Guarnieri (Catania), Carmela Anfuso (Catania), Sebastiano Piro (Acireale), Pietro Agatino Mazzeo (Catania), Francesco Marino (Catania), Claudio Ricci (Roma), Alessandro Brugnoli (Roma), Marco Ziccardi (Roma), Fabio Zagolin Bettin (Padova), Roberta Indraccolo (Milano), Giuseppe Angemi (Catania), Rosa D’Amico (Merì, Messina), Carmine Costantino (Terme Vigliatore, Messina), e Gabriele Natale Costantino (Barcellona Pozzo di Gotto, Messina).

Le società

Il sequestro preventivo di una somma complessiva che si aggira sui trenta milioni di euro (sarebbe il profitto del reato) riguarda le società: “Diabolik drink srls”, “Energy solar Power srls”, “”T.G.L srl”, “Mft srls”, “Ger srl”, “RC drink, “Cream srl”, “Spina trasporti”, “Ct Servizi”, “Phil Drink srls”, “Lux&Co srl”, “Top. Gi srls”, “VG Group Eu Food”, “Sud Commercio srls”, “Costantino distribuzione srl”, “San Francesco srl”, “Mp Drink&Food srls”.

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27 Febbraio 2024, 07:39

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