04 Gennaio 2022, 11:14
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CATANIA – Più di cinquantamila pattuglie e perlustrazioni, l’identificazione di quasi 178 mila persone, 60 mila risposte al numero unico d’emergenza con 21 mila interventi: sono i numeri che descrivono l’attività del 2021 del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania. Presente sul territorio con 9 Compagnie, 2 Tenenze, 61Stazioni, il Comando, si legge nel bilancio consuntivo inviato in una nota stampa, ha assicurato sia nell’area catanese che nei centri minori tutte le funzioni per garantire l’ordinata convivenza civile, con l’essenziale contributo dei reparti speciali Ros, Nucleo Antisofisticazione e Sanità, Nucleo Operativo Ecologico e Nucleo Ispettorato del Lavoro.
Nel 2021 l’Arma è stata attivamente impegnata nello svolgimento di numerosi servizi tesi al contenimento della diffusione della pandemia da Coronavirus, coerentemente con gli indirizzi strategici della Prefettura: dalle scorte ai primi vaccini lo scorso gennaio alle vigilanze in tutti i comuni della provincia (zone bianche, gialle, arancioni e rosse alternatesi nei mesi), sino ai servizi tesi al controllo del corretto uso delle mascherine e del possesso dei green pass (semplici e rinforzati) a seguito delle graduali riaperture.
Tuttavia, sono state numerose le sanzioni nei confronti di singoli cittadini e di esercizi commerciali a testimonianza di una ancora non diffusa e matura comprensione della necessità di adottare comportamenti responsabili al fine di non vanificare gli sforzi sin qui effettuati e di non determinare nuovi provvedimenti radicali di chiusura da parte del Governo, con conseguente crisi economica fortissima.
Significative sono state le circa 60 mila risposte alle chiamate pervenute alle Centrali Operative del Comando Provinciale e delle Compagnie tramite il 112 Numero Unico di Emergenza, cui sono seguiti circa 21 mila interventi per reati, per privati dissidi e per soccorso. Al riguardo, l’Istituzione è stata sempre in prima linea, unitamente alle altre, in concomitanza dei gravissimi episodi climatici che hanno flagellato la provincia etnea: dagli incendi dell’estate scorsa all’alluvione di ottobre, nel corso delle quali non sono mancati la vicinanza alle popolazioni colpite e, in talune circostanze, salvataggi di persone in difficoltà.
Con riferimento allo stesso periodo, apprezzabile è risultato l’impegno profuso nel contrasto delle manifestazioni criminali, inerenti anche allo spaccio di sostanze stupefacenti, ove particolarmente incisiva è stata l’azione condotta nell’intera provincia nel versante della lotta al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti con ben 809 arresti (142 dei quali per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti) eseguiti ed il sequestro di ingenti quantitativi di droga.
L’attività di contrasto alla criminalità organizzata ha altresì permesso di colpire trasversalmente quasi la totalità dei “clan” tuttora attivi nell’area catanese con l’arresto di oltre 80 persone, sottraendo un numero consistente di armi tra pistole, fucili ed armi bianche (356) e procedendo al sequestro di beni per un valore di oltre 2,5 milioni di euro. Di rilievo, tra le altre, l’operazione “Centauri”, che ha consentito di fare piena luce sui gravissimi fatti di sangue verificatisi nell’agosto 2020 in viale Grimaldi, e quelle denominate “Sotto Scacco” e “Picaneddu”, che hanno altresì documentato l’infiltrazione mafiosa del tessuto economico attraverso imprenditori compiacenti e senza scrupolo, nonché l’attenzione di una compagine mafiosa per investimenti illeciti riguardanti una casa discografica dedita alla produzione, distribuzione e promozione di musica neomelodica.
Nel corso del medesimo anno sono stati inoltre scoperti i presunti autori sia dell’omicidio di Santa Alleruzzo (consumato nelle campagne di Paternò tra la fine di del maggio e i primi giorni del giugno 1995), sia del gravissimo caso di lupara bianca avvenuto a Catania il 12 febbraio 2021, in pregiudizio di Vincenzo Timonieri (unico omicidio di mafia verificatosi nell’anno).
Nel quadro delle attività svolte, si segnala la continua vigilanza sull’indebita fruizione di denaro pubblico con il cosiddetto Reddito di cittadinanza che, purtroppo, ha spesso disatteso le reali intenzioni del legislatore di intervenire a favore della popolazione più bisognosa. Le numerose operazioni condotte in ambito provinciale dai reparti dell’Arma, anche in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Catania, hanno consentito di acquisire elementi indiziari sul conto di 149 persone che, a vario titolo, con false attestazioni, hanno indebitamente goduto delle somme di denaro pubblico destinate loro per un ammontare complessivo di oltre un milione di euro.
Di rilievo, in particolare, gli accertamenti che nell’aprile scorso hanno consentito, su delega della Procura Distrettuale etnea, l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo delle carte di reddito di cittadinanza nei confronti di 76 soggetti (tra questi anche alcuni cosiddetti “uomini d’onore”), indebiti percettori per aver utilizzato dichiarazioni attestanti cose non vere (l’essere gravati da sentenze passate in giudicato per i reati di associazione di tipo mafioso) nonché omettendo informazioni dovute (l’avere all’interno del proprio nucleo familiare un congiunto gravato da sentenze di condanna definitive per associazione di tipo mafioso).
Nell’anno trascorso, le Stazioni e tutte le componenti investigative e radiomobili del Comando Provinciale di Catania hanno denunciato in stato di libertà 6.700 persone e ne hanno tratte in arresto 2.700, ma soprattutto hanno perseguito 27.593 reati, che corrispondono al 76 per cento delle denunce complessivamente presentate.
Significativo, inoltre, l’impegno dell’Arma etnea nel contrastare il triste fenomeno della violenza di genere, in special modo quella sulle donne, che nonostante una rinnovata fiducia delle vittime a rivolgersi alle Istituzioni ha fatto registrare nell’ultimo semestre 4 femminicidi (tre dei quali ad opera di ex conviventi/fidanzati e uno realizzato dal fratello). A livello provinciale i risultati ottenuti dai Carabinieri nello specifico settore hanno portato a oltre 92 arresti in flagranza e 300 misure cautelari eseguite su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Particolare rilievo, oltre alle Stazioni Carabinieri dislocate in ogni piccola comunità della provincia, hanno assunto le due stanze dedicate alle vittime della violenza di genere, inaugurate il 25 novembre 2016 e da ultimo il 25 novembre scorso, con la collaborazione dell’Associazione Soroptimist International – Club di Catania – ubicate presso le Stazioni Carabinieri di Catania Piazza Verga e di Mascali, luoghi in cui numerose donne hanno trovato il coraggio di dire basta alla violenza.
Da ultimo, è’ altresì doveroso ricordare il sacrificio del Vice Brigadiere Sebastiano Giovanni Grasso, effettivo alla Stazione Carabinieri di Aci Sant’Antonio, il quale, a testimonianza di un non comune attaccamento ai più alti valori etici e morali, anche a rischio della propria vita, nella serata del 6 settembre u.s., al termine della celebrazione della Prima Comunione di uno dei figli nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati in Acireale, è intervenuto libero dal servizio in ausilio dei colleghi intervenuti per sedare una rissa tra due famiglie, riportando nella circostanza gravissime lesioni permanenti a seguito dell’esplosione a distanza ravvicinata di un colpo d’arma da fuoco da parte di uno dei contendenti, immediatamente tratto in arresto.
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04 Gennaio 2022, 11:14