Università, arrestati due dipendenti |"Laurea acquistata per 2500 euro" - Live Sicilia

Università, arrestati due dipendenti |”Laurea acquistata per 2500 euro”

Al centro dell'indagine della Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura di Catania, una laurea in Medicina conferita senza avere sostenuto 19 esami. Ai domiciliari sono finiti un addetto alla segreteria ed un autista. Due gli studenti indagati che finiranno sotto processo. Ed è forte il sospetto che negli anni scorsi vi sia stato un vero e proprio sistema che abbia agito a questo modo.

CATANIA – A conti fatti è stato un vero e proprio affare. Altro che Cepu. Avrebbero modificato voti o addirittura fatto risultare superati esami mai sostenuti a studenti catanesi, tutto questo attraverso l’accesso ai software dell’Ateneo: tutto alla modica cifra di 2500 euro. Sono le accuse contestate a Giovanbattista Luigi Caruso (classe ’63) e Giuseppe Sessa (classe ’54),  due dipendenti dell’Università destinatari di un provvedimento di misura cautelare eseguito questa mattina dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania: presenti in conferenza stampa c’erano i Tenenti Colonnello Giancarlo Franzese e Antonio Campo.

Caruso e Sessa, rispettivamente addetto alla segreteria e autista, sono finiti entrambi ai domiciliari. I due sono accusati di falso in atto pubblico, corruzione ed accesso abusivo al sistema informatico. Dalle indagini scattate il 26 ottobre scorso è emerso che Caruso accedeva ai sistemi informatici con una propria password al Centro Elettronico dell’Ateneo falsificava gli esami. Una ricostruzione resa possibile anche grazie alla grande collaborazione con la magistratura dei vertici e degli altri funzionari dell’Ateneo.

La laurea è stata acquistata, come detto, per 2500 euro. Le materie “comprate” sono state 19 su un piano di studi che ne prevede in totale 37. Al centro del ciclone una laurea in Medicina, conseguita con voto 110, conferita ad un 28enne che non aveva mai sostenuto le 19  prove contestate. C’è anche un altro studente al quale è stato falsificato un esame (sempre in Medicina) al costo di 250 euro. I magistrati hanno preferito non rendere pubblici i due nomi “per evitare una gogna mediatica”.

Va detto che i due studenti hanno ampiamente confessato e questo gli ha evitato la galera: sono comunque indagati e verrano processati a piede libero. Dietro alle storie dei due ragazzi ci sono grosse difficoltà nel percorso universitario.

Un risultato investigativo quello della Procura arrivato ad una conclusione immediata anche alla grande collaborazione con la magistratura dei vertici e degli altri funzionari dell’Ateneo. Un provvedimento restrittivo che arriva, infatti,  poche settimane dopo lo scandalo che ha colpito in pieno l’Università etnea con l’annullamento da parte del rettore Pignataro della laurea in medicina. L’Università, inoltre, aveva avviato autonomamente un procedimento disciplinare nei confronti dei due dipendenti.

L’operazione, condotta dai militari della Guardia di Finanza, è stata coordinata dal procuratore aggiunto Michelangelo Patané,  che guida il pool per i reati contro la pubblica amministrazione. “In realtà è dal 2010 – ha spiegato il magistrato – che sono in corso accertamenti sulle possibili falsificazioni degli esami. Al momento – precisa Patanè – non vi sono docenti universitari implicati nella vicenda”. Il sospetto è che l’inchiesta in corso sia solo la punta dell’iceberg e che negli anni scorsi vi sia stato un vero e proprio sistema di esami falsificati. Per carità, solo ipotesi al momento. Le indagini degli investigatori proseguono.

 


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