12 Settembre 2022, 18:18
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CATANIA – Il verdetto di due anni fa era stato ‘storico’ per la storiografia mafiosa catanese. Era stata infatti la prima sentenza a sancire l’esistenza della famiglia mafiosa Nicotra come ‘legata’ ai Mazzei di Cosa nostra etnea. L’epilogo giudiziario riguardava il primo step del processo abbreviato nato dall’inchiesta Gisella che ha colpito fortemente il clan mafioso di Misterbianco che è riuscito a espandersi nella città di Motta Sant’Anastasia. Sono proprio gli affari della cellula mottese che vedono ai vertici Filippo Buzza e Daniele Distefano al centro del rito abbreviato che oggi è arrivata alla conclusione dell’appello. E ci sono state diverse riforme delle condanne da parte della Corte presieduta dalla giudice Carmela La Rosa. Il dispositivo è stato letto poco prima delle 14.
È stata confermata la condanna a 14 anni e 1 mese per Filippo Buzza, che avrebbe tenuto le relazioni anche con il carabiniere infedele Gianfranco Carpino (condannato in primo grado al termine del processo ordinario). La pena nei confronti di Daniele Distefano, difeso dall’avvocato Francesco Marchese, invece è stata ridotta a 9 anni e 4 mesi per effetto dall’assoluzione per la corruzione. Domenico Agosta, difeso dall’avvocato Salvo Leotta, è condannato a 8 anni 2 mesi e 20 giorni con una rideterminazione di pena effetto dell’assoluzione per intestazione fittizia. Ridotte anche le pene per Filippo Distefano (2 anni 10 mesi 20 giorni e 1000 euro di multa), Rosario Salvatore Cantali (2 anni) e Antonino Giuseppe Navarria (riqualificato il reato in favoreggiamento reale e condannato a 10 mesi). Emanuele Agosta – assistito legalmente da Leotta – assolto da tutti i reati. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni. Le difese, tra cui l’avvocato Salvo Pace per Buzza, dopo la lettura dei motivi della Corte potrebbero presentare ricorso per Cassazione.
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12 Settembre 2022, 18:18