Catania, Covid: ”Non è ancora tempo per il libera tutti” - Live Sicilia

Catania, Covid: ”Non è ancora tempo per il libera tutti”

Intervista al Commissario Pino Liberti

Catania- I contagi Covid alla prova di Pasqua. I numeri sono ancora costanti, ma troppa leggerezza potrebbe portare ad una recrudescenza. Il commissario straordinario Pino Liberti è consapevole che si troverà davanti a una nuova gestione della pandemia. Ma la cosa fondamentale è non abbassare la guardia.

Commissario, è preoccupato che queste feste pasquali possano fare rialzare l’asticella dei contagi?
Non posso escluderlo, ma la copertura vaccinale della nostra provincia è, comunque, rassicurante.


Dai dati emerge che il Covid non ha allentato la presa. Qual è il quadro?
Registriamo ancora 800/1000 positivi al giorno in questa area metropolitana. Ci siamo riappropriati di ambiti di socialità impensabili, ma non è ancora giunto il momento del ”liberi tutti”. E quello che sta accadendo in Cina certifica che le mie non sono solo parole.


Gli ospedali?
Sugli ospedali la pressione è contenuta, grazie alle vaccinazioni e allo straordinario lavoro che, con grande sacrificio, stanno facendo i colleghi e il personale ospedaliero. Abbiamo, proprio in questi giorni, restituito 100 posti letto alla sanità tradizionale.

L’estate pensa potrà darci una boccata d’ossigeno. L’esperienza maturata ci fa propendere per il sì?
D’estate si vive di più all’aria aperta e sono minori le occasioni di contagio, ma aspettiamo(per fortuna) un grande flusso turistico. E la nostra attività di tracciamento deve mantenersi intatta.


Avete sequenziato casi della nuova variante Xe a Catania? È vero che non si tratta di una vera e propria variante ma di una combinazione e quindi questo garantisce la copertura dei vaccini?
I vaccini proteggono sicuramente dalla malattia, sono meno efficaci sui contagi e noi abbiamo ancora tanta gente che deve sottoporsi a terza e quarta dose. Non farlo è da incoscienti perché le varianti sono estremamente contagiose.


È stato deciso di chiudere gli hub vaccinali – forse una scelta obbligata dal termine del periodo emergenziale – ma non c’è il rischio di frenare la campagna vaccinale. Ci sono ancora molti cittadini non immunizzati?
Il numero di somministrazioni non giustificava più la presenza di queste mega strutture, ma i punti vaccinali dell’Asp sono distribuiti su tutto il territorio e continueranno anche le vaccinazioni di prossimità (su richiesta dei sindaci) e quelle domiciliari.


Questa strategia è dovuta anche al fatto che la spesa Covid e quindi i contratti di proroga sono direttamente a carico del bilancio dell’Asp?
Le attività di vaccinazione e di tracciamento si sono ridotte di circa un terzo, quindi, ritengo corretto che l’Asp abbia rimodulato il monte orario in ragione del 70%. I cittadini hanno diritto ad essere assistiti e l’Asp di Catania, che ringrazio, è stata opportuna e consequenziale.


I sindacati chiedono di trovare una strada per la stabilizzazione di chi ha operato in questi due anni di emergenza. So che non dipende da lei e dal suo ruolo, ma quale è la sua opinione in merito?
Ho più volte ribadito la mia riconoscenza nei confronti di questi lavoratori che hanno portato una ventata di rinnovamento, di competenze nuove e di entusiasmo. Vanno seguite le norme senza populismi.


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