01 Luglio 2013, 07:00
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CATANIA. Riconfermato alla guida di Confcommercio regionale per altri cinque anni, Piero Agen dice la sua. Spiega cosa ne pensa di Crocetta (“Lo vedo in chiaroscuro”) e, soprattutto, a quale fine è destinata Catania dove il commercio sta attraversando la più grave crisi di sempre dal secondo dopoguerra ad oggi. Da parte sua, Agen ne è convinto: “Bianco darà la sterzata”.
Presidente, partiamo da principio. Partiamo dalla sua riconferma.
“Proseguo il lavoro con una squadra che si è indubbiamente rafforzata. C’è una vicepresidente donna che, a mio avviso, costituisce un elemento di novità e di cambiamento importante”.
La vicepresidente è Rosanna Montalto.
“Esatto. E credo che abbiamo dato un grande segnale: non solo perchè è una donna ma anche perchè è impegnata nella lotta al racket ed alla criminalità. E, poi, abbiamo dato anche un esempio di grande coesione visto che tutte e nove le province si sono riconosciute nel nostro progetto. Partiamo con la mano tesa, quella della pace, nei confronti di tutti anche se poi, come nel caso dello scorso governo Lombardo siamo costretti ad agire diversamente”.
Lei è stato molto critico nei confronti di Lombardo: di Crocetta cosa pensa, invece?
“Devo dire che lo vedo in chiaroscuro. Ci sono segnali incoraggianti ed altri decisamente meno. Riusciamo a dialogare con quasi tutti gli assessorati e c’è confronto: a breve, per esempio, dovremmo arrivare ad una legge organica sul commercio e sul turismo. Quello che è mancato è, invece, il confronto con il presidente della Regione che deve ancora farci sapere cosa vuole fare da grande”.
E cosa vuole fare, secondo lei?
“Beh, io so solo che oltre alle emergenze ci sono altre situazioni alle quali fare fronte”.
Portiamo un esempio pratico.
“Abbiamo criticato il bilancio. Critichiamo anche lo scarso coraggio dimostrato nell’effettuare i tagli agli sprechi”.
E’ un pò un obiettivo di molti.
“Io mi limito a ricordare che cinque anni fa, chiedemmo con forza all’allora presidente Lombardo di chiudere il Ciapi: evidentemente avevamo visto lontano. Mi spiace solo che abbia dovuto pensarci la magistratura quando, invece, toccava alla politica sapere intervenire. Noi, tuttavia, attendiamo un segnale da Crocetta”.
Veniamo a Catania: si respira, per i commercianti, un’aria pesantissima. Come se ne esce?
“Guardi, io su Catania sono molto ottimista”.
E da cosa deriva questa positività?
“Io mi sono schierato apertamente, cosa che non faccio mai quando si parla di politica, con il sindaco Bianco perchè ritengo che abbia una capacità, una personalità ed una fantasia tale da dare una sterzata alla città. Catania è una città che deve cambiare la sua mentalità”.
Mica facile.
“Le dico una piccola cosa: in questi giorni abbiamo rivisto i vigili in giro a combattere l’abusivismo. Forse lo facevano anche prima, però non ce ne eravamo accorti: negli ultimi tre giorni, invece, li abbiamo visti. E’ un segnale, che certo non basta, ma con altri interventi strutturali ce la facciamo. Occorre che Regione e Comune lavorino assieme”.
Una cosa urgente da fare, qual è?
“Una delle nostre fissazioni è quella che Catania debba diventare la prima città che prevenga gli eventi sismici: occorre che la Regione faccia confluire diversi finanziamenti dell’Europa e che vi sia la volontà politica del Comune. Catania può divenire un grande cantiere e non per costruire nuove case: di quelle non c’è bisogno”.
E’ una sterzata che immagina potrà avvenire subito?
“Enzo Bianco ha tre grandi vantaggi: primo, di avere esperienza; secondo, di essere un grande venditore, serve anche l’immagine non basta fare le cose bene; terzo, ha il vantaggio dell’età, nel senso che non ha bisogno di far carriera e dunque può dire qualche “no” anche alle lobby ed agli speculatori”.
Tante attività sono in sofferenza: cosa dovrebbe fare il sindaco?
“L’unica cosa che può fare è fare ripartire l’economia: può farlo rilanciando l’immagine della città il chè significa attirare turisti, ed attirare turisti vuol dire riattivare il circolo economico e, perchè no, creare posti di lavoro. E’ il principio del moltiplicatore”.
Ci spieghi meglio.
“E’ un dato scientifico: se noi puntiamo sugli interventi di tipo edilizio, di recupero e non di costruzione, produciamo subito degli effetti all’economia. Sul medio periodo, puntare invece sul turismo: ma, in questo caso, occorre anche programmare ed investire”.
Avete intenzione di chiedere un assessorato?
“Non siamo interessati ad avere alcun assessorato, lo abbiamo già detto. Noi siamo reduci da due esperienze: una col sottoscritto ed una con Franz Cannizzo: in entrambi i casi, ci siamo dimessi. Siamo anomali al “mercato degli assessori”, a suo tempo abbiamo anche rifiutato un’offerta dal presidente Lombardo: abbiamo capito che il nostro ruolo è quello di essere uomini di organizzazione. Con gli assessori ci confrontiamo, non vogliamo rubargli il posto”.
Catania e la Sicilia, quando e come usciranno dalla crisi?
“Io sono uno del nord che trentatre anni fa ha deciso di scendere al sud. Abbiamo più potenzialità del nord: dobbiamo, però, tagliare gli sprechi. Leggevo, proprio su LiveSicilia, che la Regione ha un terzo dei dipendenti pubblici d’Italia: andando avanti così non possiamo ripartire. Ci sono poi i finanziamenti europei con i quali paghiamo questi sprechi: dai forestali alla formazione fasulla. Così è una tragedia”.
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01 Luglio 2013, 07:00