Catania e l’eternit |I dati sulle patologie

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08 Aprile 2018, 07:04

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CATANIA – Bonifiche, videosorveglianza, sopralluoghi e ancora smaltimento abusivo: prosegue nella provincia etnea la saga dell’eternit. Con conseguenze nefaste per la salute, anche se occorrono decenni perché la patologia più grave legata all’inalazione delle fibre d’amianto si manifesti nel suo aspetto peggiore: il mesotelioma pleurico. Dal registro Tumori del Policlinico la dottoressa Marine Castaing ci ha fornito una statistica relativa all’incidenza di tale patologia. Alla data attuale, i dati già elaborati sono quelli degli anni 2003/2014, e prodotti per triennio in quanto la malattia è piuttosto rara. Statistiche per anni più recenti sono in fase di elaborazione. I tassi più elevati riguardano, in provincia di Catania, il distretto sanitario di Adrano. Ciò è attribuito alla presenza di un sito caratterizzato da inquinamento di origine naturale attraverso la fibra simil-amianto chiamata fluoro-edenite, estratta da una cava di materiale lavico (cava di Monte Calvario) sita alla periferia di Biancavilla. Tale materiale è stato notoriamente impiegato nelle costruzioni durante il boom edilizio degli anni ’60-‘70.

Mentre nelle zone di maggior presenza di amianto, segnalate all’Ufficio Ecologia e Ambiente del Comune di Catania all’inizio del 2018, includono ai primi posti il quartiere di Librino, con lo stradale S. Teodoro e i viali Moncada, Castagnola e Bummacaro; tra Ognina e Picanello le vie Dedalo e Galatioto e Piazza Universiadi. Non mancano le segnalazioni di microdiscariche in altre aree già note alla cronaca per condizioni di estremo degrado, quali le vie Fondo Romeo, Calliope e Barcellona. Due segnalazioni arrivano dall’Oasi del Simeto, in particolare dal Villaggio Rainbow. Cinquanta, in totale, i siti rilevati. Un centinaio erano le telecamere previste, ci è stato riferito dall’ufficio comunale competente, ma sul numero di quelle realmente installate i dati sono discordi. Del resto le registrazioni andrebbero poi visionate dalla Polizia Municipale, ma sembra che a questo punto il problema s’intrecci alla carenza di personale entro tale ente. La questione eternit rimane spiacevolmente aperta: quale dettaglio in un quadro di gestione dei rifiuti che è sotto gli occhi dell’intera cittadinanza.

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Oltre le statistiche, oggi la presenza di eternit nella provincia etnea è storia di materiali scomodi, dei quali ci si disfa quasi sempre in modo irregolare: dal Parco dell’Etna ai quartieri popolari. Al mese di Febbraio risale la segnalazione di Salvatore Tomarchio, presidente della Commissione comunale al Patrimonio. “Oltre alle polveri bisogna fare i conti anche con i criminali che bruciano i rifiuti speciali, causando nubi tossiche e mettendo in ginocchio interi quartieri”, ha scritto Tomarchio nella nota rivolta alla stampa catanese, ponendo l’accento sulla necessità d’incrementare le telecamere di sorveglianza. Fuori dall’area catanese, la concentrazione maggiore dei casi di mesotelioma pleurico si registra invece nel siracusano, ed è da relazionarsi con la presenza di uno stabilimento della fabbrica Eternit attualmente chiuso.

 

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08 Aprile 2018, 07:04

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