12 Maggio 2022, 16:51
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CATANIA – Sfollati dal gennaio del 2019, costretti a pagare un affitto e nel frattempo rimasti senza risposte da parte delle istituzioni: è quanto denunciano gli inquilini dello stabile di via Castromarino angolo via Plebiscito, reso inagibile dagli scavi per la linea della metropolitana Stesicoro – Aeroporto. E ora arriva l’esposto: “Trattamento disumano e degradante, lavori non autorizzati nello stabile, è impedito l’accesso nelle nostre case”.
In seguito ai lavori della “talpa” per la costruzione della linea metropolitana parte dello stabile di via Castromarino è stato sventrato, costringendo diverse famiglie ad abbandonare i propri appartamenti. In seguito a quell’episodio sono partite diverse indagini per attribuire la responsabilità per il crollo, e anche delle trattative per risolvere il problema delle famiglie costrette a lasciare la propria casa.
Proprio per risolvere in via stragiudiziale la questione, la Cmc Ravenna, ditta titolare dei lavori, comprò parte dello stabile e annunciò che con la sua demolizione e ricostruzione sarebbero potuti ricominciare i lavori. Ma proprio su questo punto alcune delle famiglie di via Castromarino hanno fatto diverse contestazioni: quattro su otto infatti sono state escluse dalle trattative d’acquisto, e dunque la Cmc non ha acquistato tutto lo stabile, ma solo una sua parte.
In seguito a quell’acquisto, si legge nell’esposto presentato da 4 proprietari alla Procura della Repubblica, Cmc ha “impedito agli altri proprietari degli appartamenti, incomprensibilmente esclusi dalle trattative sebbene coinvolti dal crollo, di poter accedere ai propri appartamenti”.
Questo impedimento sarebbe stato causato da lavori nelle scale dello stabile, partiti su iniziativa della Cmc: “Le unità immobiliari non acquistate – si legge – condividono con gli appartamenti comprati dalla Cmc il vano scala, il quale è stato arbitrariamente sottoposto dalla medesima Cmc a lavori mai autorizzati, di cui si sconoscono natura, qualità e finalità, sebbene quest’ultima nemmeno possieda la maggioranza delle quote millesimali dello stabile”.
I quattro proprietari che firmano l’esposto denunciano anche il trattamento “disumano e degradante ricevuto a seguito dell’immane disastro, poiché, da vittime di condotte colpevoli e negligenti, piuttosto che ricevere compassione e sostegno, siamo stati bistrattati ed emarginati, e tutti i proclami di vicinanza e le promesse di aiuti sono rimaste solo slogan, atti a minimizzare l’immane tragedia che ci ha coinvolto”. Per questo, chiedono, alla fine del documento, “la punizione di chiunque sarà ritenuto colpevole alle pene di legge”, e “di essere avvisati, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 408 c.p.p. dell’eventuale richiesta di archiviazione del relativo procedimento e dichiariamo sin d’ora di opporci alla definizione dello stesso mediante decreto penale di condanna”.
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12 Maggio 2022, 16:51