17 Marzo 2021, 13:43
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PALERMO – Sotto inchiesta della Procura regionale della Corte dei Conti sono finiti i premi per i dirigenti dell’ex provincia di Catania, oggi Città Metropolitana. Più di 900 mila euro incassati dal 2014 al 2017.
La Procura contabile guidata da Gianluca Albo ha citato a giudizio tredici persone, tra cui Enzo Bianco e Salvo Pogliese. Le indagini sono del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania. Avrebbero dato il via libera al riconoscimento delle indennità ai dirigenti.
La Città Metropolitane sono commissariate da quasi un decennio. Il prossimo 28 marzo si terranno le elezioni (di secondo livello), così come deciso dal governo Musumeci.
Le ex Province furono abolite con legge regionale nel 2013, allora la norma fu spinta dal governo di Rosario Crocetta. Gli enti furono trasformati in Liberi Consorzi e vennero istituite le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina: ma da allora si sono succeduti commissari nominati dalla Regione.
Le stime e la valutazione dei risultati dei dirigenti sono di competenza dell’Oiv, organismo indipendente di valutazione, che deve garantire “la correttezza dei processi di misurazione e valutazione delle prestazioni” e “assicurare l’utilizzo dei premi incentivanti”.
Ed è nella correttezza della valutazione che si anniderebbe il danno erariale contestato dai pm contabili. Sarebbero stati pagati premi produzione per attività di ordinaria amministrazione. Obiettivi normali, premi straordinari, senza alcun merito di rilievo.
Ecco l’elenco delle persone citate a giudizio: Giuseppe Romano (commissario straordinario), Francesca Paola Gargano (commissario straordinario), Enzo Bianco (sindaco metropolitano), Salvo Pogliese (sindaco metropolitano), Francesca Ganci (direttore generale), Ignazio Bagleri (segretario generale), Roberto Cosio, Santa Strano, Renato D’Amico , Concetta Silvestra Furia, Giuseppina Burtone, Alfredo Lania (tutti componenti dell’Organismo Indipendente di Valutazione), Diane Litrico (dirigente del servizio Affari generali e risorse umane).
Nel dettaglio, secondo la Procura erariale, “sono state rilevate plurime criticità nel ciclo di gestione della performance, tali da determinare la violazione del principio di necessaria correlazione tra l’erogazione di premi ed i risultati raggiunti, e rendere, dunque, ingiustificata, l’attribuzione dell’indennità di risultato ai dirigenti (8 nel 2014, 10 nel 2015, 7 nel 2016 e 7 nel 2017)”.
Inoltre, “con riguardo alle annualità 2016 e 2017 è stata riscontrata l’assoluta assenza di predeterminazione degli obiettivi, poiché nel 2016 il Piano provvisorio degli obiettivi è stato approvato solamente a fine anno (mese di novembre), mentre nel 2017 non risulta l’approvazione di alcun Piano degli obiettivi, né definitivo né provvisorio”.
Infine, in tutte le annualità considerate è sempre stato erogato l’intero fondo per la dirigenza, anche “allorquando gli obiettivi assegnati non erano stati integralmente raggiunti.Il danno erariale complessivamente subito dalla Città Metropolitana di Catania a seguito dell’indebita corresponsione dell’indennità di risultato ai dirigenti è pari ad euro euro 981.303,12, contestato in quota parte a ciascun soggetto in relazione al proprio apporto causale nell’intera vicenda”.
“Nel massimo rispetto di ogni magistratura, questa iniziativa assunta dalla procura regionale della Corte dei Conti non posso che definirla surreale, poiché, come rappresentante legale della Città Metropolitana, incarico che il sindaco del capoluogo democraticamente eletto svolge gratuitamente, ho solo doverosamente sottoscritto la conclusione di una procedura di un Organismo Indipendente che altri avevano nominato, relativa al periodo 2013-2017, quando ancora non si erano neppure svolte le elezioni comunali, avvenute com’è noto nel giugno 2018, ed ero ancora deputato al Parlamento Europeo. Come Amministratore pubblico che si dibatte quotidianamente tra mille difficoltà, devo rispondere di una vicenda di cui non potevo né conoscere i contorni, né tantomeno incidere, eppure chiamato in causa senza fondate ragioni. Seppure non possa nascondere il dispiacere per le ingiustificate contestazioni che mi vengono mosse, rimango tuttavia fiducioso che quando un organo terzo della magistratura valuterà serenamente i fatti, decreterà la mia palese estraneità ai rilievi che mi vengono inspiegabilmente contestati”.
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17 Marzo 2021, 13:43