È il 20 agosto 2019. Nel quartiere Cappellone di Adrano tutti si barricano in casa al suono dei mitra. Salvatore Giarrizzo e Francesco Vitanza riescono a sfuggire alle pioggia di proiettili. Il boss degli Scalisi, oggi pentito, ha poi raccontato minuto dopo minuto cosa è accaduto in quella torrida serata – letteralmente – di fuoco. I Lo Cicero decidono di rispondere ai divieti di Giarrizzo di spacciare ad Adrano con le pistolettate. I vertici della cellula mafiosa dei Mazzei lo avverte che potrebbe scoppiare una guerra di mafia. Anzi una guerra per lo spaccio. Nelle oltre duecento pagine dell’ordinanza della gip Carla Aurora Valenti ricompone il mosaico della sparatoria, solo per caso non finita con morti sull’asfalto. I poliziotti, due giorni dopo il tentato omicidio, trovano un bossolo calibro 40 e una ogiva impattata. Inoltre un camionista denunce che un proiettile gli ha spaccato il parabrezza.
Gli investigatori della Squadra Investigativa del Commissariato di Adrano estrapolano i filmati di alcune telecamere installate in zona che hanno immortalato lo scontro armato. Nelle vie del rione Cappellone i nastri hanno registrato la Bmw – a bordo della quale c’è Cristian Lo Cicero con i suoi fidatissimi – da dove sono partiti i colpi di arma da fuoco “all’indirizzo del conducente dello scooter”. Le immagini sovrapposte alle dichiarazioni del pentito, protagonista e bersaglio delle pallottole, hanno permesso di identificare i componenti del gruppo di fuoco.
“All’incrocio di via IV Novembre – racconta il collaboratore – vidi una Bmw colore grigio station wagon con a bordo alla guida Franco Restivo detto u caminasti, lato passeggero Dino Lo Cicero e, dietro Ciccio detto u romano e poi a bordo di uno scooter Honda integra grigio vietano Santo Celeste alla guida e dietro Cristian Lo Cicero. Io vidi che Dino Lo Cicero diceva al fratello ‘lì sono’ e Cristian dallo scooter cominciò a spararmi. Io dissi a Vitanza di imboccare una traversa stretta dove all’angolo c’è una banca e mentre scappavamo sentivo sparare anche con un’arma più grossa credo a raffica. Io e Vitanza siamo scappati sino al quartiere Cappellone per un lungo tratto sempre inseguiti dallo scooter e dalla Bmw ed ho sentito anche arrivare colpi a raffica”.
Il verbale ricchissimo di particolari continua per diverse pagine dell’ordinanza che ha fatto scattare il blitz Third Family di stamattina, coordinato dal pm della Dda di Catania Andrea Bonomo. Giarrizzo e Vitanza ad un certo punto della fuga si dividono per riuscire a evitare le pallottole. Una volta al sicuro il boss degli Scalisi medita vendetta. Ma i Lo Cicero spariscono da Adrano. Poi Giarrizzo è arrestato e diventa pentito. Nel frattempo i ‘Carcagnusi’ di Adrano tornano nella cittadina del famigerato triangolo della morte. Ma non sanno certo che per loro sono già pronti i mandati di cattura. Anche per il tentato omicidio.